
Domenico Natale, morto a 20 anni: il medico scambiò il tumore con una frattura
Dopo quasi dieci anni dalla vicenda, arriva dalla Cassazione la sentenza definitiva per Felice Carsillo, il chirurgo che con il suo errore provocò la morte del giovane.

Dopo quasi dieci anni dalla vicenda, arriva dalla Cassazione la sentenza definitiva per Felice Carsillo, il chirurgo che con il suo errore provocò la morte del giovane.
A quasi dieci anni dalla vicenda, il chirurgo ortopedico romano Felice Carsillo, dottore che sbagliò la diagnosi a Domenico Natale, causandone la morte per un tumore osseo non riconosciuto, è stato condannato per omicidio colposo.
Arriva le sentenza definitiva della Cassazione a proposito del caso di Domenico Natale. La storia risale al 2013, quando l’appena ventenne si era presentato il 4 maggio alla casa di cura “Nuova Itor” di Roma per un dolore al ginocchio. Al ragazzo venne diagnosticata una frattura causata apparentemente da una partita a calcetto, seppur lui negasse di essere caduto o essersi provocato un trauma così forte. Nonostante le lastre mostrassero la presenza di un tumore, il chirurgo Felice Carsillo non riconobbe il cancro e decise di operare Natale.
Le condizioni del ragazzo, però, peggiorarono: il tumore, un osteosarcoma molto aggressivo, andò in metastasi e il dottor Carsillo non poté fare altro che amputare la gamba di Domenico Natale. Intervento che non servì a risolvere la situazione né tantomeno a placare i dolori del ventenne, che dopo 17 mesi di calvario morì il 30 ottobre 2014, lasciando genitori, tre fratelli e la giovane fidanzata sconvolti per la perdita.
La famiglia di Domenico Natale ricorse subito per vie legali, per denunciare l’incompetenza e l’errore del medico curante. Dopo otto anni, la Cassazione ha infine condannato Felice Carsillo a un anno di carcere con l’accusa di lesioni colpose e omicidio colposo. Il radiologo inizialmente citato in giudizio insieme al collega è invece stato assolto. Il padre di Domenico, Pino, racconta del tormento per aver perso il figlio:
“Non mi perdonerò mai di aver portato mio figlio da quel medico. Vivo con questo rimorso dentro.”
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli.
Cosa ne pensi?