
Com'era La Femme Dodge, la macchina progettata da uomini per le donne

Gli anni ’50 hanno rappresentato un’epoca molto diversa da quella in cui viviamo. La Seconda Guerra Mondiale e il Dopoguerra avevano segnato profondamente la società, ampliando quelli che erano considerati i ruoli di genere: per la prima volta, le donne si affacciavano nel mondo del lavoro in maniera massiva, dopo aver avuto l’esperienza di prendere il posto degli uomini durante il conflitto.
I retaggi da combattere erano e sono duri a morire, per cui non ci devono stupire gli stereotipi che avrebbero accompagnato il nostro genere fino alla rivoluzione sessuale. Così negli anni ’50 non erano rare le pubblicità che esternavano un ruolo della donna da angelo del focolare, che amava il rosa ed era sempre impeccabile, con un trucco perfetto. Analogamente però iniziavano a circolare delle merci dedicate alle donne, come macchine per scrivere «più semplici da usare». E automobili, come la Dodge LaFemme.
La Dodge LaFemme era un’auto “modificata” per piacere alle donne, a partire dalla Dodge Custom Royal Lancer e fu lanciata sul mercato tra il 1955 e il 1956. Il sito Messinessychic la descrive come la vettura ideale per Penelope Pitstop oppure per le Pink Ladies di Grease. In effetti parliamo di una macchina completamente rosa: interni, esterni e accessori esclusivi. L’auto costava 143 dollari in più rispetto all’archetipo unisex e le campagne pubblicitarie miravano a descrivere un nuovo tipo di donna americana, indipendente quel tanto che basta per spostarsi da sola in città, con la sua vettura customizzata per mostrare che la guidasse una donna molto elegante.
La produzione fu interrotta molto presto, si stima che in realtà ne siano stati prodotti solo 2500 esemplari, di cui ancora 60 esistenti. Non sono disponibili i numeri precisi, questi numeri sono solo stime, dato che la Dodge LaFemme fu, a tutti gli effetti, un modello opzionale rispetto a uno standard. Le vendite però sicuramente non furono all’altezza delle aspettative e quindi la produzione si interruppe, come accade sempre in questi casi.
Ma c’è chi incolpa l’assenza di un buon battage pubblicitario degno dei giorni nostri. C’è chi sostiene infatti che furono proprio le campagne pubblicitarie a penalizzare il prodotto, presente in opuscoli a foglio unico nelle concessionarie, al posto di modelli dimostrativi patinati.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire la Dodge LaFemme.
Ecco come si presentava la Dodge LaFemme nelle concessionarie.
Tutti i dettagli erano pensati per esaltare una certa idea di femminilità… in rosa.
Gli interni erano coperti con un arazzo rosa con finiture in vinile rosa pallido.
La Dodge LaFemme ebbe poca fortuna e i modelli restarono nelle concessionarie a prendere polvere, anche perché non tutti sapevano della sua esistenza.
Il cassetto del cruscotto non serviva però a tenere i trucchi, che erano destinati a una borsetta a parte.
Il design rispecchiava l’idea della donna dell’epoca, elegante e impeccabile, indipendente ma ancora ancorata alla famiglia.
All’interno del sedile era posizionato lo spazio per una borsetta esclusiva.
All’interno della borsetta c’erano degli accessori per il trucco targati Dodge. Tutti prodotti dall’azienda Evans di Chicago, che ai tempi era leader nel campo.
In dotazione anche un impermeabile e un ombrello Dodge per i giorni di pioggia. Qui non si vede perché la foto d’epoca è in bianco e nero, ma erano entrambi rosa.
Una testimonianza della comunicazione legata alla Dodge LaFemme, mette in risalto il pulsante d’accensione, che è un vero e proprio tasto. Lo slogan recita:
L’auto più alla moda in America – disegnata pensando alle donne!
Un altro tassello dell’apparato comunicativo:
LaFemme di Dodge… nello stato d’animo e maniera un’auto distintiva per una donna moderna che si distingue.
Un’altra pubblicità che mette in risalto invece gli optional dell’auto, dalla borsa all’impermeabile fino agli interni:
Ora, per la prima volta al mondo, un’auto alla moda, personalmente tua.
Alcune pubblicità mettevano in risalto quanto l’auto fosse chic:
Un appuntamento con sua maestà… la donna americana.
Cosa ne pensi?