"Si nasce donne fertili, si nasce donne inutili”, sì l’hanno detto davvero

"Le donne o sono fertili o sono inutili", l'assessore lo dice serenamente in Consiglio Comunale, ma noi ci chiediamo: se non si è in grado di capire la gravità delle proprie affermazioni, non sarebbe semplicemente meglio tacere?

Se non ci era bastata la sentenza scioccante del tribunale marchigiano (risalente al 2017, ma uscita allo scoperto solo ora, dopo l’annullamento da parte della Corte di Cassazione) che ha rimesso in discussione una causa per stupro, per la “non avvenenza fisica” della denunciante, è l’assessore alla Cultura  del comune mantovano di Castiglione delle Stiviere, Manlio Paganella, a fornirci l’ennesima prova  di quanto il maschilismo non solo sia vivo e vegeto nel nostro modus vivendi, ma che la faccia pure da padrone, anche e soprattutto in quei ruoli, cosiddetti  “istituzionali”, che dovrebbero invece essere forieri di  rinnovamento ideologico, se non proprio di giustizia ed equità sociali.

La frase, bellamente pronunciata durante il Consiglio Comunale, è semplice e diretta:

Si nasce donne fertili, si nasce donne inutili.

Prima di tutto, per dovere di cronaca, contestualizziamo la frase: Paganella stava rispondendo a quanti, nei giorni scorsi, avevano criticato la sua partecipazione alla presentazione del libro Compagno mitra, organizzato dall’associazione di estrema destra Progetto Nazionale.

Per rispondere alle polemiche l’assessore ha quindi basato il proprio discorso di difesa su una divisione in categorie delle persone, come si può sentire dal filmato pubblicato dal Fatto Quotidiano.

Si nasce codardi, si nasce coraggiosi, si nasce uomini, si nasce eunuchi, si nasce donne fertili, si nasce donne inutili.

Sia chiaro, questo non toglie gravità alle parole dell’assessore mantovano e, per quanto quel riferimento alle donne fertili e inutili non sia un diretto attacco alle donne, è comunque un chiaro esempio di un sistema di pensiero grave quanto l’affermazione stessa. Un pensiero che affonda le proprie radici in una visione sicuramente patriarcale, con il ruolo della donna relegato a “fattrice” e massaia. Ma che, in ogni caso, non risparmia neppure gli uomini, o almeno quelli che non sarebbero degni di rientrare in tale categoria – sempre secondo il gioco di contrapposizioni proposto da Paganella – e apparterrebbero invece a quella, evidentemente degradante per lui, degli “eunuchi”. Anche in questo caso, vuoi o non vuoi, sempre di maschilismo stiamo parlando.

E restano davvero un sacco di motivi per domandarsi – anche se sarebbe più lecito domandarlo a lui – cosa diamine sia passato per la testa dell’assessore nel momento in cui, con la medesima ingenuità e serenità con cui si potrebbe disquisire del tempo o di sport, ha esposto quella che è evidentemente un’opinione personale, dividendo le donne in “utili” e “inutili” esclusivamente sulla base della capacità di partorire della prole, esattamente come il contadino dell’Ottocento avrebbe potuto fare con le sue giovenche, prima di deciderle se tenerle o mandarle al macello.

Già il fatto di etichettare una persona sulla base della sua utilità, come si userebbe fare con un oggetto, una macchina, un accessorio, è un pensiero a dir poco infelice, che da solo fa accapponare la pelle. Figuriamoci poi se associato in un contesto che suona come “Non puoi avere figli? Sei da buttare via”.

Chiaro che la frase abbia provocato un vero e proprio vespaio di polemiche, a partire da quando è stata pronunciata, con le colleghe consigliere del PD, Cecilia Carattoni, Graziella Gennai ed Elena Cantoni, che hanno abbandonato l’aula. La prima ha parlato dell’episodio anche sulla propria pagina Facebook

Mentre Gennai, capogruppo dem in Consiglio Comunale, ha spiegato a La Stampa cosa è successo dopo:

Abbiamo chiesto al sindaco Enrico Volpi di ritirare la delega a questo assessore, ma per ora abbiamo l’impressione che il primo cittadino stia solo prendendo tempo. Si è dissociato dalle parole di Paganella ma ha anche detto che quella dell’assessore è una reazione a noi dell’opposizione che lo abbiamo criticato per altre scelte.

Tuttavia, con una nota il primo cittadino del comune mantovano ha deciso di procedere al ritiro della delega, facendo quindi di Paganella l’ormai ex assessore alla Cultura.

Ci sono limiti – ha scritto Volpi in una nota diffusa il 13 marzo, e riportata da La voce di Mantova – che ritengo invalicabili, per mia cultura e per mio modo di intendere la politica. Limiti che ho visto superati nel consiglio comunale del 7 marzo scorso da parte del prof. Paganella, così come li ho visti più volte superati in questi mesi da settori dell’opposizione, con pubbliche dichiarazioni, come quelle che paragonavano il nostro Comune alla Danzica teatro dell’assassinio del sindaco della città polacca.

A poco sembrano valere anche le scuse del politico, riportate dal medesimo giornale:

Mi scuso se ho offeso qualcuno. Per me le donne sono importantissime e la prima donna che si ama, nella propria vita, è la propria madre. Senza la quale non ci sarebbe vita.

Certo qualcosa da dire resta comunque: ad esempio, che non è neppure tanto importante, come qualcuno ha sottolineato, che questa frase sia uscita un giorno prima rispetto alle celebrazioni dell’8 marzo, la giornata in cui tutti, improvvisamente, si ricordano di quanto amino le donne e di quanto le donne siano fondamentali.

Sarebbe stata aberrante, oscena e ingiustificabile anche negli altri 364 giorni. Perché pensarlo e dirlo apertamente (seppur abbiamo visto in che contesto), insulta e umilia non solo le donne che non vogliono figli, ma anche coloro che un figlio lo vorrebbero e non possono averlo, perché la natura non glielo concede, perché le cure per l’infertilità non fanno effetto, perché una malattia ha tolto loro questa possibilità, e soffrono quotidianamente per la consapevolezza, durissima, di non poter essere madri.

Paganella, che è assessore alla Cultura, peraltro (ed è un’aggravante), dovrebbe farsi portatore di ben altro tipo di messaggi, che invitino all’inclusività, all’empatia e all’umanità. Se non è in grado di farlo, allora dovrebbe almeno tenersi le sue convinzioni personali per sé. Perché d’accordo la libertà di pensiero e di espressione, ma ci sono cose che sinceramente non sono opinabili, e il riferirsi alle donne infertili come “inutili” o agli uomini non degni di essere tali (per Paganella) come eunuchi, ne è chiaramente un esempio.

Altrimenti, se non si è sufficientemente responsabili del proprio pensiero, è meglio tacere. 

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