Ieri, 8 gennaio, ha compiuto 76 anni Stephen Hawking, il fisico britannico considerato fra i più grandi scienziati della storia che, da oltre 40 anni, sfida la sclerosi laterale amiotrofica. Malattia che, secondo i medici di allora, non avrebbe permesso ad Hawking di superare i 25 anni di età.

A Stephen Hawking fu diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica nel 1963, quando quello che sarà uno dei più grani fisici della storia dell’umanità, aveva solo 21 anni. Nel 1985 lo scienziato fu colpito da una polmonite, e i medici dell’ospedale di Ginevra, dove si trovava ricoverato, chiesero alla moglie di spegnere le macchine che lo tenevano in vita.

Come riporta il Telegraph, Hawking ricorda così quell’avvenimento:

I dottori offrirono a Jane la possibilità di spegnere le macchine. Jane ha rifiutato. Era convinta che sarei tornato a Cambridge. Le settimane di terapia intensiva che seguirono furono le più dure della mia vita.

La malattia, molto debilitante, che richiede costanti cure e impedisce ad Hawking di parlare, non ha però fermato la vena scientifica del fisico che negli anni ha continuato a dare un contributo significativo alla scienza. Nello specifico della sua malattia, poi, va sottolineato il decorso decisamente particolare, per non dire unico, come spiega il professore di neurologia Leo McCluskey a Scientific American:

Si tratta di un disturbo molto variabile. In media le persone vivono due o tre anni dopo la diagnosi. Tuttavia molti pazienti vivono molto più a lungo. Il deterioramento dei muscoli della deglutizione, un’insufficienza respiratoria, possono portare alla morte. Il suo caso è senza dubbio un’anomalia.

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