Non c’è mai stata una vera tregua, in Siria. Violata la decisione presa all’unanimità dall’Onu il 24 febbraio scorso, i combattimenti tra ribelli e forze filo governative non si sono mai interrotti veramente, mietendo vittime quotidianamente.

Un numero impressionante di uomini, donne, bambini continua a perdere la vita, giorno dopo giorno, nella lenta agonia di un paese che ha da dare ormai solo macerie ma non viene lasciato in pace perché si presta a essere lo scacchiere su cui le grandi potenze misurano, muovendo i fili come burattinai, chi comandi di più. I civili, intrappolati in un inferno senza vie d’uscita, muoiono soprattutto nell’indifferenza del mondo, che li guarda da lontano senza nemmeno restarne troppo sconvolto, vivendoli come un videogioco, un film, talvolta senza neppure avere la minima percezione di ciò che a Damasco, a Ghouta e nelle altre aree del paese è, purtroppo, storia di ordinaria follia.

Eppure in Siria non passa un giorno senza un morto, senza una corsa nell’ospedale più vicino o nella struttura di fortuna che più gli assomiglia; non passa giorno senza l’assordante rumore delle bombe che ronza nelle orecchie, senza il sangue, senza le lacrime di qualcuno. Snocciolare i numeri, terribili, di una tragedia che in sette anni ha squarciato fin nelle radici più profonde un paese ricco di storia e dal valore culturale assoluto non può riuscire a far comprendere davvero dove l’orrore siriano si sia spinto, non può  riuscire a far respirare la stessa aria di terrore e di abbandono che respirano gli uomini e le donne di Damasco e dintorni, ma soprattutto i bambini. Quelli che restano orfani e soli, se fortunati, o muoiono, troppo spesso, mentre il resto del mondo va avanti.

L’ultimo capitolo del dramma senza fine del popolo siriano è arrivato nella notte tra sabato e domenica, quando, come scrive l’Agi, un attacco aereo condotto a Douma ha provocato almeno 100 morti e 1000 feriti.

Le bombe sganciate, continua l’agenzia, al contatto con il terreno  avrebbero rilasciato un gas in grado di provocare la morte per soffocamento. E sono in effetti molte le immagini in cui si vedono persone morte con la schiuma alla bocca, tipica in quel tipo di avvelenamento. Noi abbiamo scelto di non mostrarvele, perché pensiamo esista un limite, al di là del bene e del male, che non ci sentiamo sinceramente di oltrepassare. Esistono, però, anche moltissimi filmati girati dai soccorritori che hanno prestato i primi aiuti alle persone rimaste ferite nell’attacco, come questo pubblicato sul Washington Post.

Secondo alcune fonti mediche, come riporta il Gazzettino, a Douma si parla di 70 uccisi, altre riferiscono invece di 150 civili uccisi e circa mille feriti solo nell’arco delle ultime 24 ore, a seguito di due distinti attacchi con gas tossici attribuiti all’aviazione governativa e lanciati sulla cittadina rimasta ultima roccaforte dei miliziani di Jaysh al Islam, a lungo sostenuti dall’Arabia Saudita ma ora lasciati a se stessi a negoziare la resa.

Nel primo attacco, prosegue il Gazzettino, i soccorritori, in base ai sintomi presentati, pensano possa essere stato fatto uso di cloro, mentre nel secondo l’ipotesi più accreditata è che sia stata usata una miscela di gas nervino e sarin. I medici hanno spiegato che le vittime del secondo attacco non sono riuscite a fuggire, e che molti sono morti negli scantinati dove si erano rifugiati.

Sembra persino “banale” – passateci il termine – sottolineare che tra le vittime dell’attacco con gas tossico molti siano bambini, come affermato anche da Ari D’Souza, portavoce dell’Unione di beneficenza delle organizzazioni di assistenza medica e di soccorso (UOSSM), il quale ha aggiunto che le vittime “… Presentavano sintomi consistenti con l’inalazione di gas tossico. […] Alcune delle vittime hanno presentato i seguenti sintomi: cianosi, schiuma della bocca, irritazione della cornea e l’odore forte di una sostanza simile al cloro“.

Inutile dire che, come sempre accade, proprio i più piccoli pagano lo scotto peggiore di una guerra di cui non capiscono minimamente i motivi. E, del resto, è difficile comprenderli anche per gli adulti…

Douma è stata soggetta a intensi strike aerei e la maggior parte della città è distrutta”, ha spiegato ad Al Jazeera Moayed al-Dayrani, un medico volontario, come scritto da formiche.net, mentre il presidente della Syrian American Medical Association, Ahmad Tarakji, conferma che la situazione dei soccorsi è drammatica perché a Douma “Ci sono pochi medici e uno staff ridotto all’osso“.

Le  decine di migliaia di civili presenti a Douma, che secondo fonti Onu sarebbero circa 100 mila, saranno dunque deportati in campi di sfollati nella zona di Damasco, assieme ai civili delle altre zone della Ghuta che si sono arrese dal 23 marzo scorso. Sorte diversa invece per i familiari dei miliziani di Jaysh al Islam, che si uniranno ai loro cari – e ad altri civili – raggiungendo un’area nel nord della Siria, affidata alla tutela turca, come stabilito dagli accordi raggiunti nel 2017 tra Russia, Iran e Turchia.

Nel frattempo, l’attacco aereo ha riacceso la guerra, stavolta quella giocata ai tavoli della diplomazia, tra USA e Russia, in una sorta di prolungamento della Guerra Fredda. Washington sta facendo infatti sempre più pressioni affinché il governo di Mosca abbandoni Assad, e proprio nel pomeriggio di oggi, lunedì, dovrebbe tenersi una riunione di emergenza chiesta a gran voce dagli Stati Uniti e da altri otto paesi del Consiglia di Sicurezza delle Nazioni Unite, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Olanda, Svezia, Kuwait, Peru e Costa d’Avorio. Questo è quello che emerge da un articolo di Repubblica.

Trump ha denunciato con un tweet “l’insensato attacco chimico”, puntando il dito contro il presidente  russo Putin:

La Russia e l’Iran sono responsabili per il sostegno all’Animale Assad. Ci sarà un alto prezzo da pagare.

Ha scritto il presidente USA, anche se Mosca, in linea con il governo siriano, ha negato l’impiego di armi chimiche nell’attacco.
La situazione  rischia di aggravarsi ulteriormente, dato che una fonte dell’amministrazione americana ha fatto sapere che la Casa Bianca non esclude la rappresaglia contro Assad.

Non escluderei alcuna opzione“, ha infatti affermato alla Abc Thomas Bossert, consigliere di Trump per la sicurezza nazionale e l’antiterrorismo, aggiungendo “in questo momento stiamo esaminando l’attacco“.

Anche la diplomazia, però, sembra essere troppo lontana, fisicamente ma soprattutto idealmente, da ciò che sta succedendo nelle aree intorno alla capitale Damasco. Mentre nelle stanze dei bottoni continuano i rimpalli di responsabilità e le minacce reciproche, ogni nuovo giorno che comincia è un girone dantesco per la popolazione siriana. Un giorno fatto di paura, di terrore, in cui si può solo pregare di arrivare vivi alla fine. E tutto questo non può essere compreso se non si vede con i propri occhi. Per questo abbiamo scelto di mostrarvi l’orrore di Duma, risparmiandovi le immagini più crude – che alcuni, come la pagina Facebook Syria Civil Defence – The White Helmets, hanno però deciso di mostrare integralmente – ma volendo comunque provare, per una volta, a farvi sentire meno lontani dall’orrore che è diventato la quotidianità per milioni di persone a qualche centinaio di chilometro da noi.

Sono uomini e donne. Sono bambini. Ma troppo spesso sembriamo dimenticarlo.

Douma: "I bambini soffocano e muoiono con la schiuma alla bocca"
facebook @Syria Civil Defence - The White Helmets
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