È arrivata in tv il 10 febbraio la seconda stagione de L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, la serie firmata Rai ispirata alla saga letteraria di Elena Ferrante diventata un successo di pubblico a livello mondiale, e, proprio come accaduto con la passata stagione, anche questa prima puntata ha già raccolto ottimi risultati in termini di audience, guadagnandosi il record di ascolti – 3.292.000 telespettatori – e il 19,32% di share.

Sono tornate, dunque, anche Lenù e Lila, stavolta diventate giovani donne nella Napoli tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60. Ma a rompere l’idillio della serie sono arrivate le parole di Gaia Girace, splendida interprete di Lila, che a Fanpage ha annunciato che lascerà il suo personaggio dopo i primi tre episodi della prossima stagione:

Mi spiace lasciare il personaggio di Lila perché ci sto lavorando da tre anni, sto crescendo con lei e mi spiace lasciarla a qualcun altro – ha dichiarato – Spero che chi prenderà il mio posto la ami almeno un centesimo di quanto la amo io. Volevo fare l’attrice prima di incontrare Lila, così sarà anche dopo.

Gaia ha parlato anche del regista Saverio Costanzo come di un punto di riferimento fondamentale per lei, che le è venuto a mancare nella puntata in cui, baciando Nino Sarratore, Lila trova l’amore (diretta da Alice Rorwacher).

La mia idea e quella di Saverio sul personaggio coincide. Io sono una che propone, quindi le scene le faccio come penso io, poi Saverio apporta correzioni. Nel momento in cui non ho più visto la sua presenza, ho perso un po’ di riferimenti. Ma mi sono trovata bene anche con Alice.

Impossibile però non parlare anche della scena dello stupro coniugale consumato proprio ai danni della povera Raffaella-Lila, obbligata con violenza a concedersi al marito Stefano per la prima notte di nozze.

È da tempo che lavoro a questo personaggio e in questa stagione mi sono permessa di rischiare, di buttarmi, perché oggi conosco meglio Lila. Ma in quella scena ho dovuto lavorare un po’ di più. Ti rendi conto di cosa prova davvero una donna. […] una scena così pesante e difficile era giusto prepararla in quel modo [lavorando un’intera notte, ndr.]. È stato anche bello perché ha richiesto un periodo di preparazione più lungo. È stato difficile girare la scena anche per tutte le persone che c’erano intorno a noi.

Una scena che, stavolta, tutti hanno potuto vedere senza censure, senza tagli, con l’occhio della telecamera fisso sul volto inerme e inanimato di Lila per tutta la durata dello stupro. Diversamente da quanto era accaduto nella prima stagione, quando la violenza di Donato Sarratore nei confronti di Lenù era stata oscurata dalla Rai, mentre era stata invece trasmessa da HBO, il canale che ha l’esclusiva della serie sulle reti americane.

Perché questa diversità di scelte? Forse perché, nel caso dello stupro di Sarratore ai danni di Elena, si parlava di un vero e proprio atto di pedofilia, che quindi si è preferito non mostrare? Mentre nella violenza subita da Lila tutto quello che vediamo, in realtà, pur nella drammaticità della scena, è la grande dignità e forza d’animo con cui la ragazza rifiuta di piegarsi al suo aguzzino e di obbedirgli, con quel secco “Non ti voglio!” urlatogli in faccia, prima di abbandonarsi esanime, sopraffatta dagli schiaffi e dalla violenza di lui.

In realtà non sappiamo quale criterio sia stato seguito per scegliere di censurare l’una e mostrare l’altra, così come non vogliamo tornare nel merito della polemica seguita proprio alla decisione di tagliare la prima scena di stupro, quando molti avevano detto che, trattandosi di forma artistica, tutto avrebbe dovuto essere mostrato senza nessun stravolgimento.

Ci piace però sottolineare il messaggio mandato invece proprio da questa seconda scena, che è quello di una giovane donna che, pur in un contesto spazio-temporale particolare, quello dell’Italia in cui era ancora pratica diffusa il matrimonio riparatore e il delitto d’onore, e l’unica forma concepibile di società e famiglia era quella patriarcale, decide di non abbassarsi alle convenzioni sessiste del suo tempo e, invece, vi si ribella: non solo opponendosi fin dove può e riesce alla violenza del marito, ma avendo il coraggio di mostrarne apertamente i segni senza nasconderli, esibendo quegli occhi neri ai parenti per far vedere cosa lui le ha fatto.

È un messaggio di cui, a ben pensare, abbiamo tanto bisogno anche adesso. Soprattutto adesso, in realtà: adesso che di violenza di genere purtroppo si parla fin troppo, nonostante qualcuno si ostini comunque a negarla.

Riviviamo in gallery alcune delle scene delle puntate de L’amica geniale – Storia del nuovo cognome e scopriamo alcune curiosità sulla serie.

Gaia Girace non sarà più Lila de L'Amica Geniale
Fonte: Rai
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