È ormai diventato un cult il discorso che, nel 2018, Paola Cortellesi tenne sul palco dei David di Donatello; eravamo in piena epoca MeToo, e Dissenso Comune, il manifesto contro le molestie e la discriminazione delle donne sul lavoro, firmato da 124 attrici e operatrici del mondo dello spettacolo italiano, proprio in concomitanza con lo scoppio del caso Weinstein, ha trovato in molte interpreti italiane la sua voce.

Cortellesi, durante la sessantaduesima edizione della cerimonia cinematografica, ha tenuto un monologo davvero coinvolgente su come, anche nel linguaggio comune, molti termini, declinati al femminile, assumano una valenza dispregiativa.

Per farlo, ha chiesto aiuto ad alcune delle più brave e famose attrici italiane, che hanno recitato le frasi “tipiche”, tutti gli stereotipi che sono il vero manifesto del sessismo, quelle che sentiamo ripetere fin troppo spesso per colpevolizzare l’atteggiamento di una donna e sminuire il suo essere “vittima”, con cui si cerca, talvolta,  persino di sostenere che le violenze  e le molestie siano meritate, o quantomeno “prevedibili”. Le frasi tipo “Certo che se ti vesti così”, o “Se vai in giro in questo modo non puoi aspettarti che non ti diano fastidio”, ovvero tutto quel lessico – troppo spesso tristemente usato anche dalle donne in primis – che è espressione massima di quanto il pensiero comune sia ancora intriso di maschilismo, di finto moralismo, persino di bigotteria.

Paola Cortellesi si è fatta portavoce non solo di tutte loro, ma di ogni donna discriminata o molestata, aprendo la serata con un monologo che ha voluto sottolineare, scandendo una lista di termini precisi, come le discriminazioni di genere partano dal linguaggio e dal suo uso comune, puntando, quando si tratta di donne, a usare sempre una connotazione che ruota intorno, ha precisato la stessa attrice, a un solo, identico significato.

Già, il testo recitato dalla Cortellesi non è stato scritto da lei, ma dal professore, enigmista e grande esperto del linguaggio Stefano Bartezzaghi, un uomo. Un uomo. Il che rende ancora più dense di significato e profondamente impressionanti le parole del monologo, che riportiamo di seguito, assieme a tutte le frasi recitate dalle altre attrici durante quella serata.

Questo il testo:

È impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini che nel maschile hanno il loro legittimo significato se declinati al femminile assumono improvvisamente un altro senso. Cambiano radicalmente, diventano luogo comune. Un luogo comune un po’ equivoco. Che poi a guardar bene è sempre lo stesso, ovvero un lieve ammiccamento verso la prostituzione.

Un cortigiano è un uomo che vive a corte. Una cortigiana? Una mignotta. Un uomo di strada è un uomo del popolo. Una donna di strada? Una mignotta. Un uomo disponibile è un uomo gentile e premuroso. Una donna disponibile? Una mignotta. Un uomo con un passato è un uomo che ha avuto una vita non particolarmente onesta ma con una storia che vale la pena di raccontare. Una donna con un passato? Una mignotta. Uno squillo: il suono del telefono. Una squillo? Non la dico nemmeno.

Uno zoccolo è una calzatura da campagna. Una zoccola invece?

L’intero video è stato pubblicato dal Corriere. Come detto, però, a Cortellesi si sono aggiunte altre interpreti italiane molto famose, ciascuna con una delle frasi tipiche del sessismo.

Jasmine Trinca: 

Brava, sei una donna con le palle.

Isabella Ragonese

Chissà quella che ha fatto per lavorare.

Claudia Gerini

Certo anche lei però, se va in giro vestita così…

Giovanna Mezzogiorno

Dovresti essere contenta se ti guardano.

Serena Rossi

Lascia stare, sono cose da maschi!

Sonia Bergamasco

Te la sei cercata.

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