Il Coronavirus ha cambiato e sta cambiando le nostre vite, ma non solo. L’impatto sull’ambiente sembra essere quello più inaspettato. Il blocco del traffico e la riduzione considerevole degli spostamenti stanno avendo una ripercussione visibile sul clima e sulla qualità dell’aria che ci circonda.
In Cina si è evidenziato un enorme declino dei livelli di inquinamento tra gennaio e febbraio, come testimoniano alcune immagini satellitari rilasciate dalla NASA e dall’Agenzia spaziale europea. Tanto che il Ministro dell’ambiente Sergio Costa ha dichiarato:
Quelle foto della Nasa sulla Cina sono la dimostrazione che si può ridurre l’inquinamento. Non dovevamo aspettare il Coronavirus per saperlo, ma in questo senso cogliamo quella foto come elemento che ci fa capire che si può fare e le risorse ci sono.
Le emissioni di biossido di azoto, rilasciate normalmente da veicoli, impianti industriali e centrali elettriche, si sono ridotte drasticamente. Il centro di ricerca CREA ha stimato una riduzione di oltre 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
La situazione non sembra essere diversa qui nel nostro Paese. Nel gruppo Facebook “Venezia Pulita”, sono apparse una serie di fotografie che evidenziano come l’acqua dei canali di Venezia sia tornata limpida, tanto da far scorgere il fondale e i pesciolini, mentre in Pianura Padana si registra una netta diminuzione dell’inquinamento a seguito dell’introduzione delle misure restrittive adottate dal Governo. Per non parlare di Roma, dove le anatre nuotano tranquillamente nella Fontana di Trevi o della Barcaccia, nelle strade del centro città prive di turisti.
Allo stesso tempo, è di questi giorni la pubblicazione di un report del WWF sulle pandemie, considerate come la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali. Il rapporto indica come spesso le zoonosi (ovvero, le malattie trasmesse dagli animali all’uomo) possono essere legate strettamente a comportamenti errati da parte dell’uomo, come il commercio illegale di specie selvatiche, proprio come è avvenuto al mercato ittico di Wuhan, epicentro dell’epidemia in Cina.
Scopriamo nella gallery quali sono stati tutti gli effetti ambientali in Italia e nel mondo a seguito dell’emergenza Coronavirus.
Le anatre alla Barcaccia
“Le stiamo notando da almeno tre giorni – ha raccontato un agente della polizia Municipale in servizio a piazza di Spagna – arrivano all’alba e poi la sera volano via per poi tornare”.
Le minilepri a Milano
Sono state avvistate in un giardinetto in zona Stephenson, a pochi passi dai binari della ferrovia e dalla tangenziale.
Le acque limpide dei canali di Venezia
Le immagini incredibili del rio dei Ferali, dietro piazza San Marco, solitamente torbido. La natura si riprende i suoi spazi.
Questo è quanto riportato in un post pubblicato sul Gruppo Facebook Venezia Pulita, evidenziando gli effetti ambientali del blocco degli spostamenti a seguito del Coronavirus.
Mientras tanto en Venecia el agua es clara y se ven los peces.#Venezia pic.twitter.com/DXGhGJ6d9l
— PAYAXO FIFí (@PAYAXO) March 17, 2020
Le immagini dalla Cina: la riduzione della CO2
Le immagini satellitari rilasciate dalla NASA e dall’Agenzia spaziale europea mostrano una drastica riduzione delle emissioni di biossido di azoto nelle principali città cinesi tra gennaio e febbraio.
Dal 3 febbraio al 1 marzo, le emissioni di CO2 sono diminuite di almeno il 25% a causa delle misure per contenere il coronavirus, secondo il Center for Research on Energy and Clean Air (CREA), un’organizzazione di ricerca sull’inquinamento atmosferico.
Thailandia: le scimmie cercano cibo in città
The Guardian pubblica un video girato questa settimana a Lopburi, a nord-est di Bangkok: una folla incredibile di scimmie litigano in strada per accaparrarsi del cibo. Le scimmie della zona sono già note per la loro esuberanza, ma l’assenza di turisti, che solitamente danno loro da mangiare, le ha portate a essere molto più aggressive del solito.
Nara: i cervi cercano cibo in città
Anche a Nara, in Giappone, i cervi si spostano verso le zone residenziali per trovare cibo, quello che solitamente gli offrivano in abbondanza i turisti. Il Parco di Nara è uno dei luoghi più belli al mondo: una riserva dove 1200 cervi Sika vivono in libertà perché ritenuti sacri. Che si avventurino nell’ambiente urbano non è una novità, ma con il calo dei turisti si sono fatti più intraprendenti.
ESA: meno emissioni di biossido di azoto nel Nord Italia
L’Esa, l’agenzia spaziale europea, ha mostrato in un video le fluttuazioni delle emissioni di biossido di azoto in Europa dal 1 gennaio all’11 marzo 2020. Utilizzando i dati dal satellite Copernicus Sentinel-5P, il video conferma un evidente crollo dell’inquinamento atmosferico.
Cigni a Burano e sui Navigli
E dopo la sorpresa di vedere finalmente i canali di Venezia puliti e limpidi, anche nell’isola di Burano, un utente Facebook segnala la presenza di cigni. Così come un utente Twitter riprende sempre un cigno su uno dei Navigli.
Erano anni che non li vedevo spingersi fin qui. #iorestocasa volentieri se serve (anche) a far tornare loro - Milano, Alzaia Naviglio Pavese pic.twitter.com/BATelYizQC
— Giulia Delogu (@GiDelogu) March 15, 2020
Cinghiali avvistati a Sassari
La Pagina Facebook “Il Sassarese Medio” segnala la presenza di cinghiali in una Sassari ormai deserta, a seguito dell’emergenza Coronavirus. Avvisati in diverse parti della città, hanno deciso di invadere prati e ricercare cibo vista l’insolita tranquillità della città.
Un cavallo sotto casa
C’è anche chi riferisce, con tanto di documentazione fotografica, di cavalli a passeggio per le strade urbane. Non sappiamo da che città italiana arrivi questa foto, riportata da BoredPanda.
Le pecore
Anche questo gruppo di pecore è a spasso per la città, senza auto o persone che le disturbino.
Report WWF sulle Pandemie
Secondo il Rapporto rilasciato dal WWF sulle Pandemie esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Molte delle malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.
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