Le donne di Kabul sono nascoste, prigioniere nelle loro stesse case, uscire ora gli costerebbe la vita. Nelle ore successive all’insediamento dei talebani nella capitale dell’Afghanistan hanno dovuto lasciare il lavoro in fretta, rimettere il burqa, nascondere documenti, lauree, diplomi  e dimenticare gli ultimi vent’anni in cui si erano incamminate verso un futuro di diritti e parità

Negli uffici delle ong si bruciano i fascicoli con i dati sensibili di donne e bambini, i poster sui muri della città che ritraevano volti femminili sorridenti sono stati imbiancati. L’immagine, anche solo la speranza, della donna libera è stata cancellata e le testimonianze che arrivano sono agghiaccianti. L’Onlus Pangea sul suo profilo Instagram, dopo aver bruciato i documenti delle persone che ha aiutato negli anni, ha fatto sapere che la paura per lo staff e per le donne afghane è tanta: 

“I talebani sono ormai in diversi quartieri della città e malgrado ci stiano facendo credere di essere moderati, la verità è che ieri sera vicino a Mazar-i Sharif hanno ucciso 15 donne che lavoravano per ong straniere per i diritti delle donne. Per questo la nostra principale preoccupazione rimane mettere in sicurezza il nostro staff perché rischiano davvero la vita: donne coraggiose che in questi anni hanno lavorato con noi per aiutare le donne afghane e i loro bambini”.

Una ragazza di 24 anni che frequentava l’università ha raccontato al Guardian cosa sta accadendo: 

“La domenica mattina presto (15 agosto 2021, ndr) stavo andando all’università per una lezione quando un gruppo di donne è uscito di corsa dal dormitorio femminile. Ho chiesto cosa fosse successo e uno di loro mi ha detto che la polizia li stava evacuando perché i talebani erano arrivati ​​a Kabul e avrebbero picchiato le donne che non indossavano il burqa. Volevamo tutti tornare a casa, ma non potevamo usare i mezzi pubblici. Gli autisti non ci lasciavano salire sulle loro auto perché non volevano assumersi la responsabilità del trasporto di una donna. (…) Nel frattempo, gli uomini intorno si prendevano gioco di ragazze e donne, ridendo del nostro terrore. ‘Vai e mettiti il burqa’, gridò uno. ‘Sono i tuoi ultimi giorni fuori in strada’, ha detto un altro. ‘Sposerò quattro di voi in un giorno solo’, disse un terzo”.

La nuova leadership talebana non ha ancora ufficialmente stabilito le regole per i residenti di Kabul ma, come si legge sempre sul Guardian, i combattenti hanno usato gli altoparlanti in una moschea nella parte occidentale della città per annunciare che le donne dovrebbero indossare il burqa o l’hijab completo:

“Una donna anziana che è andata a prendere del cibo per la sua famiglia ha visto uomini armati spingere le donne e mandarle a casa per non avere il viso coperto. Li vide anche trascinare via le donne più giovani. La maggior parte delle donne era semplicemente rimasta a casa”.

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