Un po’ Forrest Gump, un po’ Iron Man.
Così Luca Argentero descrive nelle interviste Anselmo, il personaggio che ha interpretato nel film Copperman, in arrivo nelle sale italiane il 7 febbraio.
È un film, quello diretto da Eros Puglielli, in cui Argentero dà prova di un grande talento nell’immedesimarsi in un ragazzo difficile, complesso; perché Anselmo, corpo da adulto ma mente e cuore di un bambino, è affetto da una forma di autismo, che anziché essere vissuta come una difficoltà lo aiuta a vedere il mondo da una prospettiva diversa rispetto agli altri, con lo sguardo di chi ha una fiducia cieca e totale nella bontà delle persone, ed è ancora capace di sognare a occhi aperti.
Per questo riesce a diventare Copperman, il supereroe senza super poteri che indossa un’armatura di latta che lo tiene al riparo dalla malvagità; c’è molta dolcezza in questo film, una delicatezza estrema nel raccontare l’autismo che non si trasforma mai in occasione per fare del facile pietismo, e soprattutto c’è il ritratto di quell’umanità sincera e mai artefatta che già si era vista grazie a quel Jeeg Robot interpretato da Claudio Santamaria, il vero film che ha dato il via al filone dei supereroi made in Italy, decisamente più veri e imperfetti dei simili americani.
“Personaggi del genere capitano raramente in una carriera”, ha spiegato Argentero a Vanity Fair, analizzando anche i significati più profondi e meno evidenti della pellicola; che non sono certo tesi a suggerire che ognuno di noi possa stravolgere la propria vita improvvisandosi supereroe, ma che il supereroe, invece, è proprio chi agisce nei confronti degli altri indipendentemente dai benefici che ne potrà ricevere.
Nel film c’è la propensione naturale di Anselmo ad aiutare gli altri – racconta l’attore torinese a Repzine – questo lo rende un vero supereroe. […] L’armatura che indossa è una forma di protezione da se stesso e dal mondo esterno, è uno schermo nei confronti del mondo esterno. Il suo essere supereroe si manifesta nel desiderio spassionato di aiutare gli altri senza ricevere nulla in cambio.
Del resto Argentero, che da anni si occupa della Onlus 1 caffè, non poteva non calarsi perfettamente nei panni di un ragazzo altruista e disinteressato, che conserva quell’ingenuità necessaria a non vedere malizia e cattiveria negli altri.
In fondo, anche lui ha ammesso di essersi sentito un po’ supereroe nella sua vita.
[…] anche andare dai miei dopo la laurea in economia e dire ‘Voglio fare l’attore’, non è stato facile. Credo che l’educazione legata allo sport e alla natura mi abbia insegnato che cosa significa avere il coraggio di affrontare delle sfide, non per vincere dei premi, ma pormi degli obiettivi.
In gallery, scopriamo qualcosa di più del dolcissimo supereroe di Luca.
Abbandonato dal padre
Il nostro protagonista cresce nella fascinazione dei supereroi – ha spiegato Argentero – anche perché la madre [interpretata da Galatea Randi ndr.] per mascherare la fuga del padre, gli racconta che se n’è andato in missione per salvare il mondo e lui, giustamente, sente di avere tutte le carte in regola per fare altrettanto.
Un bambino ipersensibile
Anselmo è un bambino speciale, unico, ipersensibile, che noi abbiamo considerato nella sua unicità e specificità.
Ci ha lavorato a lungo
Luca ha spiegato di aver lavorato a lungo sul personaggio di Anselmo, per non cadere nella macchietta, e per porsi nella giusta ottica rispetto al problema dell’autismo; per riuscirci meglio, ha collaborato con un’associazione romana che si occupa proprio della cosa.
Non dimentica il primo amore
Anche una volta cresciuto, Anselmo non dimentica l’ultima volta che ha visto Titti (Angela Bellucci/Antonia Truppo), la compagna di scuola di cui è innamorato follemente.
Il supereroe senza poteri
Copperman non ha poteri, ma solo un’armatura realizzata dal migliore amico, Silvano.
Un po' Iron Man, un po' Forrest Gump
L’armatura rimanda alla quella che Tony Stark fabbricò da solo nel primo Iron Man, mentre alcuni atteggiamenti di Anselmo assomigliano a quelli di Forrest Gump.
Ha spiegato Argentero.
Arriverà nelle sale il 7 febbraio
L’idea di Copperman risale al 2003, ma, dato che si proponeva di usare il genere supereroistico come metafora in una fiaba delicata e visionaria non ha incontrato subito il favore delle case di produzione italiane. A dargli fiducia è stata la Eliofilm.
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