Una colletta per Giulia Centonze: servono 100 mila euro per le cure

Una colletta per Giulia Centonze: servono 100 mila euro per le cure
Fonte: Facebook @Quel nodo che ci lega - Insieme per Giulia
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Gli studi di psicologia, il sogno di diventare criminologa, le uscite con le amiche: la vita della ventitreenne Giulia scorreva, a Reggio Emilia, in maniera simile a quella di molte coetanee, fino a quando il terribile incidente del 3 maggio 2019 ha stravolto i suoi giorni e scombinato i piani della sua esistenza.

Da quel momento Giulia Centonze vive in stato di “minima coscienza” in un letto d’ospedale, a Ferrara; ha trascorso gli ultimi 365 giorni e oltre lì, sorridendo di un sorriso diverso rispetto a quello che prima illuminava i suoi grandi occhi chiari e quel viso pulito, incorniciato dai capelli biondi, in una vita sospesa che non è più quella di prima e non ha un futuro certo.

Una speranza, però, c’è, e proprio a quella vogliono aggrapparsi la sua famiglia, le sue sorelle, Valentina e Serena, e le amiche del cuore, Federica, Benedetta, Gaia e Francesca. La speranza è a Innsbruck, in Austria, in una clinica, la Tirol Kliniken, dove ipotizzano di poter far far dei passi avanti a Giulia. Non è un posto scelto a caso, naturalmente, c’è una ragione ben precisa dietro la volontà delle persone che tengono alla ragazza di riuscire a farle raggiungere la struttura austriaca.

Lo spiegano proprio loro in un post pubblicato sulla pagina Facebook Quel nodo che ci lega – Insieme per Giulia, creata per raccogliere i fondi necessari a coprire le spese per il ricovero di tre mesi di Giulia, dato che si tratta di una somma ingente: 100 mila euro.

Molti di voi si saranno chiesti perché proprio ad Innsbruck e cosa farebbero a Giulia in questa clinica. Pertanto...

Pubblicato da Quel nodo che ci lega - Insieme per Giulia su Mercoledì 12 agosto 2020

La clinica di Innsbruck è stata diretta per un certo periodo dal dottor Saltuari, esperto in terapie riabilitative su pazienti che hanno subito gravi danni neurologici che, nel corso dei suoi studi, ha sviluppato nuove tecnologie di trattamento per la terapia della spasticità con Baclofen intratecale.
Inizialmente la famiglia di Giulia voleva trasferirla nella clinica di Arco, a nord del Lago di Garda, dove oggi Saltuari lavora, ma dopo la pandemia scoppiata a febbraio del 2020 la clinica è stata adibita a reparto Covid-19, posticipando a data da destinarsi tutti gli altri ricoveri.

La sola speranza, quindi, è trasferire Giulia il prima possibile proprio in Austria, dove, grazie al lavoro di Saltuari, l’équipe medica è specializzata in casi simili a quello della ragazza; la famiglia e gli amici sono peraltro già in contatto con la clinica, dove Giulia sarà prima visitata per avere una diagnosi generale, poi verrà sottoposta a cure più specifiche, come la stimolazione elettrica faringeale. Avrà poi un trattamento per i danni riportati agli arti e un trattamento robotico con esoscheletro, insomma in Austria sarebbe seguita in maniera molto approfondita, riaccendendo quindi l’ottimismo su possibili evoluzioni del suo stato.

Come detto, però, essere ospitati nella clinica per tre mesi costa un’ingente somma di denaro, che la famiglia da sola, come ha spiegato Valentina al Corriere, non può permettersi:

Noi siamo una famiglia modesta, molto unita. Giulia è la piccola di casa, aveva tanti sogni, tanto futuro davanti a sé e invece. Se servirà per vederla migliorare io andrò anche a fare l’elemosina, non mi vergogno a dirlo. Ogni tanto lei ci sorride, per noi è un modo per dirci: ci sono, sono qui. Non la lasceremo andare via.

Da qui l’idea di diffondere la storia di Valentina grazie alla pagina social, dove sono indicate tutte le coordinate per effettuare le donazioni. È stato anche aperto un link su Go Found Me per raccogliere altro denaro. Se volete contribuire alla causa potete farlo all’IBAN che vi indichiamo di seguito.

IBAN: IT49I0303266290010000399334 Bic Code: BACRIT21013
Intestatario: PATRIZIA OZZI
Causale: FONDO SOLIDARIETÀ CURE PER GIULIA

Sfogliate la gallery per vedere alcune immagini di Giulia e scoprire perché le amiche hanno deciso di chiamare così la pagina Facebook dedicata alle donazioni.