Un anno fa moriva Lucia Bosé. L’attrice ottantanovenne, Miss Italia 1947, scoperta da Luchino Visconti e mamma del cantante Miguel Bosé, si è spenta a Segovia, città della provincia di Madrid, e fra gli altri, ad annunciarlo, c’è stato proprio il figlio, con un tweet.
Queridos amig@s ... os comunico que mi madre Lucía Bosé acaba de fallecer. Ya está en el mejor de los sitios. #MB pic.twitter.com/H33dlay3lk
— Miguel Bosé (@BoseOfficial) March 23, 2020
Mia madre è nel migliore dei posti.
Sono le poche parole con cui, nel 2020, Bosé ha dato la notizia della perdita della mamma. Secondo i media iberici la Bosé aveva contratto il Coronavirus, e sarebbe morta proprio per il virus del COVID-19; quel che si sa di certo al momento è che la donna era affetta da una polmonite.
Nata Borloni, lavora come commessa in una pasticceria milanese quando viene notata da Visconti e, appena sedicenne, prende il pullman per Stresa, per partecipare all’edizione di Miss Italia del ’47, che poi vincerà. Lei, assieme a Sophia Loren e Gina Lollobrigida, ha incarnato non solo l’epoca del neorealismo cinematografico italiano, ma anche l’idea di bellezza mediterrannea che è stato poi identificata dall’aggettivo “maggiorate”, pensato proprio per donne dalle forme giunoniche come loro.
Sposa del torero Miguel Dominguin, da cui ebbe tre figli – oltre a Miguel anche Lucia e Paola – divorziò da lui nel 1968, dopo tredici anni di unione, non lesinando i racconti delle continue infedeltà del marito che furono proprio alla base della fine del matrimonio.
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Dominguin? Si faceva tutte
Si faceva tutte le puttane. – disse in un’intervista a Domenica In nel 2019, parlando dell’ex marito – Lui mi ha tradito fin dal primo giorno dopo il matrimonio. Non ero gelosa. Lui se le trovava dappertutto, dentro l’armadio, sotto al letto e mi diceva che ‘doveva farsele’. L’ho amato, mi ha dato tutto. Non si può amare di più. Chi non ha la corna?
Su Visconti
È stato più di un fratello, quasi un amante, lui mi adorava: io non potevo fare teatro, perché ho fatto cinema con un polmone solo, ero tubercolotica; ma lui non mi voleva per il cinema, lui mi avrebbe voluta per il teatro – ha raccontato – Ho vissuto anche in casa sua, ho dato a Luchino quello che ho dato a pochi uomini, perché era una persona straordinaria. Era entrato nella pasticceria dove lavoravo e mentre preparavo la scatola lui mi disse: ‘lei è un animale cinematografico!’ e così mi ha suggerita per un provino a De Santis. Quello con Giuseppe è stato il mio primo film, ero una sprovveduta e sono andata a fare cinema come una scema, ma era il vero cinema, un’arte.
Ho amato tutti i miei film
Non posseggo niente di mio, ma tutti i miei film mi son piaciuti, se no non avrei accettato di farli! Non ne ho un preferito, come i figli: se ho fatto del cinema mi sono impegnata, e se non ho dato di più, forse non avevo più da dare.
Con il figlio Miguel, che ha preso il suo cognome
Dopo un lungo fidanzamento con l’attore italiano Walter Chiari, Lucia Bosé conobbe il torero Luis Miguel Dominguin, sposandolo con rito civile a Las Vegas nel 1955, e poi con rito religioso in Spagna. Divorziarono nel ’68 per le continue infedeltà di lui.
Dal torero Lucia ha avuto Lucia, Paola e Miguel. Proprio quest’ultimo ha preso il cognome d’arte della madre ed è un cantante molto famoso.
Amicizie importanti
Oltre che da Luchino Visconti, padrino di battesimo di Miguel, la casa di Lucia Bosé è sempre stata frequentata da artisti illustri, da Pablo Picasso a Ernest Hemingway.
Miss Italia
Nata a Milano nel 1931, lavora nella prestigiosa pasticceria Galli subito dopo la fine della guerra, fino a quando decide di prendere il pullman per Stresa per partecipare a Miss Italia, che vince. Nella sua stessa edizione, quella del 1947, Gina Lollobrigida arriva terza.
I film
Nel 1950 le offrono parti in Non c’e’ pace tra gli ulivi, di Peppe De Santis, e in Cronaca di un amore, del giovane Michelangelo Antonioni, ma uno dei suoi più grandi successi è Le ragazze di Piazza di Spagna, di Luciano Emmer, nel 952.
Ha lavorato anche con Fellini
Con il regista gira Satyricon, nel 1969, interpretando la matrona suicida.
Fellini era adorabile – ha dichiarato – mi ricordo che in Satyricon c’erano dei pavoni reali che cantavano nel giardino in cui giravamo mentre m’ammazzavo. E così fece mettere lo scotch alla coda dei pavoni, mentre io sgozzata morivo per terra, buffissimo!
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