Lo studio, che dura da 9 anni, pubblicato su Pesticide Action Network, ha rivelato dati preoccupanti: su 100.000 campioni di frutta in Europa sono stati scoperti residui tossici dovuti ai pesticidi pericolosi. In particolare, sono stati rilevati residui in un terzo delle mele e nella metà delle more analizzate.

Secondo la ricerca, la contaminazione della frutta fresca dovuta all’uso di pesticidi pericolosi in Europa è aumentata del 53% negli ultimi 10 anni. Nei campioni analizzati i ricercatori hanno trovato residui dei pesticidi più dannosi di tutti, alcuni di essi collegati a gravi malattie tra cui cancro, malattie cardiache e deformità alla nascita.

In particolare i residui tossici nei kiwi sono aumentati dal 4% nel 2011 al 32% nel 2019, così come sono aumentati anche nelle ciliegie, che sono passate dal 22% al 50% nello stesso periodo di tempo. La ricerca ha rilevato che l’87% delle pere in Belgio e l’85% in Portogallo erano contaminate da almeno un pesticida tossico.

Quasi un terzo di tutti i frutti campionati sono stati contaminati da sostanze pericolose nel 2019, l’ultimo anno della ricerca. I frutti più contaminati di tutti tra quelli campionati sono stati le more (51%), le pesche (45%), le fragole (38%), le ciliegie (35%) e le albicocche (35%).

A che serve mangiare sano se la frutta e la verdura sana vengono spruzzate di tossine?” ha dichiarato al Guardian la professoressa Nicole Van Dam, del Centro tedesco per la ricerca integrativa sulla biodiversità (iDiv).

La portavoce di Pesticide Action Network Europe, Salomé Roynel, si è detta preoccupata per le famiglie: “Ci è chiaro che i governi non hanno alcuna intenzione di vietare questi pesticidi, qualunque cosa dica la legge. Hanno troppa paura della lobby agricola, che dipende da potenti prodotti chimici“, ha dichiarato, come riporta il Guardian.

Roynel ha quindi invitato i consumatori a preferire la frutta biologica, soprattutto se a consumarla sono donne incinte o che stanno allattando.

Anche le verdure sono state studiate, e tra quelle più contaminate ci sono il sedano (50%), il sedano rapa (45%) e il cavolo riccio (31%).

Nonostante la Commissione europea sostenga, come riporta la stampa, che l’uso di pesticidi pericolosi sia diminuito del 12% nel 2019 rispetto al periodo 2015-17, lo studio ha rivelato il contrario: i dati sulla contaminazione sono aumentati a partire dal 2011, anno in cui i governi dell’UE avrebbero dovuto iniziare a vietare i pesticidi e, in generale, i ricercatori hanno dimostrato che la percentuale di frutta e verdura contaminata nel 2019 è aumentata dell’8,8% rispetto al periodo 2015-17.

Una riforma della legge UE sui pesticidi, che potrebbe contenere nuovi obiettivi per la loro limitazione, è prevista per il 22 giugno, come riporta Euractiv.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!