Balene e delfini sono sempre più a rischio di estinzione e la colpa è prevalentemente nostra. Anche senza accorgercene, infatti, le nostre abitudini stanno compromettendo in modo notevole la qualità di vita di questi stupendi mammiferi.

Forse non sapete, infatti, che il rumore generato dai motori delle navi che ogni giorno attraversano i mari possono confondere le balene, che utilizzano i suoni per fare qualsiasi cosa, dal comunicare al viaggiare per cercare cibo e trovare ambienti sicuri. “Il suono viaggia più velocemente e più lontano nell’acqua che nell’aria e gli animali marini ne traggono vantaggio”, ha dichiarato Lucille Chapuis, ecologista dell’Università di Exeter.

Abbiamo toccato con mano il problema quando, a inizio agosto, un beluga è morto dopo essere rimasto incastrato nella Senna. I suoni delle navi, infatti, gli hanno fatto perdere l’orientamento, portandolo ad arenarsi nel fiume.

I danni causati dall’inquinamento acustico delle navi sono stati comprovati da uno studio portato avanti dagli scienziati della Duke University. Questi studiosi hanno voluto confermare empiricamente il fatto che le acque più “inquinate” abbiano un impatto notevole sulla vita dei mammiferi giganti.

Attraverso lo studio della loro materia fecale, si è scoperto che il rumore oceanico inferiore può portare a un abbassamento dei livelli di stress di delfini e balene.

Attualmente, però, la situazione sta peggiorando a causa dell’aumento dei viaggi via mare. “Negli ultimi 50 anni, l’aumento delle spedizioni ha contribuito a un aumento di 30 volte del rumore a bassa frequenza presente lungo le principali rotte marittime”, ha affermato Chapuis.

“Abbiamo scoperto che i delfini regolano la forza dei loro richiami quando sott’acqua l’ambiente è particolarmente rumoroso”, ha spiegato Helen Bailey, ricercatrice presso il Center for Environmental Science dell’Università del Maryland. “Molto probabilmente lo fanno per essere ascoltati meglio dagli altri delfini. Proprio come quando, in un bar stracolmo di gente, tendiamo ad alzare la voce per farci sentire”.

Il rumore dell’oceano, inoltre, impedisce anche alle orche assassine di catturare salmone chinook e aringhe, le loro principali fonti di cibo. Uno studio recente che questi animali reagiscono al rumore della barca come se fosse un predatore, fuggendo o modificando i modelli migratori.

Ma come fare per risolvere questo annoso problema? Uno dei modi più semplici per farlo è diminuire il traffico di navi nelle aree ricche di vita marina, una strategia che potrebbe anche aiutare a ridurre le emissioni di carbonio delle navi. I principali porti del Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti e di Vancouver hanno già messo in atto questi programmi di rallentamento e uno studio recente ha rilevato che il loro sforzo sta facendo una differenza significativa.

“Una cosa semplice come diminuire il traffico via mare può aiutare moltissimo a ridurre il livello di rumore in acqua”, ha asserito Rob Williams, biologo marino e fondatore di Oceans Initiative, un’organizzazione no-profit che opera per proteggere la vita marina. “Abbiamo anche dimostrato che, riducendo i livelli di rumore in acqua, le orche si nutrono di più”.

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