Prima di avere Leo, Chiara Ferragni ha sempre dichiarato di avere un’altra “figlia”: parliamo di Matilda, la buledogue francese che è con lei dal 2010 e che è stata, suo malgrado, “complice” nella conoscenza fra l’imprenditrice digitale e il marito Fedez.

Non solo Maty è, ovviamente, parte integrante della famiglia e compagna di giochi di Leone, ma proprio come Chiara è, a suo modo, una “infuencer” canina, con tanto di pagina Instagram dedicata, che vanta più di 360 mila followers!

La stessa Chiara, però, proprio nelle ultime ore ha pubblicato diverse stories in cui ha rivelato che Matilda ha un problema di salute piuttosto grave: portata dal veterinario per delle crisi epilettiche, infatti, alla cagnolina è stato diagnosticato un tumore, che si prepara ad affrontare con delle sedute di radioterapia.

In lacrime per colei che sta al suo fianco da ormai dieci anni, Chiara ha chiesto ai tanti ammiratori di mandare pensieri e messaggi positivi per Maty, in attesa di capire l’evolversi della situazione.

Sei la più forte, piccola mia – scrive – e ti mandiamo tutti i nostri pensieri più positivi. Supererai tutto questo.

Chiara e Fedez restano comunque molto in apprensione per la loro amica a quattro zampe, e le lacrime della Ferragni al pensiero che Maty sia malata non devono certo né stupire, né lasciare perplessi; chiunque abbia avuto un animale, e lo abbia perso, sa quanto è grande e profondo il vuoto che lascia nelle nostre vite, e piangere per quella che è a tutti gli effetti una perdita non è fonte di imbarazzo o vergogna.

Per quanto socialmente poco considerato, tanto da essere spesso fonte di battute davvero poco carine (della serie “ti è morto il gatto?”), il lutto di fronte alla perdita di un animale ha invece un importante impatto psicologico, e a testimoniarlo sono svariati studi e ricerche.

Il lutto per un animale: l’impatto psicologico

Uno studio americano ha dimostrato che il lutto per la perdita di un animale può essere, senza esagerazioni, paragonato alla perdita di una persona cara e, spesso, nelle famiglie con bambini, questo può rappresentare per loro il primo incontro con la morte.

Svariati psicologi criticano la stigmatizzazione sociale che ancora circonda il dolore per la morte di un amico a quattro zampe, sottolineando come esistano delle vere e proprie fasi di elaborazione del lutto, che non sono diverse da quelle che riguardano le persone. L’autrice Elisabeth Kübler-Ross, nel suo libro On Death & Dying, ad esempio, ha identificato cinque fasi del dolore: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. 

Ma, come detto, gli studi che confermano come il dolore per la morte di un animale non sia dissimile da quello che si prova per la perdita di un caro sono svariati, e si riferiscono anche alle diverse modalità attraverso cui avviene la scomparsa: ad esempio, uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania (Quackenbush e Glickman, nel 1984), ha rivelato che le persone provano un dolore estremo quando sono nelle condizioni di dover scegliere l’eutanasia per il proprio animale domestico.

Anche commenti come “Era solo un cane (o un gatto), superalo” o “Non capisco perché ti manchi questo gatto (o cane) così tanto” possono essere involontariamente dannosi e aggiungersi al carico di dolore di una persona, come rilevato da Messam & Hart, che continua:

Sentirsi in colpa spesso è una componente del dolore, soprattutto se il proprietario vive un conflitto riguardante la decisione dell’eutanasia o ritiene che non sia stata fornita la cura adeguata. Il dolore per un animale, sebbene diventi più socialmente accettato, rimane in qualche modo privo di diritto. Ad esempio, assentarsi dal lavoro per questa perdita non è previsto.

Non c’è, ovviamente, nemmeno un “tempo” per il dolore: uno studio condotto su 82 persone che hanno perso il loro animale domestico ha mostrato che 25% ha impiegato tra 3 e 12 mesi per accettare la perdita del proprio animale domestico, il 50% tra 12 e 19 mesi e il 25%  tra 2 e 6 anni, per recuperare. Non è, insomma, qualcosa che si dimentica così facilmente, ma questo, dopo tutto, non è strano.

Strano, semmai, è pensare che davvero qualcuno possa mettere in dubbio che, dopo anni passati sempre insieme, non si possa soffrire nel momento dell’addio.

Al di là del lutto, in ogni caso, le preoccupazioni restano anche in caso di malattia dell’animale, ovviamente, proprio come nel caso di Chiara Ferragni e della sua Maty. A cui facciamo davvero di cuore i nostri migliori auguri.

Sfogliate la gallery per vedere alcune delle immagini più belle di Matilda con la sua famiglia, che in fondo ha “contribuito” a creare.

Le lacrime di Chiara Ferragni per Matilda la cagnolina e il dolore per i nostri animali
Fonte: instagram @chiaraferragni
Foto 1 di 15
Ingrandisci