Anne Hathaway si trasforma in strega nel film The Witches (Le streghe) diretto da Robert Zemeckis e ispirato all’omonimo romanzo del 1983 di Roald Dahl, trasmesso su Netflix il 22 ottobre.

Peccato che a far parlare del film non sia stata tanto la trama, quanto proprio il personaggio interpretato dalla Hathaway, la Grande Strega Suprema, che soffre di una particolare sindrome genetica, l’ectrodattilia, che non consente la formazione di tutte le dita della mano, la quale perciò assomiglia alla chela di un’aragosta.

A insorgere contro la caratterizzazione del personaggio, peraltro non descritto così nel romanzo di Dahl, moltissime persone con disabilità, secondo cui questa associazione villain=disabilità non farebbe che acuire il pregiudizio, da un lato, e il senso di discriminazione delle persone che hanno una disabilità, dall’altro.

RespectAbility, un’organizzazione che lavora in collaborazione con datori di lavoro, governatori, politici, educatori, per combattere lo stigma e promuovere le opportunità, ad esempio, ha sottolineato come a Hollywood oggi esista una certa tendenza a sfigurare i cattivi (in realtà esiste da tempo, basti pensare all’Harvey Dent di Batman, per citarne uno), portando, seppur involontariamente, le persone ad avere paura di chiunque appaia diverso. E aggiungendo ulteriore timore di essere discriminato in chi presenta una qualche forma di disabilità.

La decisione di rendere questa strega più spaventosa con gli arti deformi non era parte originale della trama e ha conseguenze nella vita reale – ha spiegato  la vice presidente delle comunicazioni di RespectAbility, Lauren Appelbaum – Sfortunatamente, questa rappresentazione in The Witches insegna ai bambini che le differenze degli arti sono orribili o sono qualcosa di cui aver paura. Che tipo di messaggio invia invece ai bambini che hanno deformità?

Ma l’associazione non è certo stata la sola a manifestare il proprio disappunto per la scelta di rendere il personaggio di Anne Hathaway in questo modo; molte altre voci si sono levate per sostenere il punto di vista di RespectAbility, fra cui anche lo stesso Comitato Paralimpico, che in un tweet ha spiegato come le differenze dovrebbero essere normalizzate, non stigmatizzate.

Per comprendere il senso profondo di questa protesta, cui hanno partecipato (e stanno partecipando) anche moltissime persone sui social, è importante mettersi in ascolto di chi con l’ectrodattilia o con un’altra disabilità convive ogni giorno. A partire, per esempio, da queste parole cdell’attivista Marina Cuollo, autrice di A Disabilandia si tromba, che in alcune storie pubblicate sul suo Instagram ha perfettamente riassunto il punto focale del problema.

Fonte: instagram @marina_cuollo

La rappresentazione passa anche attraverso uno sguardo che non sia viziato dal pregiudizio. Soprattutto quando quello sguardo arriva sempre e solo da persone non disabili.

Chiariamo comunque un concetto: il problema non è che i cattivi al cinema siano disabili, anzi ci fa piacere se ogni tanto non siamo sempre gli angeli della situazione.  Il problema nasce quando le differenze corporee, considerate ripugnanti dalla società, vengono utilizzate come tropi per aumentare la cattiveria e la mostruosità di un personaggio antagonista.

Oltre all’ectrodattilia, del resto, la strega personificata da Anne Hathaway presenta un’altra serie di caratteristica suggerite come “mostruose”: dalla calvizie ad alcune difformità nella pelle.

Evidentemente anche la casa produttrice della pellicola, la Warner Bros, deve aver preso coscienza del profilo, e ha affidato la sua nota di scuse a un portavoce, che ha riferito come lo studio sia “profondamente rattristato nell’aver appreso che la rappresentazione dei personaggi immaginari in The Witches ha urtato le persone con disabilità”. Lo stesso ha inoltre aggiunto che l’idea era quella di dare una nuova interpretazione agli artigli descritti nel libro originale, e che non ci fosse alcuna intenzione di far sentire gli spettatori “rappresentati da creature fantastiche e non-umane. È nostra speranza che le famiglie e i bambini possano godersi il film e abbracciare questo tema stimolante e pieno di amore”.

Giustificazione non accettabile. Visto che il ruolo stesso della narrazione è quella di creare un’identificazione, un processo di immedesimazione e catarsi, dai tempi più antichi. 

Nel frattempo, più persone hanno voluto far sentire la propria voce nel protestare contro questa rappresentazione della malvagia strega; abbiamo raccolto alcuni dei commenti più significativi in gallery.

Perché la strega di Anne Hathaway è profondamente offensiva
Fonte: instagram @a_marren
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