Anche il concerto del Primo Maggio 2019 è stato condotto da Ambra Angiolini e Lodo Guenzi, proprio come l’anno scorso. E anche stavolta la splendida attrice si è ritrovata al centro della polemica, in primis per il suo look. I più attenti ricorderanno come la passata edizione del concertone sia stata molto discussa, soprattutto per il maglione indossato dalla Angiolini. Si trattava di un capo firmato Alberta Ferretti, un maglioncino corto a righe multicolor con la scritta “Yesterday”. Costo del pullover: 325 €. Una scelta, quella di Ambra, che aveva fatto indignare il popolo social: perché presentarsi sul palco di un evento dedicato ai lavoratori, in un’epoca in cui centinaia di migliaia di persone fanno fatica a sbarcare il lunario, con un capo d’abbigliamento così costoso?
In quell’occasione, l’attrice aveva sdrammatizzato l’accaduto con la sua ironia, pubblicando su Instagram una foto di un set di mutandine a basso prezzo, spiegando che almeno sull’intimo aveva deciso di risparmiare. Ma, almeno secondo molti utenti, Ambra se la sarebbe legata al dito, tanto da riproporre la polemica anche sul palco del concerto del Primo Maggio 2019, in maniera non molto sottile. Quest’anno si è infatti presentata con un maglioncino che riporta sul petto i nomi dei tre sindacati che organizzano l’evento – Cgil, Cisl e Uil.
Quello che in molti hanno notato è che il suddetto maglioncino assomigli molto a quello dello scorso anno, seppure con le righe di colori più scuri, al quale potrebbe essere stata cucita sopra una maglietta bianca con le sigle dei sindacati. Insomma, si tratta di una coincidenza oppure di una provocazione creata ad arte? Quel che è certo è che la scelta di Ambra Angiolini non è stata esente da critiche, in un clima che ha reso il Primo Maggio un evento ricco di tensioni, soprattutto per il ruolo della donna. Molto polemizzata è stata anche la decisione di far salire sul palco una quota rosa piuttosto scarsa, a giudizio di parte del pubblico.
Scopri nella nostra gallery qual è stata la risposta – molto piccata – di Ambra Angiolini alla questione della scarsa presenza femminile al concertone.
La risposta di Ambra Angiolini
La conduttrice del concertone, durante la conferenza stampa che ha preceduto l’evento, si è scaldata parlando del problema della quota femminile nella scaletta:
“A voi sembra davvero una polemica? Sono seria, poi sono una donna e sono attenta a tutto ciò che ci riguarda. La dobbiamo smettere di far finta di parlare di cose che non hanno senso. Io da donna non mi sento offesa, non ho contato quante donne ci sono sul palco del Primo Maggio. Se questa è una radiografia del Paese, vuol dire che il problema è a monte. Perché nelle classifiche ufficiali ci sono solo due donne, perché non lo chiediamo alle case discografiche, a quelli che stanno prima del Primo Maggio? È stata fatta una selezione sulla musica che è nei primi posti delle classifiche e le donne che c’erano non erano loro stesse disponibili”.
Ambra Angiolini e Lodo Guenzi
E ancora, Ambra ha proseguito citando quelli che sono i veri problemi:
“Dov’è la polemica? Parliamo della sicurezza sul lavoro, di quello che ancora non esiste in questo Paese. Dobbiamo piantarla di parlare e di far scoppiare polemiche inutili. Sfido qualsiasi donna intelligente a prendersela contando le donne presenti al Primo Maggio, e me ne prendo la responsabilità, anche del fatto che mi sto incazzando”.
Il maglione di Ambra Angiolini
A suscitare polemiche non è stato solamente il problema delle quote rosa, ma anche il maglione indossato da Ambra sul palco. Proprio come lo scorso anno, l’attenzione del pubblico è stata catturata dal capo d’abbigliamento piuttosto singolare che la conduttrice ha sfoggiato.
Apertura del concertone del Primo Maggio 2019
Ambra e Lodo Guenzi hanno dato il via al concerto del Primo Maggio 2019 con queste parole:
“Ricordiamoci il motivo per il quale siamo qua: diritti, lavoro, la nostra Europa, la sicurezza sul lavoro. Fatevi sentire! Oggi su questo palco la musica che adesso riempie le classifiche e gli emergenti che si affacciano al grande pubblico, sono la nuova musica popolare italiana. Ascoltateli, i testi e le parole sono importanti, cerchiamo di capirle e di comprenderle, e di considerarci tutti una cosa sola”.
Ylenia Lucisano
La giovane cantante ha gridato al pubblico la sua risposta all’assenza di figure femminili sul palco:
“Non è che vero che siamo poche il primo maggio, contro la violenza sulle donne, oggi siamo tutte donne”.
Ilaria Cucchi
Sul palco è salita anche Ilaria, sorella di Stefano Cucchi. La donna è stata accolta da un lungo applauso e da un grido all’unisono: “Stefano!”. La sua commozione era palese anche nelle sue parole:
“Sentire stasera la piazza urlare il suo nome mi fa capire che la battaglia di tutti questi anni non è stata inutile, abbiamo dimostrato che non bisogna mai smettere di crederci quando si è nel giusto”.
Noel Gallagher
Uno degli ospiti più attesi del concertone è stato senza dubbio Noel Gallagher, che dopo aver portato sul palco alcuni grandi successi degli Oasis e degli High Flying Birds ha concluso la sua performance con un pezzo dei Beatles.
"Lo sgravio è mio..."
Nel corso della serata, Ambra Angiolini ha anche affrontato uno degli ultimi temi di attualità, quello riguardante la proposta di legge sugli sgravi fiscali per l’assunzione di donne nel 2019/2020:
“Vi do una notizia. È stata fatta una proposta: in arrivo sgravi contributivi fino a tremila euro per chi assume donne nel 2019/2020. Funziona che io divento uno sgravio contributivo. Se mi assumi, paghi meno tasse. Quanti sgravi contributivi ci sono qua?”.
Lodo Guenzi le ha fatto da contraltare:
“Se io assumo te, io ci guadagno. Ma ci guadagnerai anche tu”.
La risposta di Ambra è stata secca e concisa:
“No, ci guadagni solo tu. Io ci guadagno un lavoro. Ti è chiaro? Allora dalla piazza vi diciamo che lo sgravio è mio e lo gestisco io”.
Le morti sul lavoro
Come ogni anno, Ambra e Lodo si sono concessi qualche minuto per riflettere su uno dei drammi più grandi di tutti i tempi: le morti sul lavoro.
“Ogni anno la stessa tragica lista, vorremmo non doverla leggere più. Il lavoro è un diritto, ma la vita lo è ancora di più, e aggiungiamo allora alla lista tutti i lavoratori senza nome, grande vergogna che fa male anche da qui, a prescindere. E fosse anche solo uno il nome nella lista, sarebbe comunque il fallimento di tutti”.
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