Fare pipì in pubblico non è più reato, se la vescica ha un impellente bisogno di essere liberata.
La Cassazione ha infatti deciso, accogliendo il ricorso dell’avvocato Fabio Giuggioli, di cancellare la condanna e una multa di 200 euro ad un 55enne, accusato di atti contrari alla pubblica decenza.

All’1.30 del 2 gennaio 2009 l’impiegato venne sorpreso dai carabinieri mentre faceva i propri bisogni in una stradina vicina a un ristorante in piazza a Lamon.
L’uomo tentò di spiegarsi: “Sono dispiaciuto ma sono stato costretto a usare questa stradina buia come toilette. I tentativi di utilizzare i servizi del ristorante sono falliti”.
L’avvocato ha commentato: “La condanna, seppure insignificante, aveva inoltre causato una serie di problemi al 55enne che, quale dipendente pubblico, si era visto precludere la partecipazione ad alcuni concorsi, non essendo più incensurato”

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