Sette vittime in 6 giorni, più di una al giorno. Tanta, almeno, quelle che hanno denunciato.

Gli episodi di cronaca che arrivano da tutta Italia in quest’ultimo scorcio di estate parlano tristemente chiaro, e forniscono un quadro brutalmente drammatico  e sconcertante di una situazione davanti a cui è difficile non sentirsi impotenti, oltre che adirati.

7 donne violentate in nemmeno una settimana, da Milano alla Puglia, dal lungomare riminese traboccante di turismo e di giovani in cerca di divertimento fra locali e pub, alla periferia della Brianza. La vittima più giovane della violenza carnale ha 17 anni, la più anziana 81.

È una piaga che non può lasciare indifferenti nessuno, quella dello stupro, perché riguarda tutto il nostro paese e riguarda, potenzialmente, tutte noi. Che non ci sentiamo più in diritto di girare per un parco dopo le diciannove, da sole, di vestirci come più ci piace e, perché no, anche di bere un bicchiere di troppo, per svagarci una sera, senza che questo ci esponga alla mercé di chi ci prende con la violenza, minacciandoci con un coltello alla gola, tappandoci la bocca per non farci gridare.

Non c’è niente, niente che legittimi gli uomini che si macchiano di una violenza sessuale a compiere un atto del genere: né un abito succinto, né un atteggiamento più socievole, né il pensiero di chi ha persino il coraggio di dire pubblicamente che dopo un po’, alla fine, lo stupro diventa “piacevole” per la donna, alla pari di un rapporto consensuale.
Purtroppo bisogna dirlo, ripeterlo, stanare l’errore di chi non la pensa così, perché sono concetti tutt’altro che scontati, come ci dimostrano alcuni fatti recenti.

Altrettanto triste, in questo già desolante contesto dove i numeri ci sbattono in faccia senza edulcorazioni cosa sta diventando “abituale”, è proprio vedere che qualcosa di così grave, che dovrebbe unire e promuovere un naturale senso di solidarietà e di sdegno generale, sia invece l’occasione buona per criticare, per giudicare, per trovare delle colpe anche nelle vittime. E fa rabbrividire che i commenti peggiori arrivino proprio dalle donne, almeno da quelle incapaci di empatia ovviamente, che tra un “Se si veste così però…” e un “Prima fanno le oche poi piangono…” rilasciano la loro terribile sentenza: se l’è andata a cercare.

Le vittime di questi ultimi giorni sono giovanissime, donne che passeggiavano in compagnia di fidanzati o amici, e un’anziana che voleva godersi qualche minuto nel parco.

1. Rimini, 31 agosto

Fonte: repubblica.it

L’episodio si è verificato sul lungomare di Marina Centro a Rimini, vicino all’ex Delfinario, e ha avuto come vittima una quarantenne, che passeggiava con un amico. La coppia all’uscita di un locale è stata avvicinata da un trentaquattrenne marocchino che, dopo aver fatto delle avance alla donna ed essersi impossessato del suo cellulare, le avrebbe intimato di seguirla in spiaggia. Una volta lì le ha detto che per avere il suo telefonino avrebbe dovuto concedersi. L’aggressore, con precedenti per reati contro il patrimonio, è stato fermato e portato in carcere, con l’accusa di violenza sessuale ed estorsione, e il suo arresto verrà convalidato nelle prossime ore.

I Carabinieri si sono messi subito  al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti: il maggiore Ferruccio Nardacci ha spiegato

Usiamo cautela perché le condizioni della vittima, del suo amico e dell’aggressore, erano evidentemente alterate.

È stato proprio l’uomo che era in compagnia della vittima ad allertare le forze dell’ordine, che per fortuna sono riuscite ad arrivare prima che il marocchino, già nudo, riuscisse a violentare la donna.

2. Bologna, 31 agosto

La sezione bolognese di Repubblica racconta l’episodio, avvenuto verso le 2:30 in via Dozza, nella periferia cittadina. Un uomo di 28 anni di origine pakistana, senza fissa dimora e disoccupato, è stato arrestato per tentata violenza sessuale dai carabinieri, allertati da un automobilista che ha chiamato il 112 dopo aver  visto nelle vicinanze di una siepe un uomo che stava schiaffeggiando una donna, disperata e bloccata a terra. Due pattuglie hanno raggiunto il posto e bloccato l’aggressore, mentre la donna, ovviamente sconvolta, è stata portata al pronto soccorso e dimessa con una prognosi di cinque giorni. Ai carabinieri ha raccontato che mentre stava tornando a casa, camminando lungo la strada, era stata raggiunta dal giovane che aveva iniziato a molestarla. Nonostante il rifiuto categorico  di avere un approccio di qualsiasi tipo, il giovane l’ha afferrata per un braccio, trascinata in una zona buia e dopo averle tappato la bocca e abbassato i pantaloni ha tentato di violentarla.

3. Milano, 30 agosto

Fonte: repubblica.it

Neppure le persone più anziane vengono risparmiate dalla follia degli stupratori. È una donna di quasi 81 anni la vittima di una violenza sessuale consumatasi poco dopo le 9:30 in una zona del Parco Nord di Milano. La signora ha chiesto soccorso subito dopo lo stupro, che sarebbe stato commesso da un uomo da lei descritto come “probabilmente straniero”. La donna è stata portata inizialmente all’ospedale Niguarda, il più vicino, e poi trasferita alla clinica Mangiagalli, specializzata nell’assistenza alle vittime di violenza sessuale, dove i medici avrebbero accertato lesioni compatibili con  lo stupro. È rimasta ricoverata in stato di forte shock fino al 31 agosto, quando è stata dimessa.
Gli investigatori della squadra mobile di Milano sono ovviamente già all’opera per cercare di ricostruire la dinamica dell’accaduto, cominciando dalla ricerca del luogo preciso dove sarebbe avvenuta l’aggressione, per mettersi sulle tracce dell’uomo, che dopo lo stupro è fuggito. Secondo quanto avrebbe riferito la vittima, mentre lei stava passando a ridosso del parco dopo che era uscita di casa, alle 8 del mattino, l’uomo le si sarebbe avvicinato con una scusa qualsiasi, manifestando l’intenzione di aiutarla, poi trascorsi pochi minuti e fatti pochi passi accanto a lei avrebbe approfittato della situazione facendola cadere e trascinandola con sé. Sulla base delle dichiarazioni dell’anziana, e grazie alle telecamere piazzate nel parco, le autorità potrebbero presto far luce sull’accaduto.

4. Gallipoli, 30 agosto

È una turista diciannovenne la vittima dello stupro nel Salento che ha fatto finire in carcere un ventisettenne di Latina; l’abuso si sarebbe consumato in una residence di Mancaversa, la marina di Taviano, in provincia di Lecce. La giovane sarebbe riuscita a scappare dopo lo stupro e a chiedere prima l’aiuto di alcuni amici e poi l’intervento dei carabinieri.
Sulla base della denuncia, in accordo con la pm Francesca Miglietta, gli investigatori della compagnia di Casarano hanno emesso il provvedimento di fermo di polizia giudiziaria, che dovrà essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari.

I due ragazzi avrebbero trascorso una serata in discoteca, poi l’uomo, tornando al villaggio, sarebbe andato nel bungalow occupato da una giovane con la quale aveva intrattenuto una relazione nei giorni precedenti. Non trovandola, però, sarebbe entrato nella casa occupata da altre ragazze, e lì avrebbe conosciuto la diciannovenne, ma il tentato approccio, all’alba del 30 agosto, si sarebbe presto trasformato in un tentativo di rapporto sessuale, che la ragazza avrebbe cercato di evitare subendo però la violenza.
Il ragazzo è stato sottoposto a un test grazie al quale è stata riscontrata la presenza di un elevato tasso di alcol nel sangue. Nel corso dell’interrogatorio ha cercato di difendersi spiegando che il rapporto sessuale è stato consensuale, ma,  considerando il pericolo di fuga legato al fatto che risiede lontano dal Salento, il magistrato ha disposto che venisse portato in carcere in attesa dell’interrogatorio di convalida.

5. Desio, 29 agosto

Fonte: repubblica.it

È invece una ragazza di appena 17 anni la vittima della violenza consumatasi in un palazzo abbandonato a Desio, in Brianza. La giovanissima ha denunciato ai Carabinieri l’accaduto, spiegando di essere stata costretta a un rapporto sessuale, minacciata con un coltello, da un ventiduenne cittadino marocchino, che  è stato arrestato dopo essere stato identificato come autore della violenza, e su cui pendeva un decreto di espulsione datato dicembre 2015. Il ragazzo, senza fissa dimora che vive nello stabile abbandonato conosciuto come Palazzo del Mobile, non è però il solo responsabile: altri tre sono stati denunciati per concorso nello stupro, anche loro marocchini: sono un ventritreenne, un venticinquenne e un ventisettenne, tutti irregolari, con precedenti, e destinatari di decreti di espulsione dall’Italia.
La vittima, anche lei di origini marocchine, ma nata in Italia, li avrebbe incontrati in gruppo nel primo pomeriggio alla stazione di Monza, senza averli mai conosciuti prima. Secondo quanto ricostruito dalla procura, li avrebbe poi “volontariamente e ingenuamente” seguiti fino all’ex Centrostile, dove si è consumata la violenza. Quando è riuscita a liberarsi, è corsa in strada e ha chiesto aiuto a un gruppo di residenti sudamericani che vivono vicino alla struttura, i quali hanno chiamato i carabinieri.

6. Rimini, 26 agosto

Sono due le vittime dello stupro di gruppo avvenuto sempre sul lungomare riminese nella notte tra il 25 e il 26 agosto: la prima vittima è una ventiseienne polacca, aggredita in località Miramare, al bagno 130: il suo fidanzato è stato picchiato e derubato, lei violentata ripetutamente da quattro persone che potrebbero essere straniere.
Tutto è avvenuto intorno alle 4, in quella che doveva essere l’ultima notte di vacanza in Riviera per la coppia e i loro amici connazionali. I due si sono appartati in spiaggia sui lettini del bagno, in una zona scarsamente illuminata. I quattro aggressori sono comparsi all’improvviso e non hanno lasciato scampo ai giovani: lui è stato colpito al capo e poi lasciato a terra svenuto; lei assalita sessualmente per più volte. Le due vittime sono state portate subito in ospedale,  per lei, sotto choc, è stato attivato  il protocollo sanitario previsto in caso di stupro, che comprende anche il sostegno psicologico. Gli autori della violenza  sono gli stessi che avrebbero violentato anche una transessuale peruviano, lasciandolo poi ferita in strada, nella stessa notte. Ma proprio lei avrebbe, nei giorni successivi, riconosciuto senza ombra di dubbio i quattro stupratori, si ipotizza nordafricani. La transessuale ha visto le immagini elaborate da polizia scientifica e squadra mobile e quelle di varie telecamere poste nelle vicinanze del luogo dell’aggressione oltre che sul lungomare. Non ha indicato i nomi degli stupratori,  dato che non li conosceva, ma li ha identificati in varie immagini, in cui comparivano anche con altre persone.

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