Il Nobel per la Pace 2018 ha premiato Denis Mukwege e Nadia Murad, rispettivamente un ginecologo congolese e un’attivista irachena yazidi, rapita dall’Isis e utilizzata come schiava sessuale.
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— The Nobel Prize (@NobelPrize) 5 ottobre 2018
The Norwegian Nobel Committee has decided to award the Nobel Peace Prize for 2018 to Denis Mukwege and Nadia Murad for their efforts to end the use of sexual violence as a weapon of war and armed conflict. #NobelPrize #NobelPeacePrize pic.twitter.com/LaICSbQXWM
A unire i due vincitori una missione estremamente importante: combattere contro le violenze sessuali utilizzate come arma da guerra che, purtroppo, vengono perpetrate ai danni delle donne in numerosi paesi del mondo.
Basti pensare che, secondo i rapporti dell’American Journal of Public Health, durante i conflitti del Congo nella provincia a nord del Kivu, dal 2004 al 2008, venivano violentate 4 donne ogni 5 minuti con conseguenze disumane. Oltre all’allontanamento dalla società e al disonore che ne consegue, le donne subivano gravi lesioni interne, gli organi genitali venivano distrutti e le malattie sessualmente trasmissibili si dilagavano senza controllo.
Le violenze, spesso di gruppo, davanti ai parenti e con l’utilizzo di oggetti come bottiglie rotte, lasciavano e lasciano tuttora danni indelebili al fisico e alla mente delle donne costrette a subirle.
È proprio in questo contesto e nella Repubblica democratica del Congo che Denis Mukwege si è distinto per il suo ottimo lavoro, e per l’impegno di gran parte della sua vita nell’aiutare le donne vittime di abusi.
Nel corso della sua carriera da ginecologo, Mukwege ha contribuito a curare migliaia di donne, ricucendo le lacerazioni interne e denunciando le mancanze del governo del suo paese, arrivando addirittura a rischiare la sua stessa vita, dato che per il suo lavoro e le sue parole qualcuno ha tentato di ucciderlo. Durante un discorso alle Nazioni Unite ha dichiarato:
Vedo costantemente con i miei occhi le anziane, le giovani, le madri, e persino le bambine disonorate. Ancora oggi, molte sono schiave sessuali. Altre sono usate come armi di guerra. I loro organi subiscono i trattamenti più aberranti. E questo è successo per 16 anni! 16 anni di tortura, 16 anni di mutilazione, 16 anni di distruzione delle donne, l’unica risorsa vitale del Congo.
Il suo coraggio lo ha portato a questa grande vittoria che sicuramente rinnoverà il suo impegno e quello del suo staff. Per sapere di più sul nuovo vincitore del premio Nobel puoi sfogliare la gallery in alto per ripercorrere la sua particolare vita.
La vittoria del Nobel
Il suo impegno per aiutare le donne del suo paese e le denunce per le mancanze del governo del Congo lo hanno reso, insieme con Nadia Murad, il vincitore del Premio Nobel per la Pace 2018. “Denis Mukwege è un medico che ha trascorso gran parte della sua vita aiutando le vittime delle violenze sessuali nella Repubblica democratica del Congo. Mukwege e il suo staff hanno curato migliaia di vittime”, queste le motivazioni date dall’Accademia Svedese per l’assegnazione del Nobel.
Il discorso durante la consegna del Nobel
Durante il discorso per la consegna del Nobel per la pace, Mukwege ha detto:
Quello che è successo e continua oggi in Congo, è stato reso possibile dall’assenza di uno stato di diritto, dal crollo dei valori tradizionali e dal regime di impunità, specialmente per chi è al potere. Abbiamo tutti il potere di cambiare il corso della storia quando le convinzioni per le quali lottiamo sono giuste.
Il medico congolese ha dedicato il suo premio
A tutte le vittime della violenza sessuale nel mondo. Non sono solo gli autori di violenze a essere responsabili dei loro crimini, ma anche quelli che scelgono di distogliere lo sguardo. Il popolo congolese è umiliato, maltrattato e massacrato da oltre due decenni, e la comunità internazionale vede e sa.
Ama il suo lavoro
È incredibile vedere queste persone sofferenti che riescono ancora a ringraziare Dio, che hanno la forza di lavorare. Mi chiedo anche come facciano a cantare, quando fanno fatica a sopravvivere. Riescono ancora a cantare, e questo mi rende felice.
L'attentato e i rischi
Il 25 ottobre del 2012 quattro uomini cercarono di ucciderlo entrando in casa sua. L’episodio avvenne in seguito a un discorso alle Nazioni Unite in cui Mukwege criticò l’impunità degli stupri di massa da parte del governo. Fortunatamente riuscì a fuggire è andò in Europa, tornando in Congo nel gennaio del 2013.
Ha vinto molti riconoscimenti
Grazie al suo lavoro e all’aiuto prestato a numerosissime donne congolesi, Mukwege ha vinto molto riconoscimenti come il premio Human rights delle Nazioni unite nel 2008, il premio internazionale Primo Levi nel 2014 e il premio Sakharov per la libertà di pensiero nello stesso anno.
Il Prazi Hospital
Nel 1998 ha fondato a Bukavu il Prazi Hospital, struttura ospedaliera dedicata al trattamento e all’aiuto delle donne, soprattutto bambine, che hanno subito stupri di gruppo da parte dei soldati. A Euronews, durante un’intervista, ha dichiarato:
Si tratta di donne che sono state violentate, spesso in pubblico, davanti ai propri mariti, davanti ai propri figli. Ma dopo questi stupri – che sono collettivi – si verificano delle torture contro l’apparato genitale. Queste donne si rivolgono a me perché hanno riportato ferite gravi all’apparato genitale.
50 mila donne curate
Nella sua carriera Mukwege ha curato più di 50 mila donne al Pazi, la sua prima paziente aveva subito violenze tanto gravi da non poter più trattenere urina e feci.
Compiere un atto del genere non ha nulla a che fare col desiderio sessuale. È sete di distruzione. Gli stupri non distruggono soltanto loro, ma l’intera società. Le vittime sono considerate colpevoli dai mariti, vengono allontanate, costrette all’isolamento dal resto della comunità.
I primi anni di carriera
Classe 1955, nato a Bukavu in Congo, dopo aver studiato medicina in Burundi ed essersi specializzato in ginecologia in Francia, Denis Mukwege ha cominciato a lavorare nell’ospedale della sua città natale schierato dalla parte delle donne.
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