Di fronte alla paura, al dolore, siamo tutti uguali e la pandemia che stiamo affrontando ci ha messo davanti a questa triste realtà senza alcun tipo di edulcorazione.
Diceva Jorge Louis Borges che
La morte è un’usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare.
E tante parole sono state spese, in queste settimane, sulla morte che è “democratica”, che non fa sconti a nessuno, riguarda poveri o ricchi alla stessa maniera, ma certo è straziante vedere certe scene, in un momento in cui non solo la morte è, purtroppo, quantomai presente nelle vite di molti di noi, ma anche in cui il lutto è negato, e la possibilità dell’ultimo saluto a un caro che se ne va pure.
È una situazione limite, estrema, certo, ma spiegarlo a chi non ha potuto neppure dare l’addio a un parente o a un conoscente è tutt’altro che semplice; come non lo è vedere immagini come quelle di Bergamo, con le bare tristemente caricate sui mezzi dell’esercito per essere portare a bruciare in altre città, a causa del sovraffollamento nei cimiteri e negli impianti crematori.
Anche negli Stati Uniti, a New York, città fra le più martoriate dal virus, dalla scorsa settimana vengono scavate delle vere e proprie fosse comuni in cui vengono sepolti i corpi di chi ha parenti che non possono occuparsi di organizzare un funerale, o di chi non ha affatto famiglia. Gli enormi scavi dove vengono adagiate le bare sono visibili addirittura dalle immagini satellitari, come ha mostrato la società di dati geospaziali Maxar Technologies.
E l’orrore, di fronte ai video e alle foto che sono testimonianza più vivida della drammatica situazione in cui anche gli USA si trovano, ricorda davvero molto da vicino quello vissuto da tutta Italia di fronte a quella parata silenziosa e piena di dignitoso rispetto, nelle scorse settimane. Perché sì, di fronte alla morte, così come al dolore, siamo davvero tutti uguali.
New York piegata dal virus
La Grande Mela è fra le città più straziate dalla pandemia: solo nella giornata di giovedì 9 aprile ci sono 824 morti per infezione da Covid-19, mentre i decessi nello stato hanno superato finora le 7000 vittime.
Situazione allo stremo
I numeri, però, potrebbero essere molto più alti: i pronto soccorso infatti sono affollatissimi, e molte persone muoiono a casa e in altri contesti non ospedalieri, non venendo così conteggiati nei numeri del COVID-19. Chi ha altre patologie, come quelle cardiache, nel frattempo, spesso si rifiuta di andare in ospedale per paura del contagio, così i medici temono che alcuni decessi, pur non legati al coronavirus, possano non essere noti.
Le fosse comuni
La Reuters ha riferito che a New York City sono stati dati in appalti i lavori per scavare vere e proprie fosse comuni nella zona di Hart Island per seppellire i morti, circa due dozzine a settimana, senza parenti o le cui famiglie non sono in grado di organizzare un funerale. A occuparsi degli scavi sono i detenuti.
Avvolti in sacchi
Prima della sepoltura, i morti vengono avvolti in sacchi appositi e collocati all’interno di bare di pino, con il nome inciso sopra, nel caso in un secondo momento debbano essere cremati.
Le immagini satellitari
Queste sono le immagini del 6 aprile, arrivate alla Maxar Technologies in Colorado. Sono impressionanti.
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