Un drammatico suicidio, poche parole scritte su un pezzo di carta con mano tremante prima di compiere l’estremo gesto: Vittorio Bonaldo si è tolto la vita qualche giorno fa, gettandosi dall’ottavo piano del suo palazzo di Latina. Poteva essere una tragedia come tante altre, meritevole solo di un titolino sui giornali, e invece la notizia ha avuto un’importante diffusione.

Perché Vittorio era lo zio di Elena Santarelli, e la showgirl ha deciso di far sì che di questo suicidio si parli. Non per motivi di notorietà, ma perché dietro la morte di quest’uomo si cela un dramma molto più profondo.

Vittorio ha trascorso gran parte della sua vita, al fianco della moglie, ad assistere la figlia Daniela (oggi 37enne) malata di una rara patologia genetica, la sindrome di Prader Willi. Una vita fatta di sacrifici e di rinunce, di lunghe giornate passate a vegliare la sofferenza di ciò che aveva di più caro al mondo, sempre con un sorriso sulle labbra – perché l’amore ci aiuta a sorridere anche nei momenti peggiori della nostra esistenza. Fino a pochi giorni fa, Vittorio è andato avanti tra mille dolori e altrettante difficoltà, senza mai abbattersi.

Poi è arrivata la tragica notizia: i medici gli hanno riscontrato una brutta malattia, e lui non ha avuto la forza sufficiente ad affrontarla. Forse non voleva pesare ulteriormente sulla sua famiglia, non voleva distrarre le attenzioni e le cure destinate alla sua Daniela. Forse il suo voleva solamente essere un gesto di estrema carità. E quindi Vittorio ha scritto una breve lettera e si è buttato dall’ottavo piano di casa sua.

La lettera è arrivata anche nelle mani di sua nipote Elena, che è sempre stata molto sensibile a questi temi, ancor di più da quando suo figlio Giacomo ha affrontato – e vinto – la lotta contro un tumore al cervello. E così la showgirl ha deciso di pubblicare le parole di suo zio su Instagram, con un preciso obiettivo: far sì che si parli delle immense difficoltà cui vanno incontro tutti coloro che devono affrontare la disabilità in famiglia, e che spesso vengono lasciati soli dallo Stato.

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“La Prader willi mi ha consumato,distrutto senza forze,ora sento già il secondo mostro che si è impossessato di me.chiedo scusa alla mia famiglia (tutta) ma non ho la forza per affrontarlo Mario prendi il comando e già so che lo farai ,ciao ,grazie Dani ciao Vale scusa ,Lalla scusa ciao . Tommi Vittoria nonno va sulla “luna “ciao bambini,ciao studiate . Ciao a tutti quelli a cui ho voluto bene ,amici cari. CHIEDO AI POLITICI DI FARE DI PIÙ PER LE FAMIGLIE CON “PERSONE CON HANDICAP” Vittorio Bonaldo . Fai qualcosa sui giornali , ciao Vito . Questa è la lettera che mio zio Vittorio ha lasciato a mia zia Clara (sorella di mia madre) ieri mattina sul tavolo prima di togliersi la vita dall’ottavo piano di un palazzo a Latina. Mio zio aveva una figlia (Daniela ) con la sindrome rara di prader willi ,da 37 anni era l’ombra di sua figlia Daniela ,era insieme a mia zia un vero e proprio “care giver “dedicando tutte le sue energie alla figlia malata , e come tutti i care giver ci si sente lasciati soli ( non dalla famiglia ). Pochi gg fa aveva scoperto di essere affetto da una malattia ,questo è il secondo mostro di cui parla . Questo gesto che ha compiuto può essere giudicato come atto di vigliaccheria ma non è così ,un gesto chiaro di un ultimo sacrificio verso la famiglia e verso tutte le famiglie che vivono questa condizione .zio Vittorio era una bella e brava persona che aiutava tutti con il sorriso sulle labbra e vorrei che tutti lo ricordassero per tutto quello che ha fatto prima di compiere qs gesto estremo. Zio voleva che si parlasse della prader willi e questo è’ il mio contributo al tuo volere zio Vito.ti vogliamo tutti bene zio ,hai lasciato un grande vuoto .il repost e’ gradito . #caregiver #ciaozioVito #tivogliamobene . Ci prenderemo tutti cura della tua famiglia , Con affetto , tua nipote Elena . www.praderwilli.it

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“La Prader Willi mi ha consumato, distrutto senza forze, ora sento già il secondo mostro che si è impossessato di me. Chiedo scusa alla mia famiglia (tutta) ma non ho la forza per affrontarlo.
Mario prendi il comando e già so che lo farai, ciao, grazie.
Dani ciao.
Vale scusa, Lalla scusa ciao.
Tommi Vittoria nonno va sulla ‘luna’ ciao bambini, ciao studiate.
Ciao a tutti quelli a cui ho voluto bene, amici cari.
CHIEDO AI POLITICI DI FARE DI PIÙ PER LE FAMIGLIE CON ‘PERSONE CON HANDICAP’.
Vittorio Bonaldo.
Fai qualcosa sui giornali, ciao Vito.

Questa è la lettera che mio zio Vittorio ha lasciato a mia zia Clara (sorella di mia madre) ieri mattina sul tavolo prima di togliersi la vita dall’ottavo piano di un palazzo a Latina. Mio zio aveva una figlia (Daniela) con la sindrome rara di Prader Willi, da 37 anni era l’ombra di sua figlia Daniela, era insieme a mia zia un vero e proprio ‘care giver’ dedicando tutte le sue energie alla figlia malata, e come tutti i care giver ci si sente lasciati soli (non dalla famiglia).

Pochi giorni fa aveva scoperto di essere affetto da una malattia, questo è il secondo mostro di cui parla. Questo gesto che ha compiuto può essere giudicato come atto di vigliaccheria ma non è così, un gesto chiaro di un ultimo sacrificio verso la famiglia e verso tutte le famiglie che vivono questa condizione. Zio Vittorio era una bella e brava persona che aiutava tutti con il sorriso sulle labbra e vorrei che tutti lo ricordassero per tutto quello che ha fatto prima di compiere questo gesto estremo.

Zio voleva che si parlasse della Prader Willi e questo è il mio contributo al tuo volere zio Vito. Ti vogliamo tutti bene zio, hai lasciato un grande vuoto. Il repost è gradito. Ci prenderemo tutti cura della tua famiglia. Con affetto, tua nipote Elena”.

Quello di Elena Santarelli è un appello rivolto allo Stato, per far sì che si parli di più della disabilità e si affronti il tema con aiuti concreti alle famiglie che devono sopportare ogni giorno un carico di responsabilità così grande. Il nostro piccolo aiuto è quello di diffondere il più possibile le ultime parole di suo zio, un uomo che ha dedicato la sua vita alla sofferenza di sua figlia, e che alla fine non è riuscito a sopportarne il peso.

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