"Poi non ci lamentiamo se ti inviano solo caxxi": i commenti osceni sotto il post di Elettra Lamborghini

Sotto l'ultimo post di Elettra Lamborghini sono comparse diverse critiche, ma fra queste anche commenti che danno decisamente più da pensare, perché veicolatori di messaggi di vittimizzazione secondaria.

Elettra Lamborghini, come la gran parte dei personaggi pubblici, riceve sotto ogni post condiviso sui social critiche più o meno educate per le più disparate ragioni, e anche nell’ultimo carousel di immagini postato su Instagram i detrattori non si sono fatti attendere.

Tutina nera super aderente, guanti e sandali dal tacco alto, la cantante ed ex giudice di The Voice ha ricevuto moltissimi commenti di apprezzamento sotto il post, ma anche qualche, immancabile critica, fra cui quelle di essere particolarmente esibizionista e di “tirarsela troppo”.

Ma fra i commenti negativi ce ne sono alcuni che più di altri danno da pensare, perché fatti da professionisti, in questo caso della salute, che operano anche con neonati e bambini, e che nelle loro osservazioni – ovviamente non richieste – hanno veicolato concetti di vittimizzazione secondaria. Parliamo, ad esempio, di questo.

Fonte: instagram @elettralamborghini

Scrivere a una persona – poco importa che sia un personaggio pubblico o meno – “Poi non lamentarti se ti inviano solo caxxi” va ben oltre il tanto sbandierato diritto di opinione e di espressione che spesso viene pretestuosamente tirato in ballo quando si intende far passare come legittima la propria incapacità di restare entro i confini del rispetto e dell’educazione nel momento in cui si commenta qualcosa, ma afferisce, senza neanche troppi tentativi di mascherarlo, alla misoginia interiorizzata.

Parliamo di un ribadimento dell’affermazione di quella cultura sessista il cui apice è rappresentato dal “Se fai così te la cerchi”, che è il perno centrale di tutta la cultura del victim blaming e che, ahinoi, continua a essere veicolato in sedi anche importanti e nella narrazione comune fatta anche da giornalisti, giornaliste, personaggi politici e pubblici o, come in questo caso, professionisti.

E quella chiosa finale “liberissima di farlo, ma”, ha tutta l’aria di una paternalistica concessione, anch’essa naturalmente non richiesta, di cui né Lamborghini, né nessun’altra donna, ha bisogno.

Se a questo aggiungiamo tutto un altro filone di commenti, quelli che puntano a ricordare a Lamborghini il suo ruolo di moglie come monito per invitarla a rientrare entro determinati confini (“cosa può dirle un marito con 160.800 persone che sbavano dietro una foto tutta in latex con le gambe aperte sul tavolo”, scrive una utente sotto il commento del marito della cantante, il dj Afrojack), ecco che abbiamo di nuovo servito l’ormai familiare schema delle “regole di comportamento femminili”, che implicano, ça va sans dire, il non mostrarsi “troppo sexy” – secondo standard definiti non si sa bene da chi -, per non dispiacere troppo il coniuge o, peggio, incappare in qualche brutta sorpresa. O meglio, in qualche “lupo cattivo”, per usare un termine molto in voga recentemente.

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