Non solo Denise Pipitone: sono purtroppo tanti i bambini scomparsi, in Italia e nel mondo, la cui sorte è ancora avvolta dal mistero, anche a distanza di anni.
Ma, come per la bambina di Mazara del Vallo scomparsa nel 2004, spesso anche sugli altri casi di “missing kids” si riaccendono i riflettori, per via di segnalazioni e presunti avvistamenti, che talvolta, sfortunatamente, si rivelano buchi nell’acqua, ma servono comunque a riportare l’attenzione sulla vicenda.
Se la recentissima pista russa seguita per ritrovare Denise si è rivelata l’ennesima ipotesi infondata, visto l’epilogo della storia, di cui abbiamo dato conto in questo articolo, potrebbe avere una svolta diverso il caso del piccolo Mauro Romano.
La scomparsa di Mauro Romano
Il piccolo Mauro Romano aveva solo 6 anni quando scomparve, il 21 giugno del 1977, mentre giocava a nascondino con alcuni amichetti alla periferia di Racale, comune della provincia di Lecce. Per la sua scomparsa ci sono stati anni di indagini, che hanno portato a un unico indagato, l’uomo che quel pomeriggio avrebbe fatto salire il bambino sulla sua moto ape per portarlo via, Vittorio Romanelli, un ex barbiere, oggi ottantenne, sulla cui testa pende l’accusa di sequestro di persona e, fino a poco tempo, anche quella, terribile, di omicidio.
Che il piccolo Mauro fosse stato ucciso era infatti convinzione ritenuta assoluta, anche dai genitori, Natale e Bianca, almeno fino allo scorso anno, o forse addirittura fino a pochi giorni fa, quando c’è stata una svolta inaspettata e assolutamente clamorosa.
La cicatrice rivelatrice
Mamma Bianca Romano avrebbe infatti riconosciuto un segno distintivo di Mauro vedendo alcune immagini nientemeno che dello sceicco Mohammed Al Habtoor, investitore e vicepresidente e CEO del gruppo Al Habtoor. Non è un riconoscimento casuale, ma è da tempo che le attenzioni dei familiari si sono concentrate sull’uomo, nato nel 1968, che sarebbe somigliante al piccolo Mauro.
In particolare, Bianca Romano avrebbe notato, in alcune immagini pubblicate sul settimanale Oggi, la stessa cicatrice sulla mano che Mauro si sarebbe procurato da bambino, una bruciatura da ferro da stiro.
“È lui, è Mauro. Quella cicatrice sulla mano è uguale a quella di mio figlio” le parole della donna al settimanale.
Ci sarebbero ulteriori elementi a suggello di questa teoria: l’età quasi identica che Mauro Romano avrebbe oggi e quella dello sceicco, e un’altra cicatrice, sul sopracciglio sinistro. L’ipotesi ultimamente più accreditata sembra quindi essere quella del rapimento su commissione, che avrebbe condotto il bambino in Medio Oriente, anche se per ora non è mai arrivata alcuna disponibilità dai Paesi arabi per esami di sangue e DNA, che potrebbero dissipare ogni dubbio, come successo nel caso di Olesya Rostova – Denise.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la vicenda di Mauro Romano e conoscere gli ultimi sviluppi.
La scomparsa
Il 21 giugno 1977 Mauro Romano, secondo dei quattro figli di Bianca e Natale, scompare mentre gioca a nascondino con alcuni amichetti.
I genitori non ci sono, sono andati a Poggiomarino, in Campania, per i funerali del nonno paterno di Mauro, e con loro hanno portato solo l’ultima nata, Simona. Antonio, Mauro e Luca sono invece affidati alle cure dei nonni materni.
Al loro ritorno, i Romano scoprono che Mauro è scomparso.
Negli anni si sono susseguite diverse ipotesi e teorie, anche se quella del rapimento a scopo di estorsione è stata da subito una fra le più battute, anche in seguito ad alcune telefonate che, i giorni dopo la scomparsa di Mauro, arrivano a casa Romano. “Trenta milioni o sevizio e uccido il bambino”. Il misterioso telefonista, A.S., però, viene identificato e arrestato dalla polizia, e sarà condannato per tentata estorsione aggravata.
Poco dopo il maresciallo Zecca dei carabinieri della Stazione di Taviano trova un elemento che potrebbe ricondurre al rapimento di Mauro, a Castelforte, a pochi chilometri da Racale: è un batuffolo di ovata usato per narcotizzare. La pista però, purtroppo, conduce a un vicolo cieco, e così le indagini tornano in una fase di stasi.
Le piste seguite negli anni
Nel 1998 dopo 21 anni dai fatti, un confratello di Bianca e Natale, che sono testimoni di Geova, racconta cosa successe quel pomeriggio: Mauro giocava a nascondino con altri bambini a Castelforte, quando è stato portato via da un’auto bianca, mentre urlava “Mamma”. Una volta chiamato a ripetere la propria testimonianza davanti agli inquirenti, però, l’uomo negherà tutto. Ciononostante, i Romano decideranno di non denunciare l’amico perché “la nostra religione non consente a un fratello di portare a giudizio un altro fratello”; la denuncia arriverà però nel 2010, quando i coniugi verranno a conoscenza che l’uomo non è più un testimone di Geova. Nel 2012 l’indagine sulla scomparsa viene archiviata, fino al 2019, quando alcuni giornali pugliesi riportano la notizia di un’indagine per pedopornografia che ha per vittime 15 bambini (salite poi a 18). Al centro dell’indagine proprio quell’A.S. condannato anni prima per la tentata estorsione.
Nel gennaio 2020 invece sono stati ritrovati delle ossa, che hanno portato alla riapertura delle indagini per volontà dei coniugi Romano, assistiti dall’avvocato Antonio La Scala.
Romanelli e il coinvolgimento del futuro boss
Repubblica invece fornisce un’altra versione della storia: a portar via Mauro sarebbe stato il barbiere Vittorio Romanelli, amico di famiglia, che lo avrebbe fatto salire sulla sua moto ape e che nel 2020, con l’ipotesi della riapertura del processo, risulta indagato con l’accusa di sequestro di persona, dopo l’avviso di conclusione fatto notificare dal pubblico ministero Stefania Mininni.
Romanelli frequentava la famiglia di Mauro perché facente parte della stessa congregazione di Geova, e il bambino si fidava di lui, al punto da chiamarlo “zio”. L’uomo avrebbe convinto il bambino a salire con lui, portandolo a Castelforte, dove aveva una residenza estiva. Lì Mauro avrebbe giocato con il figlio del Romanelli all’aperto, prima di essere definitivamente rapito da sconosciuti.
Il gip che nel 2012 chiuse le indagini scrisse di come “gli investigatori hanno verificato un generale clima di latente omertà nell’ambito della comunità religiosa e tale aspetto ha avuto un ruolo non trascurabile nella risoluzione della vicenda”. Particolare non di poco conto, tra i bambini con cui giocava a nascondino il piccolo Mauro quel giorno di inizio estate c’era anche Vito Paolo Troisi, che anni dopo sarebbe diventato un boss della Sacra Corona Unita e condannato nel 1997 al carcere a vita per un omicidio. Anche lui, ascoltato in merito alla vicenda di Mauro Romano, non ha però fornito alcuna indicazione.
La nuova ipotesi
La mamma di Mauro Romano è convinta che suo figlio potrebbe essere lo sceicco Mohammed Khalaf Al Habtoor AlMarar, nato il 30 settembre 1968 a Dubai dal magnate degli affari, Khalaf Al Habtoor, fondatore di The Al Habtoor Group e terzo uomo più ricco (secondo il patrimonio netto) negli Emirati Arabi Uniti. Difficile pensare alla veridicità di questa ipotesi, soprattutto perché gli anni di nascita non coinciderebbero: i documenti dello sceicco riportano infatti la sua nascita al 1968.
Gli indizi a cui crede mamma Bianca
Bianca Romano, però, è convinta che la cicatrice sulla mano dello sceicco sia la stessa che suo figlio Mauro si è procurato da bambino bruciandosi con il ferro da stiro. Anche un’altra cicatrice, sul sopracciglio sinistro, sarebbe identica.
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