Io, a 15 anni, vi racconto la guerra chimica in Siria

Io, a 15 anni, vi racconto la guerra chimica in Siria
Twitter @muhammadnajem20
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Lui è Muhammad Najem ha 15 anni e vive a Ghouta, un sobborgo di Damasco in mano ai ribelli anti Assad in Siria. Il ragazzo documenta con video e selfie il massacri di civili causati dalla guerra. Le bombe hanno distrutto le strade dove giocava a calcio con i suoi amici, hanno raso al suolo le scuole, le case, gli ospedali e lui racconta tutto attraverso i social con video di un moderno reporter di guerra.

Muhammad ha lanciato su twitter l’hashtag #SaveGhouta per chiedere al mondo di salvare un paese martoriato dalla guerra e dopo l’attacco con le armi chimiche ha chiesto un gesto simbolico a tutti gli utenti della rete: un selfie con una mano che copra bocca e naso “contro l’uso dei gas come arma mortale”.

Molti sono gli artisti ma anche i semplici utenti che hanno aderito alla campagna tra cui Roberto Saviano che pubblicando il selfie nei suoi social ha scritto:

La popolazione siriana è vittima di eserciti che combattono una guerra con metodi criminali: i soldati di Assad, le forze jihadiste, l’esercito di Erdoğan e l’aviazione russa commettono atrocità che non risparmiano i civili. Nonostante continui a negare e accusare la stampa e gli attivisti di manipolare le informazioni, Assad sta usando armi chimiche sulla popolazione. Gas che uccide lasciando soffocare le persone nella propria saliva. A morire sono soprattutto bambini. Le armi chimiche sono vietate da quasi cento anni, ma nella guerra civile siriana continuano ad essere utilizzate.  Muhammad Najem è un ragazzo siriano di 15 anni che sta raccontando la guerra e denunciando la morte di migliaia di bambini per soffocamento da gas. Fotografarsi coprendosi bocca e naso con la mano è solo un gesto simbolico, ma può essere utile per diffondere la consapevolezza di questo crimine. Invito tutti a fotografarsi così contro l’uso dei gas come arma mortale.

Sfoglia la gallery e scopri le foto e le denunce fatte nei social da Muhammad.