Chi è Jonathan Van Ness, primo modello non femminile in 35 anni in cover su Cosmopolitan UK
Dopo 35 anni Cosmopolitan UK ospita un modello non femminile in cover. È Jonathan Van Ness, star del programma Netflix Queer Eye.
Dopo 35 anni Cosmopolitan UK ospita un modello non femminile in cover. È Jonathan Van Ness, star del programma Netflix Queer Eye.
Chi ha un abbonamento Netflix forse conoscerà il suo volto, perché lui è una delle star di Queer Eye, programma in onda dal 2018 e remake di Queer Eye for the Straight Guy, in cui un gruppo di 5 uomini (omosessuali) aiutano le persone a fare un restyling completo.
Ma parlare di Jonathan Van Ness semplicemente come di un parrucchiere – a lui infatti il compito di occuparsi del reparto toelettatura dei partecipanti allo show – è piuttosto riduttivo: questo ciclone dai capelli lunghi e dai look stravaganti, che in parte ricordano la Conchita Wurst dei primi tempi, infatti, è anche un vero e proprio showman, un comico, un uomo che è stato capace di rivelare anche alcuni dettagli davvero intimi della propria vita privata, uno scrittore – il suo memoriale è uscito recentemente – e, non da ultimo, un cover man.
È infatti suo il volto – e il corpo – in copertina sull’edizione britannica di Cosmopolitan, che per la prima volta dopo 35 anni sceglie un uomo. Anche allora, nel 1984, si era trattato di un’icona gay, nientemeno che Boy George.
Non ha resistito, Jonathan, e alla fine ha “spoilerato” la cover, postandola sul suo account Instagram, dove lo si vede avvolto in un abito dai toni pesca di Christian Siriano, vincitore della prima edizione di Project Runaway (il reality condotto da Heidi Klum) e oggi stilista di abiti no gender.
Il numero di Cosmopolitan con lui in copertina uscirà solo a gennaio, ma già sulla versione online del magazine è disponibile la sua intervista, in cui ha parlato davvero a cuore aperto di tutto: dall’appoggio a Elizabeth Warren alle presidenziali fino a quanto raccontato nel libro, uscito a settembre, Over the top: A Raw Journey to Self-love, in cui JVN ha parlato in maniera molto aperta degli abusi sessuali subiti da bambino e della sieropositività scoperta 7 anni orsono.
Se ancora non lo conoscete e volete conoscerlo meglio, sfogliate la gallery dove vi parliamo di lui.
Jonathan è il protagonista della cover del numero di gennaio di Cosmoplitan UK: primo uomo a distanza di 35 anni da Boy George.
Nel suo libro-memoriale Jonathan ha rivelato di aver subito abusi sessuali durante l’infanzia, di aver trascorso un periodo dedito alle droghe, e di essere affetto da HIV da sette anni.
Il mio corpo è pronto e questo è solo l’inizio – ha detto a Cosmopolitan – Mi sto rendendo conto che ci sono ancora così tanti equivoci da superare quando si parla del vivere come persona affetta da HIV. Io lotto contro lo stigma sociale e la difficoltà ad accedere alle cure adatte per ogni sieropositivo. Il mio lavoro è appena iniziato e sfrutterò ogni mezzo a mia disposizione per combattere. D’altronde è quello che faccio da sempre.
Ha appoggiato la campagna alle presidenziali della senatrice democratica Elizabeth Warren, nonostante condividesse anche le posizioni di un altro candidato, Bernie Sanders, per cui è stato involontariamente vittima di un episodio di shitstorm: alcuni sostenitori di Sanders hanno estrapolato un estratto da un video in cui Jonathan scherzava su Ronald Reagan e sull’HIV.
‘Senti, l’ex presidente Ronald Reagan si è disturbato a parlare di HIV o AIDS fino al 1987, quando era stato presidente per sei anni e tutte quelle persone erano morte? No. Ma almeno aveva messo del gel nel suo capelli.’
Stavo ovviamente scherzando, ma i fan di Bernie trovano quel minuto del video e lo mettono su Twitter. All’improvviso tutti questi attivisti LGBTQ + che non guardano Queer Eye o ascoltano il mio podcast hanno visto quel filmato ed erano tipo ‘Ewww, questo è prorio il più classico degli stereotipo’. Altri dicevano: ‘È davvero deludente vedere qualcuno che ha l’HIV trollare Bernie, che ha combattuto per garantire anche a Van Ness l’accesso alle cure sanitarie da prima che nascesse.
Le persone all’interno della comunità LGBTQ + lo stavano ritwittando, così come molti uomini eterosessuali. Mi stavano taggando, dicendo le cose più orribili e vili. Era la prima volta che piangevo a causa dei feedback su Twitter.
La conoscenza a volte non è un fatto, è un contesto, diceva Diane Von Furstenberg, ed è vero. Perché se avessi visto quel minuto di quell’unico video anche io mi odierei. Lo farei davvero. Se vedessi i titoli ‘Star di Queer Eye rivela una diagnosi di HIV devastante’ e poi, due giorni dopo, vedessi questo video su di me che faccio battute su come Reagan trattava le persone malate di HIV, anche io mi odierei. Ma queste persone non capiscono che sono qualcuno che vive con l’HIV; che è stato il primo tour stampa che abbia mai fatto; che sono anche un comico che fa battute su queste cose perché, se non lo facessi, non potrei alzarmi dal letto la mattina. Ho sempre usato la commedia come un modo per calmarmi e andare avanti.
Jonathan si definisce “non binario”, afferma di preferire il pronome “lui” anche se non è un problema usare quello femminile.
Jonathan indossa spesso gonne, tacchi e abiti, non definendo gli abiti “maschili” o “femminili”.
Nato il 28 marzo 1987 e cresciuto a Quincy, Illinois, Jonathan rappresenta la sesta generazione di una famiglia di editori, proprietari del gruppo televisivo e giornalistico Quincy Media e del quotidiano di punta della compagnia, Herald-Whig.
Da piccolo ha subito bullismo.
Crescendo ho sicuramente indossato ogni smalto, ogni tacco, ogni sciarpa, mettevo le sciarpe Hermès di mia madre tra i capelli e intorno alla vita come gonne, e lo adoravo. Ma ricevevo davvero delle reazioni negative che mi facevano pensare che, quando giocavo con quelle cose, doveva essere ‘a porte chiuse’.
Ha detto.
Da adolescente è stato abusato sessualmente da un ragazzo più grande in chiesa, episodio che ha gettato le basi per comportamenti autodistruttivi. Al college faceva uso di cocaina, tanto da rivolgersi al lavoro sessuale per poterla pagare. Ha abbandonato l’università dopo un semestre, per poter diventare parrucchiere.
Non è solo una delle star di Queer Eye, ha anche una web serie che è una parodia di Game of Thrones, gay-of Thrones , e conduce il podcast Getting Curious with Jonathan Van Ness.
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