"Tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei": Liliana Segre querela Elena Basile

La senatrice a vita ha querelato l’ex ambasciatrice italiana in Belgio dopo essere stata accusata di non avere a cuore le vittime palestinesi dei bombardamenti israeliani: “I bambini palestinesi non la toccano?”.

Liliana Segre ha querelato Elena Basile, ex ambasciatrice italiana in Belgio, dopo che quest’ultima l’aveva accusata di essere “tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei”. La denuncia è stata depositata dal legale della senatrice a vita, Vincenzo Saponara, ieri, 29 febbraio 2024, dopo un lungo botta e risposta seguito alle accuse della diplomatica.

In un video Facebook, Basile aveva infatti accusato Segre di non preoccuparsi delle vittime palestinesi dei bombardamenti israeliani attualmente in corso nella Striscia di Gaza, e di aver rivolto il suo pensiero soltanto agli ebrei uccisi dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023: “Cara Signora Segre, lei dice di non poter più dormire pensando ai bambini ebrei uccisi il 7 ottobre. Ci racconta di come la sua memoria sia tormentata non solo nel Giorno della Memoria ma per 365 giorni da quello che ha vissuto nei campi di concentramento. Ma cara signora, possibile che lei sia tormentata solo da pensiero dei bambini ebrei? I bambini palestinesi non la toccano? Capisce che ci sono bambini mutilati che giacciono per terra oltre a quelli morti, uno ogni 4-5 minuti?”, aveva detto l’ex ambasciatrice, commentando alcune affermazioni fatte da Liliana Segre durante il Giorno della Memoria.

I tedeschi erano molto buoni con i loro bambini, i nazisti ha quindi continuato nel suo video Elena Basile –. Anche loro avevano una morale che si rivolgeva ai tedeschi, agli ariani, ai bianchi, e non capivano, non sentivano nulla per la morte degli ebrei: lei vuole imitarli?”. Una provocazione che era stata seguita dalla richiesta di rimuovere il video da parte del figlio della senatrice, Luciano Belli Paci, rimasta a suo dire senza risposta. In seguito all’annuncio di querela, Basile aveva risposto all’uomo tramite due mail, nelle quali “dà la colpa ai giornali che hanno travisato e che secondo lei dovrebbero rettificare. Prendiamo atto della sua risposta e procediamo con la querela”, come comunicato da Belli Paci stesso all’ANSA.

Un malinteso smentito dal figlio della senatrice, secondo il quale “i travisamenti del pensiero di Liliana Segre da parte della stampa non risultano”, e che ha poi proseguito: “Prendiamo atto del fatto che non ritiene di assumersi le sue responsabilità per le affermazioni diffamatorie ed ingiuriose contenute sia nel video sia nell’intervista pubblicata dal giornale online [Il Giornale d’Italia]”, sostenendo che la senatrice si sia sempre espressa contro le sofferenze dei bambini di tutte le nazionalità.

Sono molto spiacente di questo atroce malinteso. Sono stata tratta in inganno da una intervista, letta forse superficialmente, nella quale il giornalista attribuiva dichiarazioni unilaterali alla senatrice Segre”, ha quindi affermato Basile in un intervento riportato integralmente da Fanpage, nel quale si scusa con la senatrice.

Non mi importa della querela che credo non abbia basi giuridiche, mi allarma avere ferito con un paragone inappropriato la senatrice, per la quale ho sempre avuto stima per la sua opera di testimonianza dell’esperienza atroce che ha vissuto. Sarei sconvolta al pensiero di averle arrecato dolore”, ha aggiunto, affermando poi di aver guardato le sue interviste: “(…) le sue parole umane mi hanno commosso. In effetti ha dichiarato in molte occasioni che era triste per la morte dei bambini ebrei e dei bambini palestinesi. Ha anche dichiarato di essere contraria a ogni tipo di vendetta. Sono spiacente per l’accaduto. La mia reazione era contro i doppi standard di una certa stampa con cui ora, meglio informata, so che la Senatrice ha poco a che vedere”.

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