Che cosa possiamo fare per far capire a quelle persone (poche, per fortuna) ancora convinte che ci siano sport “da uomini” e sport “da donne” che forse farebbero prendere a prendere in considerazione l’idea di cambiare la loro prospettiva?

Sicuramente raccontare loro la storia di Maya Gabeira, senza alcun dubbio la più grande surfista di sempre; non fra le donne, ma proprio a livello generale, fra tutti e tutte coloro che praticano questa disciplina ad alto tasso di adrenalina e di rischio.

Classe 1987, Maya vanta record impressionanti e una vita che definire avventurosa non rende bene l’idea; nata a Rio de Janeiro da Fernando, fra i membri fondatori del Partito Verde nonché ex membro di un gruppo di guerriglia responsabile del rapimento dell’ambasciatore americano in Brasile, Charles Elbrick, nel 1969, e da Yamê Reis, famosa stilista brasiliana, Gabeira inizia ad appassionarsi al surf da ragazzina, appena quindicenne, e nello stesso momento comincia subito a gareggiare.

Il talento c’è, la passione pure, e i primi traguardi importanti non tardano ad arrivare: Maya vince un campionato mondiale dopo l’altro, inanellando vittorie in luoghi ostici come Mavericks, Waimea, Todos Santos e i “Dungeons” infestati dagli squali, nel Sudafrica. Ben presto il titolo di surfista donna più forte del mondo è suo, ma Maya non si ferma, neppure quando, nel 2013, un incidente sulla sua tavola rischia di farla morire annegata.

Bisogna aspettare settembre del 2020 perché le venga dato l’XXL Biggest Wave Award per aver surfato l’onda più grande dell’anno, merito riconosciuto anche dal Guinness dei Primati, che sancisce che con i suoi 73,5 piedi, ovvero 22,5 metri, quella è l’onda più grande mai cavalcata da una donna, e anche quella più alta domata in generale quell’anno.

Tutto avviene a febbraio, a Nazaré, suggestivo villaggio di pescatori sull’Estremadura portoghese bagnato dall’Atlantico; Maya Gabeira supera il suo precedente record personale, stabilito nel gennaio del 2018, di 20,7 metri, e anche quello maschile stabilito nel 2020 dallo statunitense Kai Lenny (un metro in più), ma la sua premiazione viene accompagnata da immancabili polemiche, perché la categoria femminile viene annunciata con quattro settimane di ritardo rispetto a quella maschile, nonostante le evidenti misure superiori raggiunte dall’atleta brasiliana.

Segno inequivocabile che la strada per togliere un po’ quell’aria di scetticismo dagli appassionati dello sport e smettere di far storcere il naso agli uomini, convinti di avere l’egemonia assoluta nella disciplina, sia ancora piuttosto lunga. Se volete vedere il video dell’onda cavalcata da Maya, lo trovate qui.

La vita di Maya, però, è davvero romanzesca, e vale la pena raccontarla; lo abbiamo fatto in gallery.

Maya Gabeira, la più brava di tutti e tutte sulla cresta dell'onda più alta
Fonte: instagram @maya
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