La 18enne Saman Abbas sarebbe stata uccisa per un bacio: è stato a partire dalla foto di lei che bacia il fidanzato per le strade di Bologna, infatti, che è partita una furiosa lite, conclusasi con la sua morte. E la foto “incriminata”, pubblicata dalla ragazza sui social, sarebbe stata mostrata ai genitori proprio dal fratellino, lo stesso che è stato il primo a dire alle forze dell’ordine che la sorella era stata uccisa dal padre e dalla madre, Shabbar e Nazia Abbas, dallo zio e da due cugini.

Ora mi sto pentendo, perché ho detto“, si sente dire dal ragazzino alla madre in un’intercettazione agli atti dell’inchiesta, come riporta la stampa. La frase viene pronunciata nel contesto di una conversazione in cui il ragazzino, parlando con la madre, è arrabbiato e denuncia due persone della famiglia non indagate, che secondo lui avrebbero istigato il padre per l’omicidio, uno zio e un cugino, tanto da meditare vendetta nei loro confronti: “Io non ho dimenticato niente. Li raddrizzerò questi due”, dice. La madre, però, in telefonata gli dice di “lasciarli stare“.

Sempre dalle intercettazioni, negli scorsi giorni, è inoltre giunta la confessione del padre della ragazza, che in una conversazione dice: “L’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore“.

La scomparsa di Saman Abbas risale al 30 aprile 2021: la diciottenne pachistana sparì da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dove abitava, e il suo corpo non è mai stato ritrovato, sebbene l’accusa sia convinta che la ragazza sia stata uccisa poco distante da casa. I genitori della ragazza sono ora latitanti in Pakistan, fuggiti in patria il primo maggio, la mattina dopo il presunto omicidio, mentre il fratellino di Saman Abbas, principale testimone accusatorio, è stato collocato in una comunità protetta.

La madre e il padre della ragazza sono ora imputati per omicidio insieme ai due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, e allo zio Danish Hasnain, arrestati tra Francia e Spagna. Il processo ai 5 imputati – ma come detto i genitori risultano latitanti – inzierà a febbraio 2023.

Il motivo scatenante della furia omicida sarebbe stato dunque il bacio immortalato in quella foto da Saman Abbas, ma anche il suo rifiuto a sposare un cugino; la ragazza ha raccontato la sua vita davanti a un carabiniere mentre si trovava in un centro protetto a febbraio 2021: si era infatti rivolta ai Servizi sociali di Novellara.

A mio padre, appena ho saputo che voleva che mi sposassi con mio cugino, ho detto che non volevo farlo, sia perché lui era troppo grande sia perché non mi piaceva… E lui mi picchiò“, aveva detto Abbas, come emerge dalle carte contenute in un’ordinanza del Riesame. “Una volta, circa cinque mesi fa, ha lanciato un coltello nella mia direzione, non ha colpito me ma il mio fratellino, ferito a una mano. Nonostante perdesse molto sangue e io avessi detto di volerlo accompagnare al Pronto soccorso, nostro padre ha detto che non era possibile e ha chiuso la porta di casa. Era presente anche mia madre che però non ha detto né fatto niente“.

Dai racconti della ragazza emerge il profilo di un padre-padrone violento, indipendentemente dalla questione del matrimonio.

Spesso è capitato che mio padre cacciasse di casa me, mia madre e mio fratello e andava a finire che dormivamo per strada, sul marciapiede. Ci cacciava dicendo: ‘Questa è casa mia, andate via!’. Lo diceva sia a me che a mia madre.

Lo faceva anche prima [del matrimonio rifiutato, ndr.]. Spesso era ubriaco e mi picchiava per motivi diversi. Mi picchiava perché io volevo andare a scuola e lui era contrario. Infatti io ho finito la terza media facendo l’esame, ma quando gli ho detto che volevo iscrivermi alle superiori lui ha detto no, picchiandomi.

Al carabiniere con cui si è confidata Saman Abbas avrebbe detto di essere stata picchiata dall’uomo “soprattutto quando beveva“, ma “anche se non era ubriaco mi picchiava perché io gli dicevo, anche un po’ arrabbiata, che non volevo sposarmi“.

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