La morte di Franco Battiato ha gettato un velo di tristezza su ogni amante della musica e della poesia, perché il “Maestro”, poeta lo è stato sicuramente, incarnando quarant’anni di arte, fascino, misticismo e cultura pop.

A rendergli omaggio, nelle ore successive alla scomparsa, tantissimi colleghi, che con lui hanno condiviso parte di un percorso, o che con le sue musiche e i suoi testi da aedo greco sono cresciuti. Da Levante a Loredana Bertè, protagonista con lui di un curioso e divertente aneddoto raccontato da Battiato stesso, passando per Emma Marrone, colei che con il cantautore catanese ha intrecciato la strada professionale, partecipando nel 2016 al Milo Fest al Teatro Lucio Dalla e proseguendo, nel corso degli anni, con altri concerti, come quello di cui la cantante salentina ha postato un estratto, per fargli gli auguri di compleanno nel 2020.

Un anno più tardi il tono è diverso, la tristezza tanta, mista però alla gratitudine per aver condiviso una parte di vita con un genio puro come quello di Battiato, che Emma fa riscoprire non solo come paroliere senza eguali, ma anche come eccezionale pittore, postando l’immagine di un ritratto da lui realizzato.

Mi arrivò questo tuo sms – scrive Emma – Un dipinto, un ritratto.
Questa tela dipinta di un rosso acceso e una donna nel mezzo.
Ti chiamai al telefono maestro.
Con le mani tremolanti dall’emozione.
Le mani di una ragazza che poteva telefonare a Franco.
Franco Battiato.
‘Francuzzo che bel dipinto’.
‘L’ho dipinto per te, questa sei tu’.
‘Cos’è quel cerchio bianco che ho sulla testa?’
‘È il terzo occhio… Perché tu sai vedere’.
Solo dopo ho notato tutto il resto. Una donna con la schiena curva, con le spalle alte, tipico di chi tende sempre a difendersi.
Gli occhi chiusi, la bocca rossa come il sangue e le mani rivolte verso il cielo.
Tu mi hai vista Franco mio.
Hai visto cose che io ancora non vedo. E io ti ringrazio per tutto ciò che mi hai donato. La tua stima, il tuo tempo e la tua arte.
Ti immagino meditare da qualche parte.
Ti ricordi le nostre vacanze in Sicilia, a casa tua?
Ti ricordi quando parlavamo seduti sotto gli alberi del tuo meraviglioso giardino?
Io sì.
Mi ricordo tutto. Mi ricordo anche di quella notte in cui fu l’Etna a svegliarci, con i suoi sussulti e il suo borbottio.
Ma io non dormivo.
Ero a casa tua, ero la tua ospite speciale ed ero pervasa dall’energia più forte che io abbia mai sentito.
Alle 5:00 del mattino mi hai portato il caffè.
0 Maestro ma è ancora buio!
E tu mi dicesti ‘
Alzati che andiamo al mare’.

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