Viviamo un’epoca in cui voci che sono state spesso emarginate e zittite hanno iniziato a farsi sentire per rivendicare lo spazio che è stato negato loro per molto tempo. In questo processo è inevitabile che si creino scontri tra lo status quo dominante e le nuove rivendicazioni, viste da un lato come non necessarie o superficiali, dall’altro come l’unico sistema per cambiare le cose. In questo processo la Disney è già stata coinvolta, colpevole di aver veicolato nelle proprie vecchie opere messaggi non in linea con i tempi.

È quello che è capitato ad alcuni film che la piattaforma Disney+ ha voluto vietare ai minori di 7 anni, perché presentavano raffigurazioni stereotipate di minoranze etniche.

A essere messo sul banco degli imputati questa volta sembrerebbe invece essere il bacio tra il Principe Azzurro e Biancaneve, ma in realtà le cose non sono proprio come i media italiani le hanno presentate. Ne ha parlato anche la scrittrice Carolina Capria in un post facebook:

Nessuno: Italia: e ora ci vogliono pure togliere il bacio tra il principe e Biancaneve. Ti accorgi di quanto sia...

Pubblicato da Carolina Capria su Martedì 4 maggio 2021

Molte testate hanno infatti descritto la vicenda come se un nuovo “me too” avesse scosso la Disney, spinti dalla necessità di suscitare l’indignazione sufficiente per il click.

Come riporta l’Entertainment Weekly, quello che in realtà è successo riguarda l’attrazione di Disneyland Snow White’s Scary Adventure, recentemente riaperta al pubblico dopo il lungo periodo di lockdown, con però una modifica.

Disneyland ha infatti deciso di apportare una piccola variazione al finale del percorso, scegliendo di sostituire la scena della morte della strega/Regina Cattiva Grimilde, poiché ritenuta inadatta a livello educativo, con quella del “bacio di vero amore” dato dal Principe a Biancaneve addormentata, per donare ai bambini un finale più lieto.

Una decisione che ha suscitato la critica di alcune giornaliste del San Francisco Gate riguardo al suddetto bacio, giudicato non consensuale:

“È difficile capire perché la Disneyland del 2021 scelga di aggiungere una scena con idee così antiquate su ciò che un uomo può fare a una donna, soprattutto considerando l’attuale enfasi della società sulla rimozione di scene problematiche da giostre come Jungle Cruise e Splash Montagna. Perché non reinventare un finale in linea con lo spirito del film?

Biancaneve non è l’unica attrazione di Disneyland ad aver acceso l’indignazione: un’altra l’ha anticipata, The Jungle Cruise, (come ci fa sapere di nuovo l’Entertainment Weekly), quando già all’inizio dell’anno era stata l’origine di numerose polemiche a causa di alcune “rappresentazioni negative” ed erronee di popolazioni di indigeni. Parallelamente, anche un’altra attrazione, Spalsh Mountain, aveva provocato dissenso per i legami con il film Song of the South.

Si tratta quindi dell’opinione di alcune giornaliste nei confronti di una scelta del parco divertimenti. Una notizia, insomma, che è ben lontana dai titoli sensazionalistici che si sono visti nel nostro Paese, che suggerivano una risonanza che in realtà la vicenda non ha avuto.

Non stupisce che la notizia sia poi stata ripresa e strumentalizzata anche da alcuni politici, intenzionati a cavalcare l’onda di indignazione per una cosa che, di fatto, non è mai successa.

Non è compito nostro decidere quanto e se sia da valutare in altro modo il finale di Biancaneve. La sensibilità riguardo certi temi è cambiata ed è importante affrontare le varie discussioni nel modo più costruttivo possibile, ma per farlo occorre avere gli strumenti giusti e le corrette informazioni.

Da un lato, in quanto giornalisti, abbiamo la responsabilità di raccontare il mondo e nel farlo lo plasmiamo. Se spinti dalla ricerca del click a tutti i costi, le notizie vengono snaturate solo per catturare l’attenzione di una parte del pubblico, siamo noi colpevoli di tradire non solo la nostra professione, ma anche il rispetto dei lettori e il peggioramento della polarizzazione della società. Dall’altro, ai lettori è ormai richiesta la responsabilità di non prendere come veritiera una notizia solo perché in linea con una nostra convinzione precedente. Prima di ricondividere, commentare o arrabbiarsi è ormai imperativo verificare che le notizie siano vere.

Ognuno di noi con un telefono in mano è potenzialmente un megafono di notizie e pertanto dovremmo anche capire la responsabilità che ciò comporta.

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