I 10 Finali Più Deludenti Nella Storia Delle Serie TV
Alcuni telefilm si trascinano ben oltre la loro durata naturale, altri invece partono da subito col piede sbagliato. Ecco 10 tra le serie tv che si sono evolute peggio negli ultimi 15 anni!
Alcuni telefilm si trascinano ben oltre la loro durata naturale, altri invece partono da subito col piede sbagliato. Ecco 10 tra le serie tv che si sono evolute peggio negli ultimi 15 anni!
Se è vero che non tutte le ciambelle riescono col buco, delle serie tv si può dire che non tutte riescano col finale perfetto: spesso infatti ci innamoriamo di una storia con mille potenzialità, per poi essere traditi dagli sceneggiatori che, fra i tanti scenari possibili, scelgono il meno gradito al pubblico.
Altre volte più che con gli sceneggiatori ce la prendiamo con gli spettatori d’oltreoceano: quante volte succede che uno show non raggiunga gli ascolti desiderati e venga cancellato prematuramente? E lì pensiamo “ma cavolo, cos’hanno gli americani che non va per non vederlo? Quel telefilm era bellissimo!”
E a chi, invece, non è mai capitato di restare letteralmente incollato davanti allo schermo pur di finire una (e forse anche più…) puntata della sua serie tv preferita, proprio come ci mostra questo video?
In altri casi ancora ci chiediamo come sia stato possibile per uno show arrivare a vedere la luce, partendo da tutti i presupposti sbagliati, e quasi siamo contente della sua chiusura.
Nei prossimi vedremo i finali più deludenti delle serie tv degli ultimi anni, ma occhio agli spoiler!
Non potevamo che iniziare da qui.
Lost è stata la serie più seguita, osannata, discussa e criticata da dieci anni, contando su un numero di seguaci tanto accaniti da far spostare la data di un discorso del presidente Obama in occasione della messa in onda del primo episodio dell’ultima stagione.
Come tanti altri show televisivi, qualche anno fa ha subìto una battuta d’arresto a causa di un prolungato sciopero degli sceneggiatori.
Mentre i fan più fedeli continuavano a seguirlo con entusiasmo, altri hanno avuto da ridire sulle ultime stagioni, prima ancora di arrivare al tanto discusso finale.
Già, perché l’ultimo episodio ha davvero spaccato gli spettatori in due fazioni: da una parte troviamo chi l’ha ritenuto la fine giusta e naturale della storia, dall’altro chi si è lamentato di una scelta forse banale e troppo semplice, che non ha risposto a tutti gli interrogativi sollevati durante le sei stagioni.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Will & Grace è stata una delle commedie più brillanti del panorama statunitense, in onda a cavallo tra gli anni ’90 e la prima decade del Duemila.
I suoi protagonisti sono diventati iconici, dalla ricca Karen allo stridulo Jack, passando per la comicità della cameriera Rosario per non dimenticare, ovviamente, la coppia di amici da cui la sit-com prende il nome.
Se avevamo una certezza, era proprio la solidità della loro amicizia: nonostante le scaramucce dovute alla convivenza o alle reciproche disattenzioni una volta fidanzati – o sposati, nel caso di Grace – si sarebbero sempre voluti bene.
E invece scopriamo che non è così: Will e Grace litigano, e non si vedono reciprocamente per un tempo lunghissimo.
Si rincontreranno solo casualmente quando i rispettivi figli, ormai cresciuti, si conosceranno al college.
Altro finale che ha diviso il pubblico è stato quello di How I met your mother.
Per anni abbiamo cercato di capire chi fosse la donna misteriosa che aveva finalmente dato a Ted quel che voleva: una famiglia e il vero amore.
Abbiamo seguito tutti gli indizi con la perizia di Sherlock Holmes: l’ombrello giallo, il basso, fino a fissarci sullo scorcio di caviglia che viene mostrato ben prima che venga rivelata la sua identità.
Anni e anni ad inseguire la fantomatica mamma dei due ragazzi – i figli di Ted, a cui in ogni episodio viene narrata una parte della storia – e finalmente nell’ottava stagione la conosciamo. Credevamo che l’happy ending fosse assicurato: dopottutto, già dal primo episodio sappiamo che Ted alla fine si è sposato e tutto è andato per il meglio, o così immaginavamo.
Nel finale invece scopriamo che la moglie di Ted è morta a causa di una malattia sei anni prima che Ted inizia a raccontare la storia ai suoi figli, e che lui è ancora innamorato di Robin, che nel frattempo ha divorziato da Barney.
Mentre alcuni hanno apprezzato la chiusura del cerchio, perché in fondo Ted si era innamorato da subito di Robin, altri l’hanno ritenuto una sorta di tradimento.
Se già dall’inizio non convinceva il cambiamento dei personaggi di Robin e Barney – lui donnaiolo e lei contraria al matrimonio, come avrebbe mai potuto funzionare? – e soprattutto se Ted anche al matrimonio dei due era ancora in dubbio sui suoi sentimenti per Robin, quale è stato il vero ruolo della moglie?
Dexter è il classico esempio di serie andata oltre i suoi limiti naturali.
Le prime quattro stagioni avevano tenuto il pubblico incollato alle poltrone con gli occhi fissi sullo schermo, conquistanto diversi Emmy e Golden Globes.
Ma più la luce è splendente e più lunghe sono le ombre proiettate, e difatti le ultime tre stagioni non hanno retto il paragone con le precedenti e causano non poco malumore tra i fan.
Insomma, si è arrivati al fatidico finale che la quota di delusioni accumulate era già alta.
In questo senso, il finale ha quindi rispettato le previsioni del pubblico, perché è stato anch’esso una delusione.
Una commedia promettente che purtroppo è stata stroncata dagli ascolti bassi.
Gli elementi c’erano tutti: una protagonista un po’ sciocca e fin troppo buona, la coinquilina e co-protagonista cattiva, sexy e divertente.
Un James Van Der Beek esilarante nel ruolo di se stesso.
Divertente, leggera e moderna: cos’è andato storto?
Spesso gli scrittori dicono che non sono loro a scegliere i finali, la è la storia che prende il suo corso. Svolte inaspettate possono essere giustificate in questo modo, ma in altre occasioni sono aspetti molto più pragmatici ad influenzare le sorti di una serie.
In X-Files forse c’è stato un mix delle due cose, poiché la trama si è discostata parecchio dagli inizi e il personaggio di Mulder è uscito dalla serie per poi rientrarvi alla fine.
Come se non bastasse, sono numerosi gli interrogativi rimasti irrisolti, che hanno lasciato la maggior parte degli spettatori con l’amaro in bocca.
Heroes aveva avuto un esordio strepitoso: una prima stagione avvincente ed originale come non se ne vedeva da diverso tempo, tanto che l’attesa dell’episodio settimanale era sempre più febbrile.
Purtroppo però la magia si è spezzata già alla seconda stagione, in un declino vertiginoso che ha fatto rimpiangere ai fan che i produttori non si fossero fermati alla prima.
Lo show invece è andato avanti fino alla quarta stagione, seguita da un numero drasticamente minore di spettatori.
Doveva essersi concluso così, ma di recente si è parlato di una quinta stagione.
Tremo al solo pensiero.
Di Flash Forward si programmavano dalle tre alle sette stagioni, era stata messa in piedi una grossa campagna promozionale e in buona sostanza mentre i produttori si aspettavano di avere tra le mani un’oca dalle uova d’oro quel che ne hanno ricavato è stata solo una pessima frittata, e la serie non è mai andata oltre la prima stagione.
Se nella mitologia greca le Parche avevano il potere di decidere delle vite dei mortali, Tru Davies aveva il potere di aiutare coloro i quali erano deceduti troppo presto, per cause non naturali.
I deceduti chiedevano aiuto a Tru che aveva la capacità di rivivere le ultime 24 ore prima della morte del malcapitato per aiutarlo, spesso senza alcuna informazione sulla loro identità, non avendo la facoltà di controllare questi sbalzi temporali.
Più avanti nella storia si scopriva che quello di Tru non era un potere isolato, ma c’era qualcosa di ben più grande – e inquietante – dietro: purtroppo proprio mentre le cose si facevano interessanti, lo show è stato cancellato.
Ugly Betty è l’ennesima serie vittima dell’effetto elastico: una storia stiracchiata per troppo tempo e poi riassunta sommariamente alla fine per avere una conclusione prima che venisse cancellata dalla programmazione.
Tesa eccessivamente in primo luogo, è finita sinteticamente spiegazzata come un elastico tirato troppo a lungo.
Nata a Napoli, studio a Salerno e vivo ad Avellino. Nel frattempo, medito su come conquistare le rimanenti province campane. Credo fermamente nel potere della santa trinità: libri, pizza e sarcasmo.
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