La “colpa” di Hevrin Khalaf violentata e lapidata per strada
Attivista impegnata nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili, Hevrin Khalaf è stata brutalmente assassinata per ciò in cui credeva.
Attivista impegnata nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili, Hevrin Khalaf è stata brutalmente assassinata per ciò in cui credeva.
È stata dapprima violentata e poi brutalmente lapidata, Hevrin Khalaf: 35 anni, segretario generale del Partito Futuro siriano e attivista per i diritti umani.
La donna ha perso la vita mentre combatteva per i suoi ideali il 13 ottobre 2019. La sua “colpa” più grande: quella di voler garantire a ogni essere umano i propri imprescindibili diritti. Da sempre schierata dalla parte delle donne, impegnata nel tentativo di difendere con le unghie e con i denti la posizione dei più deboli all’interno della sua società, Hevrin aveva intrapreso una nuova crociata, per la coesistenza pacifica tra curdi arabi e cristiano-siriaci. Quindi di certo non una colpa, ma sufficiente agli occhi dei suoi aguzzini per condannarla.
Divenuta simbolo del dialogo tra le diverse forze che coesistono in questa regione, Hevrin Khalaf era una delle figure più apprezzate da parte di tutte le comunità. Ma qualche giorno fa l’attivista ha perso la vita durante un agguato ben pianificato, assieme al suo autista e a un suo collaboratore. La donna viaggiava a bordo di un fuoristrada Toyota lungo l’autostrada M4, tra Manbij e Qamishlo, quando la vettura è stata crivellata a colpi di mitra che hanno ucciso immediatamente l’uomo al volante. Hevrin, a quanto pare, sarebbe stata trascinata fuori dall’auto e violentata, prima di essere uccisa a colpi di pietre.
Del suo corpo, sanguinante e impolverato, e dell’auto bersagliata di proiettili, hanno preso a circolare alcuni video sul web, che mostrano la crudezza di una battaglia senza confini e senza esclusione di colpi.
Non è ancora chiaro chi si celi dietro questo attentato: i curdi accusano le milizie arabe mercenarie di Ankara, che negano di aver compiuto questo gesto così brutale. Del resto, il tratto di autostrada in cui è avvenuto l’omicidio è rimasto per alcune ore sotto il controllo di un conosciuto gruppo jihadista, alleato della Turchia e già accostato ad altre esecuzioni sommarie.
Quel che è certo è che il mondo intero oggi piange la scomparsa di una donna straordinaria, che non aveva timore a portare avanti la sua difficile lotta in un momento storico terribile come quello che il suo Paese sta ora attraversando. Hevrin Khalaf è rimasta vittima del suo stesso impegno per un mondo migliore, e noi vogliamo celebrare la sua incredibile forza ricordandola con alcune immagini che ci raccontano la sua storia:
Pochi giorni prima del suo assassinio, Hevrin aveva rilasciato una breve intervista:
“Noi respingiamo le minacce turche che ostacolano i nostri sforzi per trovare una soluzione alla crisi siriana. Durante il periodo di dominio dell’Isis alle frontiere, la Turchia non ha visto in questo un pericolo per la sua gente. Ma ora che c’è un’istituzione democratica nel Nord-Est della Siria, loro ci minacciano con l’occupazione”.
Hevrin Khalaf è stata vittima di un agguato terribile, le cui immagini sono finite sul web.
Due filmati, finiti online, mostrano alcuni uomini in divisa circondare Hevrin e costringerla a uscire dall’auto, ma anche il corpo di una donna (probabilmente proprio l’attivista curda) gettato a terra, tra sangue e polvere.
L’ultimo saluto a Hevrin Khalaf ha visto moltissimi esponenti politici e militari curdi arrivare a Derek, piccolo villaggio lungo il confine con l’Iraq.
Aveva sempre pensato di poter cambiare le cose, e per questo sin da giovanissima aveva iniziato a gettare le fondamenta per il suo futuro. Hevrin, dopo aver imparato a parlare bene in inglese, si era dedicata a lungo agli studi ed era diventata ingegnere.
Hevrin Khalaf ha preso sempre molto sul serio il suo ruolo in politica, non mancava mai alle riunioni con le delegazioni straniere, come hanno rivelato di recente i suoi più stretti collaboratori.
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, alla notizia della sua morte, ha dichiarato:
“Hevrin Khalaf è il volto del dialogo e dell’emancipazione delle donne in Siria. La sua uccisione, opera di terroristi islamisti, più attivi dopo l’invasione dei territori curdi da parte della Turchia, è un orrore su cui la comunità internazionale dovrà andare fino in fondo”.
La paladina per i diritti delle donne si batteva anche per il laicismo e l’inclusione delle minoranze, oltre che per un dialogo tra curdi arabi e cristiano-siriaci. Per questo motivo era considerata una miscredente dall’ISIS, e un pericolo per gli jihadisti.
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