I genitori gay e i loro figli dovrebbero essere riconosciuti come una famiglia in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, in modo tale da poter avere gli stessi diritti e non sentirsi discriminati. Questa è la proposta che è stata avanzata dalla Commissione Europea, che punta così a rendere uniformi le leggi in vigore sulla genitorialità.

Fino ad ora, senza questo passo importante sono tanti i bambini che possono avere problemi in molte attività della vita quotidiana: “Sono circa due milioni i bambini che si vedono negare il rapporto giuridico con i genitori – sono le parole avanzate dal Commissario dell’Unione europea per la giustizia, Didier Reynders -. Si tratta di una situazione inaccettabile”. A suo dire, sarebbe fondamentale muoversi in tempi rapidi per poter colmare questo vuoto normativo.

Il provvedimento potrebbe però essere applicato solo se il testo venisse approvato all’unanimità, secondo quanto previsto norme del Consiglio d’Europa, previa consultazione dell’Europarlamento. La proposta “prevede il riconoscimento della genitorialità di un minore indipendentemente dal modo in cui il minore è stato concepito o nato e indipendentemente dal tipo di famiglia del bambino. La proposta include quindi il riconoscimento della genitorialità di un bambino con genitori dello stesso sesso e anche il riconoscimento della genitorialità di un bambino adottato”.

Arrivare all’ok definitivo può comunque non essere così semplice. Uno dei ppiù perplessi a riguardo è per ora Alberto Gambino, prorettore dell’Università europea di Roma e presidente di “Scienza e Vita”: “Storicamente i Paesi hanno conferito all’Unione una delega di sovranità sulle materie economiche. Non sui temi che affondano le loro radici nei valori più profondi di un popolo, come sono quelli che chiamano in causa la famiglia“. Se ci si muovesse come accaduto finora, alcuni Paesi potrebbero così riconoscere i diritti richiesti dall’UE ai genitori gay e altri no, ma senza per questo dover andare incontro a conseguenze negative.

Gambino non si ferma però qui e sottolinea quanto sia importante preservare l’interesse dei minori su una questione così importante, ocsa che non sempre invece viene tenuta in considerazione. In Italia, ad esempio, in caso di nascita da una coppia gay “non basta voler essere menzionati nei documenti come genitori. Serve la decisione di una persona terza, il giudice, che accerti se il supremo interesse del bimbo sia davvero quello di rimanere con chi l’ha voluto, o meno. Nella sostanza, l’intervento del magistrato è un elemento di garanzia che deve intervenire di volta in volta, a tutela «dei diritti di tutta la compagine, e non solo di chi desidera un riconoscimento genitoriale”.

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