Era il 6 agosto del 1926 quando Gertrude Ederle, cuffia in testa e costume innovativo addosso – un due pezzi criticatissimo –, vide davanti a sé le bianche scogliere di Dover. Un’ultima bracciata e la nuotatrice fece la storia, diventando la prima donna ad attraversare a nuoto il Canale della Manica.

Gertrude Ederle era nata a New York il 23 ottobre del 1905. Almeno inizialmente non aveva palesato alcun interesse per il nuoto, sport che cominciò a praticare solo a nove anni. Ma nel giro di poco tempo dimostrò determinazione e costanza e già a quindici anni ottenne i primi riconoscimenti. A diciannove vinse la sua prima medaglia d’oro ai Giochi di Parigi del ’24, con la staffetta 4×100 metri stile libero statunitense. Nel 1925 nuotò per 21 miglia – circa 34 km – attraverso la baia di New York, da Manhattan a Sandy Hook, in 7 ore e 11 minuti, stabilendo il nuovo primato assoluto, sia maschile che femminile.

Il traguardo più importante, però, l’avrebbe ottenuto solo un anno più tardi. Gertrude volle tentare l’impresa: attraversare il canale della Manica a nuoto. Il primo tentativo non andò a buon fine: circa a metà percorso la ragazza si stava riposando in acqua quando la barca di sostegno si avvicinò pensando ad un malore; Gertrude venne soccorsa e di conseguenza squalificata.

Il 6 agosto del 1926 l’atleta ci riprovò e questa volta ebbe successo. Partì alle 7.05 del mattino da Cap Gris-Nez una località sulle coste francesi e raggiunse l’Inghilterra 14 ore e 34 minuti più tardi. Arrivata sulla spiaggia di Kingsdown scoprì di aver battuto il record dell’argentino Enrique Tiraboschi che aveva impiegato 16 ore e 23 minuti per completare la traversata. Dopo di lei altre donne compirono l’impresa, ma il suo tempo resistette come record per oltre 24 anni, fino a quando nel 1950 venne migliorato da Florence Chadwick, la tredicesima donna a compiere la traversata della Manica.

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