Aveva solo 8 anni Lucy Parke, la bambina affetta dalla sindrome di Hutchinson-Gilford, nota come progeria, che non ce l’ha fatta ed è morta dopo aver vissuto per anni nel corpo di una centenaria. La sua malattia, rarissima, è stata diagnostica subito dopo la nascita: i primi sintomi erano stati i problemi nella crescita e la perdita dei capelli. Originaria dell’Irlanda, era vittima di un invecchiamento precoce del suo corpo che, però, lasciava intatta la sua mente, quella di una bambina di 8 anni imprigionata in un corpo che non sentiva suo, che regrediva in fretta. Una malattia che porta alla morte entro i primi vent’anni di vita: per lei, dunque, non c’erano speranze. I suoi familiari sapevano bene che prima o poi li avrebbe lasciati, che non poteva sopravvivere a lungo.

Come riporta l’Irish Mirror, la madre della piccola – che ha dato la notizia della sua morte – ha lasciato un messaggio, quasi una poesia per la figlia, su Facebook:

“Abbiamo perso la nostra preziosa Lucy. La nostra piccola ha smesso di lottare, il suo corpo era ormai debole, ma il suo cuore era forte e il suo amore per la vita e il suo meraviglioso sorriso ci hanno resi orgogliosi di essere i suoi genitori. L’ultimo anno è stato duro e abbiamo il cuore spezzato e continuiamo a piangere, ma sappiamo che ora sei in Paradiso e ti siamo davvero grati per tutto ciò che ci hai insegnato, per gli abbracci, le risate e i sorrisi che ci hai regalato. Gli ultimi otto anni sono stati incredibili, grazie Lucy e grazie Dio, ci mancherai ogni singolo giorno”.

Non sono stati anni facili per la piccola Lucy Parke, soffriva tanto per la sua malattia che, come precisa Wikipedia, si verifica per una “mutazione de novo e raramente viene ereditata”. Infatti i pazienti con queste patologie non vivono tanto da potersi riprodurre ed entro i 20 anni muoiono.

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