Doveva essere una festa di fidanzamento in grande stile in previsione del matrimonio in autunno, invece la serata in una prestigiosa villa con vista sulla Mole Antonelliana, a Torino, si è trasformata in una storia di vendetta e di ritorsione.

Protagonisti i due futuri sposi, di cui abbiamo volutamente scelto di omettere i nomi e il video del momento in cui lui, prendendo la parola, rivela pubblicamente i tradimenti della compagna. Tra lo stupore dei presenti e sotto lo sguardo attonito dell’ormai ex fidanzata l’uomo esordisce spiegando di volere regalare a quest’ultima la “libertà di amare”, snocciolando poi la relazione di lei con un avvocato e, prima ancora, con un noto industriale.

Infine, l’invito ad andare in viaggio di nozze con il nuovo compagno e l’augurio per una vita felice e brillante, prima di scusarsi con gli ospiti e di andarsene, una volta lasciato il microfono.

Secondo qualcuno, durante il discorso, sarebbero anche state trasmesse le foto della ex futura sposa con i presunti amanti, ma su questo punto il condizionale, considerando la mancanza di prove documentali, è d’obbligo.

Non è comunque la prima volta che durante una festa di fidanzamento, o addirittura di un matrimonio, uno dei due sposi venga sbugiardato pubblicamente e accusato di infedeltà; un episodio simile era stato raccontato piuttosto recentemente nel podcast The Unfiltered Bride, come vi abbiamo raccontato in questo articolo.

Benché spesso episodi del genere suscitino ilarità e commenti ironici, in realtà c’è ben poco da ridere dietro le storie di chi, piuttosto che risolvere i propri problemi di coppia, tradimenti annessi, fra le mura di casa, cerca la vendetta pubblica. Diffondere foto e video dei tradimenti è un reato (e grave!): qualora vengano diffuse immagini sessualmente esplicite senza il consenso della persona coinvolta si incorre infatti nel reato di revenge porn descritto dall’articolo 612-ter del Codice penale, secondo le nuove disposizione introdotte dalla legge n. 69 del 2019 denominata Codice Rosso. 

Nell’articolo, peraltro, si legge:

La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.

Da ricordare, inoltre, che l’unica persona legittimata per legge a contestare un tradimento e ad agire davanti al giudice è il coniuge tradito, rivelare quindi che un’altra persona tradisce (fosse anche alla stessa persona tradita) può far incorrere nel reato di diffamazione, come stabilito in varie sentenze dalla Corte di Cassazione sulla base dell’articolo 595 del Codice penale, a prescindere dalla questione se i fatti riportati siano veri o meno. Attenzione quindi a cedere troppo al pettegolezzo, potrebbe costare caro.

Al di là dei rischi giudiziari, parteggiare, per solidarietà, per la persona tradita è naturale e alcuni potrebbero considerare questa gogna pubblica una punizione giusta per il tradimento, ma dovremmo in realtà augurarci che quella di diffondere notizie dei tradimenti subiti di fronte a una platea, siano pur essi amici o parenti, non diventi una tendenza. È bene, insomma, che certe scene rimangano solo nei film, ma nella vita vera sarebbe meglio affrontare la questione vis à vis, risparmiando la pubblica umiliazione per entrambi.

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