“Sei troppo grassa, se vuoi sfilare devi perdere almeno una taglia”.
Abbiamo sentito spesso testimonianze di ragazze che raccontano di come nel mondo del fashion, a dispetto della tanto paventata inversione di rotta rispetto ai canoni estetici richiesti alle modelle, viga ancora come parola d’ordine “magrezza”. Anche estrema, in certi casi, tanto che non è raro veder sfilare in passerella ragazze altissime e pericolosamente esili.
Insomma, nulla sembra essere cambiato, nonostante da anni ormai si parli dei “cattivi esempi” che il mondo della moda potrebbe fornire alle giovanissime, proponendo canoni estetici assolutamente irreali e nocivi per la salute, influenzando e spingendo moltissime ragazze a inseguire ideali di bellezza estremamente rischiosi, se non a precipitare addirittura in problematiche davvero serie come l’anoressia o i disturbi alimentari in generale. La taglia 38 – se non addirittura quelle inferiori – restano sempre le preferite da moltissimi stilisti, anche se apparentemente tutti giurano di aver dirottato le proprie scelte su modelli più rispondenti al “vero”.
Per fortuna, però, sono sempre più anche le modelle che rifiutano di sottostare alle pericolosissime condizioni richieste dai possibili datori di lavoro, e che preferiscono rinunciare all’ingaggio anziché accettare un ulteriore dimagrimento.
L’ultima, in ordine di tempo, è Ilaria Capponi, splendida ragazza di 1.81 con una taglia 42, corpo atletico e ovviamente magrissimo, che su Instagram ha raccontato il recente episodio di cui è stata protagonista, in vista della Milano Fashion Week che si aprirà il prossimo 21 febbraio.
In agenzia a Milano non prendono ‘ragazze come me’ – scrive Ilaria nella didascalia che accompagna una sua foto in bikini, che mostra la sua figura slanciata e asciutta – 7 cm di troppo su fianchi, 6 di troppo su vita, e cavolo… Hai il seno!!!!!
La modella italiana ha spiegato le richieste assurde che le hanno imposto per prendere parte allo show milanese; richieste che lei ha rifiutato, come spiega nel post.
“Questo post è solo uno dei tanti, lo so, ma credo che se tutti iniziassero a dire a gran voce ciò che è evidente da ormai troppo tempo, ed ancora tristemente attuale ed insoluto, potrebbero forse cambiare le cose“, scrive Ilaria.
E, come si legge nel prosieguo del post, Ilaria non solo è felicissima di aver detto “basta” a un sistema che richiede sacrifici fisici estremi, ma anche speranzosa che quante più persone possibili, leggendo la sua storia, si rendano conto dell’ipocrisia che ancora aleggia nel mondo della moda, che solo a parole, evidentemente, sembra aver promesso di promuovere un messaggio di salute e benessere.
Nella gallery potete leggere il suo post.
Il post in cui Ilaria ha raccontato la sua vicenda
“In occasione della settimana della moda – ha scritto Ilaria – oggi voglio pubblicare una story che ho postato giorni fa, in seguito all’ennesima conferma che nella moda, a Milano, non sia cambiato proprio nulla: sono anni che si parla di ridimensionamento dei canoni disumani imposti dal settore, e sono anni che sembra non esserci stato alcun passo avanti. In agenzia a Milano non prendono ‘ragazze come me’: 7 cm di troppo su fianchi, 6 di troppo su vita, e cavolo… Hai il seno!!!!!… Il problema credo sia all’origine, ai vertici, ed è davvero un PROBLEMA quello di coloro che non accettano che una donna sia bella perché sembri tale, coloro che continuano ad imporre uno snaturato prototipo di essere asessuato, anonimo ed esanime: uomini che sembrano donne, nella loro taglia 46 e zigomi scavati, e donne che di femminile non possono aver nulla, basta che entrino nella taglia 38 di campionario. Più volte sono stata ‘fasciata al seno’, più volte resa ‘uomo’, più androgina con makeup, offesa e deturpata dell’orgoglio di potermi esprimere nella innata femminilità della quale ogni donna dovrebbe far il proprio punto di forza, e considerare una qualità, non un difetto di fabbrica. Ma questo è oggi il fashion, questo quello che viene imposto da coloro a cui mi riferisco. Ed io OGGI DICO BASTA, e sono in pace col mondo e con me stessa, ma come hanno rovinato i miei primi passi in questo mondo che potrebbe esser tanto più meraviglioso, DEVONO SMETTERE DI ROVINARE CENTINAIA DI RAGAZZE/RAGAZZI giovani ed immaturi, che di queste imposizioni faranno la loro rovina a vita. Questo post è solo uno dei tanti, lo so, ma credo che se tutti iniziassero a dire a gran voce ciò che è evidente da ormai troppo tempo, ed ancora tristemente attuale ed insoluto, potrebbero forse cambiar le cose. Niente di personale, se vi va di condividere bene, se no spero abbiate preso atto dell’ennesima dimostrazione di quanto folle sia questo sistema, e che sia ora di cambiare le cose”.
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