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Edward, morto per salvare il fidanzato, Luis di Harry Potter: storie e volti delle vittime di Orlando
A cura di Ilaria Maria Dondi - 13 Giugno 2016 alle 11:11

Ci sono i numeri della strage di Orlando: 50 vittime. Ci sono le polemiche sulla sicurezza e sulla facilità con cui è possibile acquistare armi in America. C’è chi non perde tempo e usa i morti per fare campagna elettorale. Ci sono le responsabilità da accertare e da punire. Ci sono i retroscena della vita dell’assassino, il vigilante che è entrato nel locale gay Pulse e ha fatto una strage incomprensibile. C’è il suo collegamento all’Isis, che rivendica l’attentato (da accertare o meno).
Noi, dal canto nostro, scegliamo di non citare neppure il nome dell’assassino, né mettere una sua foto, perché vorrebbe dire assecondare il suo perverso desiderio di visibilità e mistificazione.
Ci sono tutte queste cose e molte altre ancora, di cui è giusto si occupi chi di dovere. Non noi. E poi c’è il dolore dei famigliari delle vittime, ma anche questo merita il rispetto del silenzio.
E poi, ma in realtà prima di tutto, ci sono 50 persone che sono state uccise, in modo brutale, per una ragione che non ha ragione di esistere: perché erano gay, perché erano uomini che amavano altri uomini. Come dire che sono morte perché amavano!
Ecco, a loro dedichiamo un piccolo omaggio. Abbiamo scelto poche brevi storie, insufficienti per raccontare tutta il doloro, ma che vogliono raccontare la vita e l’amore per non dimenticare, ancora una volta, che sono la vita e l’amore a meritare di avere i riflettori puntati. Non chi ne fa scempio.
Edward Sotomayor, morto per salvare il suo amore

Quando ha capito cosa stava succedendo Edward, come ha twittato al giornalista Angela Taylor, ha fatto scudo al suo fidanzato per salvarlo. Il ragazzo è poi morto in ospedale per le ferite riportate.
Friend says Eddie Sotomayor took bullet in back getting his boyfriend out safely. Died in hospital #PrayForOrlando pic.twitter.com/NagY8tytMW
— Angela Taylor WESH (@AngelaWESH) 12 giugno 2016
Eddie, come lo chiamavano gli amici, aveva 34 anni, lavorava per un’agenzia di viaggi gay ed era molto popolare e noto per la sua solarità e per il vezzo di indossare spesso un buffo cappello a cilindro.
Gli amici che lo conoscevano lo ricordano come una persona gentile e dolce.
My heart is broken. Edward Sotomayor was one of the kindest, sweetest people I’ve met. I’m so… https://t.co/Te6KvzSYgU
— Pandora Boxx (@ThePandoraBoxx) 12 giugno 2016
E il popolo della rete lo ha scelto come uno dei simboli di questa tragedia di Orlando, tributandogli migliaia di messaggi e tweet:
Edward Sotomayor JR. I honor you! #OrlandoNightclubShootingVictim
— Cecilia Martin (@cecimartin) 12 giugno 2016
Luis Vielma, l’addio della Rowling al giovane collaboratore
Luis Vielma worked on the Harry Potter ride at Universal. He was 22 years old. I can’t stop crying. #Orlando pic.twitter.com/Nz2ZCWxNsS
— J.K. Rowling (@jk_rowling) 13 giugno 2016
Non riesco a smettere di piangere, scrive l’autrice di Harry Potter, JK Rowling.
Luis Vielma, tra le vittime della folle sparatoria, aveva 22 anni e aveva lavorato sul set di Harry Potter alla Universal.
Eccolo nella foto postata in Twitter dalla Rowling con la divisa della Scuola di Hogwarts.
Stanley Almodovar III, un altro eroe

Stanley aveva 23 anni. Una donna ha raccontato al Sentinel di averlo visto spingere le persone per assicurarsi che fuggissero nel senso opposto a quello in cui arrivava l’assassino.
Joshua McGill, lo studente che si è salvato e ha salvato un altro uomo

Joshua McGill, fortunatamente, non è tra le vittime, ma la sua è una storia di speranza che merita di essere raccontato. Joshua ha 26 anni e studia Scienze Infermieristiche. Mentre stava cercando di fuggire vede un uomo, Rodney Sumter, cadere a terra colpito da una pallottola e, coraggiosamente, lo soccorre usando la propria camicia come laccio emostatico per impedire che il ragazzo muoia dissanguato.
Joshua ha rischiato la sua vita per salvare Rodney.
Luis Omar Ocasio-Capo, il ballerino raggio di sole di Starbucks

Aveva 20 anni e faceva il ballerino e vari altri lavori, tra cui il commesso e il barista da Starbucks. Chi ha lavorato con lui lo ricorda come una persona che illuminava il posto in cui era:
Eric Ivan Ortiz-Rivera, lo sposo

Si era sposato da un anno, Eric Ivan Ortiz-Rivera, 36 anni, animo artistico e amante della danza.
“Mamma ti amo”: RIP Eddie Justice

Eddie Justice è diventato il simbolo della tragedia di Orlano. 30 anni, prima di morire, ha chattato con la madre.
Il primo messaggio è per dirle “Mamma ti voglio bene”.
Poi ne seguono altri, in cui cerca di informare la madre: “Nel club stanno sparando”. “Intrappolato nel bagno”. La donna, disperata, gli chiede come sta e in che locale si trova.
Lui risponde: “Pulse. In centro. Chiama la polizia”. E poi scrive un disperato: “Sta arrivando. Sto per morire”. Ci sono ancora pochi scambi di messaggi tra il figlio e la madre, che si precipita al club e cerca di capire dove sia esattamente il figlio.
L’uomo la avverte: “È nel bagno con noi”.
Eddie non ce l’ha fatta. Vittima di una follia che uccide chi sente “diverso” da sé, per paura, per ignoranza, per fanatismo.
A noi resta il compito di omaggiare queste vittime e crescere i nostri figli da uomini veri.
Uomini, cioè, che non hanno paura di chi ama, a prescindere da quale sia la loro scelta sessuale.

Scrivere delle storie degli altri è un modo per raccontarsi restando nascosti
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