Ci sono campagne pubblicitarie divulgative di successo e poi ci sono quelle fallimentari, come la più recente tra quelle promosse dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la quale – attraverso l’hashtag #FertilityDay – ha invitato a prendere parte alla giornata dedicata al tema della fertilità e al rischio di calo delle nascite che si terrà il prossimo 22 Settembre.
Le immagini che accompagnavano l’iniziativa hanno suscitato reazioni molto forti, non solo a livello istituzionale, ma hanno visto coinvolto attivamente il popolo della Rete, così come la stampa e gli influencer più seguiti.

Fonte: Huffington Post
Fonte: Huffington Post

Le polemiche più accese sono state mosse contro il messaggio di fondo che esortava esplicitamente le donne ad affrettarsi a mettere al mondo dei figli, connotando così l’idea di fertilità del concetto di dovere e di data di scadenza, anziché proporre il tema come l’esito di un atto d’amore, frutto di una scelta consapevole.

Sembra essere una risposta efficace alla scelta di comunicazione italiana tutta da dimenticare, quella proposta in Nuova Zelanda da parte della Fertility Associates, associazione che si occupa del monitoraggio della fertilità promuovendo, di pari passo, soluzioni per affrontare i problemi collegati al non poter concepire.

La campagna neozelandese si è rivolta direttamente agli uomini tra i 20 e i 45 anni, anziché alle donne, e ha mirato a convincerli a diventare donatori di sperma al grido di “Fatevi avanti, eroi!”. L’immagine simbolo che accompagna il messaggio di esortazione, mostra un Superman che – per l’occasione – ha cambiato travestimento, indossandone uno che mette in bella mostra sulla maglia uno spermatozoo al posto della celeberrima “S”.

Fonte: Fertility Associates
Fonte: Fertility Associates

Nel corso degli ultimi anni la Nuova Zelanda ha assistito ad un calo di donatori di seme a fronte di una richiesta sempre maggiore di inseminazione da parte di donne e di coppie. Il messaggio della Fertility Associates è chiaro e semplice: cercasi donatori disperatamente.
Le donazioni hanno visto una riduzione drastica a seguito di provvedimenti presi dal governo, il quale con una legge datata 2004, scoraggiava la pratica della donazione imponendo alle donne delle liste di attesa lunghe almeno due anni, mentre ai donatori veniva imposto il più completo anonimato e il divieto di ricevere alcuna forma di pagamento e sovvenzione. Inoltre, la donazione prevedeva – e tuttora prevede – una serie di analisi mediche onerose e non tutti i potenziali volontari sono in grado di poterne sostenere i costi.

La legislazione neozelandese è cambiata ulteriormente, permettendo ai figli nati a seguito di una donazione di seme, al compimento del diciottesimo anno di età, di poter richiedere le generalità del padre biologico, un disincentivo potentissimo che sta creando non poche questioni , anche legali.
Le famiglie e le donne neozelandesi, desiderose di concepire, si stanno rivolgendo in massa all’estero, dove la legislazione è spesso più rapida e semplificata.

Fonte: web
Fonte: web

Sulla base di questa situazione è nata la campagna volta ad invogliare a donare lo sperma che non è stata accolta da clamori e da polemiche, perché si rivolgeva direttamente agli uomini, chiedendo loro un aiuto a rendere possibile il desiderio di  diventare genitori di alcuni. Si è puntato al coinvolgimento e alla partecipazione, suscitando un dibattito propositivo all’interno del Paese.

Questione di stile? Probabilmente, ma ancora di più in questo caso si tratta di una questione di tatto, perché una tematica tanto delicata non può essere affrontata come è avvenuto nel caso del Fertility Day, connotando i messaggi di propaganda, di sensi di colpa e di riferimenti all’età biologica utile per procreare, peccando di poca sensibilità su un tema così delicato per molte coppie e donne.

Cosa ne pensate di questa iniziativa per incentivare la donazione di sperma?

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!