La madre le ruba l'identità, e lei ufficialmente non esiste: la storia di Elisabetta Agyeiwaa

La regista è nata a Brescia nel 1991 ma non è mai stata registrata alle autorità italiane. Con il suo certificato di nascita è stata iscritta ai registri un'altra bambina: "A lei sono stati assegnati il mio nome e data di nascita, ma usando la sua foto e le sue impronte digitali".

La regista Elisabetta Agyeiwaa è nata a Brescia nel 1991, ma formalmente non esiste, non essendo mai stata registrata alle autorità italiane. Nel 1993, infatti, sua madre – arrivata in Italia dal Ghana – ha utilizzato il suo certificato di nascita per iscrivere ai registri un’altra bambina, molto più grande di lei.

In un’intervista a VICE ha spiegato:

Si tratta molto probabilmente della sorella del padre di mio fratello e di mia sorella. A lei sono stati assegnati il mio nome e data di nascita, ma usando la sua foto e le sue impronte digitali. A questa altra bambina non è stata data soltanto la mia identità, ma anche un posto nella famiglia.

Poco tempo dopo la nascita di Agyeiwaa, sua zia l’ha affidata a una sua amica olandese in un piccolo paesino in Olanda, senza alcun documento:

Dopo la mia nascita, mia zia – che viene dal Ghana, ma ha la cittadinanza olandese – mi ha portata nei Paesi Bassi. Lo ha fatto perché mia madre “non ce la faceva” e non era in grado di occuparsi di me almeno per un po’. Mi ha lasciata a una sua conoscente di nome Marianne, che viveva in un paesino della Frisia. Così lei è diventata la mia madre adottiva. Non ho mai più avuto documenti. Di conseguenza, non ho diritto di voto, non posso accendere un mutuo, né sposarmi o viaggiare fuori dall’UE.

Elisabetta Agyeiwaa ha raccontato cosa significa non esistere agli occhi della legge:

Quando è morta Marianne, è diventato chiaro quanto fosse problematica la situazione. Avrei dovuto ricevere un’eredità da parte sua, ma non ho ottenuto niente. Ero da sola e le autorità non riuscivano a capire chi fossi. Sono stata registrata ufficialmente come “persona senza documenti di origine sconosciuta” e sono diventata “figlia dello stato.” Mi è stato assegnato un tutore, una persona che teneva un fascicolo con i miei dati, cioè informazioni su dove vivevo e come stavo. Senza documenti, non potevo essere adottata e sono passata di casa famiglia in casa famiglia.

E ancora:

È molto difficile dimostrare che sono la vera Elisabetta e non l’impostora. Le sue impronte digitali sono associate al mio nome. Se digiti il mio nome nell’archivio, compare la foto di quella persona. Mia madre, poi, si rifiuta di aiutarmi. Dice che negherà per sempre

Dal 2015, anno in cui un cugino le ha raccontato la verità sul furto d’identità, la filmmaker ha provato in tutti i modi a riappropriarsene. Ad oggi, tuttavia, non ci è ancora riuscita. Non trovando aiuto per risolvere la situazione, ha deciso di raccontare la storia in un breve documentario, Elisabetta, che ha debuttato a settembre 2022 al Netherlands Film Festival.

Sulla madre ha affermato:

Perché la mia stessa madre mi ha fatto una cosa del genere? È già abbastanza doloroso che non si sia presa cura di me, perché continua a infierire? E perché ha dato a quest’altra bambina il mio posto nella famiglia? Non ha mai voluto rispondere a queste domande. Spero che un giorno troverà la forza di chiedere scusa, ma ho paura che non succederà mai.

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