Lo scenario dell’Italia durante il contagio da Coronavirus è agghiacciante. Il dolore a distanza viene gridato in silenzio. Senza messe né funerali, anche il lutto diventa “diverso”, e nonostante queste decisioni siano il frutto di restrizioni che hanno un obiettivo superiore che richiedono senso civico e responsabilità, il pensiero di non poter dare l’ultimo saluto a una persona cara, se non solo idealmente, fa rabbia.

Fa ancora più rabbia, poi, se pensiamo che in alcune città italiane, in questo momento, come Bergamo, ci sono obitori e cimiteri pieni, che non possono ospitare altre salme, e che quindi quelle bare, dentro cui riposano genitori, nonni, fratelli, amici a cui non si potrà neppure dare l’ultimo saluto, stanno viaggiando verso altre città, a bordo dei camion dell’esercito italiano.

Uno scenario surreale, triste, dolorosissimo, verso cui servono davvero pochi commenti, documentato in post come quello pubblicato su Instagram da Selvaggia Lucarelli.

Il decreto dell’8 marzo 2020 ha dato lo stop a funerali, matrimoni, cerimonie religiose e civili fino al 03 aprile. Questo significa funerali brevissimi, senza cortei, nessun abbraccio, nessun pianto condiviso. Così, vengono fuori nuove forme di dolore e sofferenza, sempre più strazianti.

Le regole per ostacolare il dilagare dei contagi sono stringenti: i familiari dei defunti devono mantenere la distanza di almeno un metro tra i presenti anche per il breve rito da tenersi al cimitero, bisognerà astenersi dalla stretta di mano per le condoglianze, mentre i dipendenti delle imprese funebri dovranno utilizzare mascherine, occhiali protettivi e guanti. In certi comuni non è nemmeno concessa la presenza dei famigliari stretti.

La morte ai tempi del Coronavirus cambia perciò volto, diventa ancora più aspra e pungente. Particolare è il caso di Luca Franzese, fratello di Teresa, 47enne napoletana affetta da epilessia, che ha pubblicato un video su Facebook raccontando la storia di sua sorella, morta per Coronavirus.

Dopo un primo intervento del 118, non munito del kit giusto, Teresa muore e i suoi familiari richiedono il tampone. Luca, infatti, ha dichiarato nel videomessaggio:

Mia sorella ha avuto un’influenza con sintomi compatibili al Coronavirus, prima di morire e abbiamo insistito per farle fare il tampone dal 118. Gli operatori non avevano il kit e sono tornati una seconda volta in tarda serata per effettuare il tampone».«Da quel momento nessuno ci ha dato indicazioni su come comportarci ma ci hanno abbandonato a noi stessi-aggiunge sconfortato l’uomo – mia sorella è qui nel letto e noi siamo ostaggio in casa, vorremmo solo sapere cosa fare e chi si sta occupando di noi.

Purtroppo il caso di Luca non è il solo: come riporta Repubblica, un episodio analogo è accaduto a Borghetto Santo Spirito, nel Savonese, dove una donna si è trovata sola ad affrontare la morte del marito 76enne. Il corpo dell’uomo, che nei giorni precedenti aveva mostrato sintomi del contagio, è rimasto riverso a terra senza che si potesse intervenire, lasciando la vedova in preda a una grande disperazione e impotenza.

 Non so nemmeno definirla a parole – ha detto il sindaco del paese Giancarlo Canepa – Sono vicino al dolore della donna e dei parenti che stanno vivendo questa situazione surreale.

A cui fanno eco le parole dei parenti:

È disperata, non sa cosa fare e come comportarsi, non c’è nessuno con lei ad aiutarla e consolarla. Forse si potevano prevedere casi del genere e evitarle questo calvario.

Di fronte a queste storie agghiaccianti è però un obbligo impegnarsi ancora di più per rispettare le regole imposte dal decreto del Governo, #restiamoacasa e rispettiamo il nostro e il dolore altrui, con la speranza che con l’impegno di tutti si possa tornare presto alla normalità.

Sfogliate tutta la Gallery per conoscere altre storie di chi ha dovuto affrontare in modo diverso il proprio lutto a causa del Coronavirus.

Coronavirus e funerali: dai video con i defunti al dramma del dolore “a distanza"
Fonte: Unsplash
Foto 1 di 8
Ingrandisci