"Non è poi così grave violentare le donne", la rabbia di Adèle Haenel e le altre
Adèle Haenel abbandona la cerimonia dei Cèsar dopo la vittoria del film di Roman Polanski, su cui pende tuttora l'accusa di stupro ai danni di una minorenne, nel 1977.
Adèle Haenel abbandona la cerimonia dei Cèsar dopo la vittoria del film di Roman Polanski, su cui pende tuttora l'accusa di stupro ai danni di una minorenne, nel 1977.
È dal 1977 che Roman Polanski evita accuratamente il rientro negli Stati Uniti e in tutti gli Stati dove è prevista l’estradizione verso gli USA. Il motivo è presto detto, e dipende dall’accusa di violenza sessuale ai danni dell’allora tredicenne Samantha Geimer, per cui Polanski non ha mai ricevuto la condanna definitiva, essendo fuggito dall’America prima il giudice potesse deciderla.
Anche all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, per esempio, dove presentava L’ufficiale e la spia, in originale J’accuse, Polanski non era fisicamente presente.
Grazie al patteggiamento deciso dalla famiglia di Geimer per non esporre la minore alla pubblica deposizione in tribunale, l’accusa per il regista venne ridotta al solo capo di rapporto sessuale extramatrimoniale con persona minorenne, per cui si dichiarò colpevole. Inoltre, la stessa Samantha, oggi cinquantaquattrenne, non ha voluto chiedere ulteriori condanne. Nonostante questo, il caso Polanski continua a suscitare indignazione anche a distanza di più di quarant’anni.
Tanto che, dopo la vittoria del César – l’equivalente dell’Oscar francese – proprio del film L’ufficiale e la spia – diverse donne, nel pubblico, hanno vistosamente rumoreggiato. Su tutte, l’attrice Adèle Haenel, candidata come miglior attrice per Ritratto di una giovane in fiamme, che si è alzata risentita abbandonando la sala, appena prima di essere seguita dalla regista del film, Celine Sciamma, e da altre donne e uomini presenti alla cerimonia.
“Vergogna” è la parola che Haenel ha usato, aggiungendo anche, mentre lasciava la sala, “Viva la pedofilia, bravo pedofilo!”; e non è certo una reazione sorprendente, quella dell’attrice, visto che già la notizia che il film del regista polacco fosse candidato ai prestigiosi premi era stata vissuta con perplessità, tanto che l’intero consiglio direttivo si era dimesso e Polanski stesso aveva dichiarato che non avrebbe preso parte alla cerimonia, temendo per la propria incolumità.
« Vive la pédophilie, Bravo la pédophilie »... Adèle Haenel a laissé éclater sa colère en quittant la cérémonie des César ce soir salle Pleyel, furieuse de la remise de deux César à Roman Polanski pour son film « J’accuse ». Images: @SmithReporter
— Paris Match (@ParisMatch) February 29, 2020
—-#césar2020 @adelehaenel pic.twitter.com/qfsRa37P1Y
Lo stesso ministro francese della Cultura, Franck Riester, aveva definito “simbolicamente negativa” una eventuale vittoria di Polanski, “vista la posizione che dobbiamo adottare contro la violenza sessuale e sessista”.
Ma la reazione di Haenel non sorprende neppure perché, proprio nei giorni scorsi, l’attrice trentunenne aveva già spiegato la sua posizione in merito in un’intervista per il New York Times.
Premiare Polanski sarebbe sputare al volto di tutte le vittime, vorrebbe dire che non è poi così grave violentare le donne.
Adèle ha inoltre rivelato di essere stata vittima di molestie sessuali a sua volta dai 12 ai 15 anni da parte di Christophe Ruggia, regista del primo film interpretato, Devils. È chiaro, quindi, che ritenesse “pericolosa” la celebrazione di Polanski, il cui film, nonostante tutto, è stato candidato a ben 11 César.
Sfogliate la gallery per sapere altro sulla ribelle Adèle.
Con un gesto plateale, e seguita dalla telecamera, Adèla Haenel ha lasciato la sala dove si stava svolgendo la cerimonia di premiazione dei César dopo l’annuncio della vittoria del film di Roman Polanski, L’ufficiale e la spia.
Lei stessa ha accusato Christophe Ruggia, il regista che le offrì il primo ruolo nel film Les Diables, del 2002, sia un’inchiesta pubblicata domenica su Mediapart, che in un video diffuso il giorno dopo sullo stesso sito. Adèle ha parlato di “molestie sessuali permanenti”, di ripetuti “palpeggiamenti” e di “baci forzati sul collo” durante la fase preparatoria del film, cominciata quando aveva appena dodici anni.
Ruggia ha smentito le accuse dichiarando però di aver “commesso l’errore di averle fatto da pigmalione con tutti i malintesi e gli ostacoli che un tale atteggiamento può comportare”, prima di scusarsi con l’attrice:
“Non avevo compreso che la mia adulazione e le speranze che riponevo in lei potessero apparirle, vista la sua giovane età, in certi momenti dolorose. Se è stato così e se può farlo, le chiedo di perdonarmi”.
Il regista è stato comunque radiato dalla Societé Des Réalisateurs, mentre la procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’inchiesta preliminare per “aggressioni sessuali su persona minore di 15 anni”.
Non ci sono abbastanza fondi dedicati a cambiare la situazione e nel nostro attuale governo abbiamo un rappresentante che è stato accusato di abuso da donne diverse – ha detto Adèle parlando del sessismo e del movimento #MeToo in Francia, sempre al NYT -La lenta reazione del governo al fenomeno #MeToo ti fa pensare che lo stato tolleri una certa quantità di violenza contro le donne.
Nata a Parigi ma cresciuta a Montreuil-sous-Bois, dopo l’esordio discusso in Les Diables recita nel ruolo di Floriane in Naissance des pieuvres del 2007 di Céline Sciamma, ricevendo la prima candidatura al Premio César per la migliore promessa femminile del 2008. Ha proseguito gli studi nelle Classes préparatoires économiques et commerciales (Prépa HEC), dichiarando però
Non disprezzo le persone che scelgono questa vita [da manager d’azienda, ndr.]. La mia fortuna è stata di fare del cinema, di incontrare persone che mi hanno fatto uscire dall’orizzonte chiuso che consisteva nel pensare che la speranza della mia vita fosse un contratto a tempo indeterminato.
Nel 2014 vince il César per la migliore attrice non protagonista per il film Suzanne. Nello stesso periodo prima accetta e poi rinuncia al film Les Innocents della regista Anne Fontaine, e poi fa lo stesso per il lungometraggio di Catherine Corsini La Belle Saison.
Nel 2015 ottiene una nomination al Prix Lumières come Miglior attrice per le interpretazioni nei film The Fighters – Addestramento di vita e L’homme qu’on aimait trop. Nel 2015 vince di nuovo il Premio César per la migliore attrice per il film The Fighters – Addestramento di vita, e nell’aprile dello stesso anno il Premio Romy Schneider, vinto in passato da Juliette Binoche o Mélanie Laurent.
Si dichiara femminista e sostenitrice del pensiero di Virginie Despentes, divenuta celebre nel 1993 con il primo libro, Baise-moi, uscito in Italia nel 1999 con il titolo Scopami. Adèle ha dichiarato di aver letto tutte le sue pubblicazioni.
Nel 2014, durante la cerimonia dei César in cui è stata premiata, Adèle ha ringraziato per il riconoscimento la regista Céline Sciamma, che l’aveva diretta nel film Naissance des pieuvres, dichiarando di amarla. I media presero quello dell’attrice come un coming out, e da quel momeno Adèle ha scelto di non parlare ulteriormente della propria vita privata.
Le due sono comunque state insieme fino al 2017, restando comunque in ottimi rapporti visto che Sciamma la dirige nuovamente, nel 2019, in Ritratto della giovane in fiamme.
Nel 2018 ha avuto una relazione con la cantante francese Julia Lanoë, della band Sexy Sushi, che tuttavia sembrerebbe terminata.
In Ritratto della giovane in fiamme Adèle interpreta Héloïse, cresciuta in un convento e improvvisamente richiamata dopo la morte della sorella per andare in sposa al nobile di Milano cui questa era promessa.
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