“Sono convinto che per l’uomo sia arrivato il momento di lasciare la Terra“.
Lo disse Stephen Hawking durante un incontro allo Starmus festival di Trondheim, in Norvegia, cui il fisico partecipava abitualmente, parlando dei danni catastrofici che il genere umano aveva causato al pianeta, ormai a corto di risorse.
Il 14 marzo 2018 è stato proprio lui, lo studioso de La teoria del tutto ad andarsene, all’età di 76 anni; nonostante tutto, davvero un bel traguardo, per un uomo a cui era stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica – o morbo di Lou Gherig – ad appena 21 anni e a cui erano stati dati solo cinque anni di vita al massimo.
A dispetto della disabilità e del decorso progressivo della malattia, sempre più aggressiva, che lo costrinse nel giro di pochi anni su una sedia a rotelle e all’immobilità, Hawking riuscì a raggiungere ogni traguardo che, da studente di Scienze naturali di Oxford – contro il parere del padre, medico, che voleva che il figlio proseguisse la sua carriera accademica – si era prefissato. Anzi, il fisico e matematico inglese, in realtà, dalla sua vita ottenne molto di più: il riconoscimento universale delle sue teorie rivoluzionarie, la scoperta che i buchi neri, in realtà, non siano “neri” e che siano capaci di scatenarsi provocando la fuoriuscita di radiazioni e particelle, lo stravolgimento di tutte le convinzioni fisiche e scientifiche fino a quel momento ritenute verosimili se non del tutto fondate. Una sorta di Copernico moderno, insomma, a cui tutta la fisica teorica del XX secolo deve i progressi compiuti.
Lo scienziato ha lanciato un allarme nel 2017, in occasione della conferenza norvegese, invitando tutti a ripensare al trattamento che stiamo riservando alla Terra, e prevedendo l’esaurimento delle risorse fisiche a nostra disposizione. Questo è stato il suo testamento, un invito a prenderci cura del pianeta che ci ospita, l’ultima eredità lasciataci da un uomo che ci ha insegnato non solo “la teoria del tutto”, ma che “tutto è possibile”.
Per tutta la vita ho cercato di conoscere l’universo e di trovare risposte a queste domande – ha dichiarato durante una Ted Talk nel 2008 – Sono stato fortunato, la mia disabilità non è stata un grosso handicap. Anzi, probabilmente mi ha dato più tempo per intraprendere il cammino della conoscenza.
In gallery abbiamo ripercorso la sua incredibile vita e ricordato 7 lezioni che il grande astrofisico ci ha dato sull’universo.
Giovanissimo studente di Oxford
Hawking cominciò la sua formazione universitaria nell’ottobre del 1959, all’età di 17 anni, presso la University College, studiando Scienze naturali poiché tra la scelta formativa non rientrava la matematica, e nonostante il parere del padre, medico. Fu il più giovane tra i suoi coetanei e trovava il lavoro accademico “ridicolmente facile”, come cita Wikipedia.
Dopo aver conseguito la laurea con lode in scienze naturali, cominciò il suo lavoro di laurea al Trinity Hall di Cambridge, nel’ottobre del 1962.
Nel ’65 la sua tesi di laurea si basò sul Big Bang, l’argomento accademico di maggiore dibattito.
La diagnosi della malattia
A Cambridge, nel 1963, gli venne diagnosticata una malattia degenerativa dei motoneuroni, in grado di compromettere la funzione di governo della contrazione muscolare. Hawking cominciò a usare un bastone, poi la sedia a rotelle.
Si sposò con Jane Wilde, amica della sorella
Nonostante la depressione seguita alla diagnosi, che ufficialmente gli lasciava solo due anni di vita, Stephen proseguì i suoi studi e convolò a nozze con Jane Wilde, sua prima moglie, che gli farà da infermiera e dalla quale avrà tre figli: Robert, Lucy, e Tim.
Perché Jane Wilde non fu "solo" la moglie di Stephen Hawking e a lei dobbiamo tutto
La storia di Jane Wilde, che non fu "solo" la moglie di Stephen Hawking: grazie a lei il grande scienziato inglese riuscì a portare a termine i su...
Stephen con la moglie e i figli
Hawkin sposò in seconde nozze l’infermiera Elaine Mason nel 1995, dopo il divorzio da Jane, ma si separò dalla seconda moglie nel 2006.
Eddie Redmayne lo interpretò ne La teoria del tutto del 2014, vincendo un Oscar
Stephen Hawking con l’attore che lo ha magnificamente interpretato nel film di James Marsh.
Cose ci ha insegnato Stephen Hawking: lo studio sui buchi neri
Il successo per Hawking arrivò soprattutto nel 1988, dopo la pubblicazione del libro “Una breve storia del tempo – Dal Big Bang ai buchi neri“, capace di vendere 10 milioni di copie.
Stephen Hawking fu il primo a fornire la prova matematica che i buchi neri sono caratterizzati solamente da tre proprietà: la massa, il momento angolare e la carica elettrica. Nel 1974 dimostrò che, dal punto di vista termodinamico, i buchi neri sono corpi neri e, descritti dalle leggi della termodinamica, posseggono una temperatura e un’entropia definite dal loro campo gravitazionale e dalla loro superficie. Per questo dovrebbero irradiare, grazie a un fenomeno quantistico, particelle subatomiche, una radiazione nota appunto come radiazione di Hawking, con caratteristiche termiche che dovrebbero portare alla progressiva diminuzione di massa del buco nero, fino alla sua esplosione.
La teoria del tutto
La teoria del tutto, conosciuta anche come TOE (acronimo dell’inglese theory of everything), è una ipotetica teoria fisica che sarebbe in grado di spiegare e di riunire in un unico quadro tutti i fenomeni fisici conosciuti.
Molti fisici teorici oltre ad Hawking hanno mosso diverse teorie nel XX secolo, ma nessuna è mai stata confermata sperimentalmente. Per Stephen, proprio l’assenza di prove sperimentali è alla base del motivo per cui non gli è mai stato assegnato il premio Nobel per la fisica.
La risposta su come ha avuto origine l'universo
Durante la Ted Talk del 2008 Hawking spiego:
Fino a circa gli anni Venti, si è pensato che l’Universo fosse statico e immutevole. Poi si scoprì che l’universo si stava in realtà espandendo. Le galassie distanti si stanno spegnendo. Il che implica che in passato erano più vicine tra loro. Estrapolando i dati all’indietro, si desume che dovessero trovarsi sovrapposti le une alle altre all’incirca 15 miliardi di anni fa. Fu il Big Bang, l’inizio dell’Universo.
I dubbi sull'esistenza di altre forme di vita
Siamo soli, o c’è altra vita nell’Universo?
Una delle domande più frequenti trovò la risposta di Hawking nella stessa conferenza.
Crediamo che la vita sia sorta spontaneamente sulla Terra, quindi potrebbe essere possibile che appaia anche su altri pianeti. Non sappiamo come la vita sia apparsa inizialmente. Nel valutare la probabilità che la vita appaia, ci aiuta un elemento empirico, fossili di alghe risalenti a 3,5 miliardi di anni fa. La Terra si formò ‘solo’ 4,6 miliardi di anni fa e fu probabilmente troppo calda per i primi 500 milioni di anni. Quindi la vita apparve sulla Terra entro mezzo miliardo di anni da quando cominciò ad essere possibile. Pochi, rispetto ai dieci miliardi di anni di vita di un pianeta come la Terra. Ciò suggerisce che la speranza che la vita appaia sia ragionevolmente alta.
La sola possibilità di salvezza è lo spazio
La nostra sola possibilità di sopravvivenza nel lungo periodo è di non stare sul pianeta Terra, ma di diffonderci nello spazio. Per andare oltre i prossimi 100 anni, il futuro è nello spazio. Ecco perché sono favorevole ai voli spaziali umani.
L’auspicio di Hawking era che gli esseri umani decidessero di costruire una base spaziale sulla Luna nei prossimi 30 anni, e programmassero una missione su Marte entro il 2025.
Le risorse della Terra si stanno esaurendo
La Terra sta cominciando a diventare troppo piccola per noi. Le nostre risorse fisiche si stanno rapidamente esaurendo. Non ci sono più le condizioni, su questo Pianeta, per superare le possibili crisi che ci attendono. Quando abbiamo superato crisi come quella attuale, generalmente avevamo a disposizione qualcos’altro da colonizzare. Colombo lo ha fatto quando ha scoperto il nuovo mondo nel 1492. Ma non c’è più nessun mondo. Stiamo correndo verso lo spazio, e l’unico posto dove possiamo andare è un altro pianeta.
Le conseguenze del riscaldamento globale
Lo scienziato, come riporta Il Fatto Quotidiano, si diceva preoccupato della scelta del presidente USA Trump di ritirare il suo paese dall’accordo sul clima firmato a Parigi nel 2015.
Cosa ne pensi?