Oltre in 200 davanti all’Ikea di Corsico, Comune della città metropolitana di Milano, per manifestare contro il colosso svedese. Ad accendere la scintilla che ha portato a questo sciopero il licenziamento, dopo 17 anni, di una lavoratrice. Il motivo: la donna, Marica Ricutti, che è mamma (separata) di 2 figli, non avrebbe potuto più garantire tutti i turni di lavoro alla multinazionale per restare vicina ai figli.

La risposta della multinazionale è stato il licenziamento in tronco. I colleghi si stringono dunque alla donna, “armati” di cartelli con scritto #PessimaIkea (hashtag che ovviamente è nato e sta circolando con forza sui social) e firmati dalle sigle dei sindacati. Presente anche Marica, che ha dichiarato:

Vi ringrazio tutti. A questa azienda ho dato la vita. Ho avuto un problema. Non ho mai chiesto privilegi ma solo un aiuto. Tutti noi vogliamo lavorare ma al di là del lavoro abbiamo una vita che vogliamo tenere in considerazione

Il caso della donna sarebbe solo la punta dell’iceberg di quello che sembra essere un problema generale, secondo quanto spiegano i dipendenti della multinazionale svedese, che puntano il dito soprattutto contro un algoritmo che gestisce i turni di lavoro.

Ikea, dal canto suo, replica sostenendo che lo sciopero non abbia riscosso un significativo consenso fra i lavoratori dell’area Milano.

Allo sciopero indetto nelle sedi milanesi – spiega Ikea in una nota – hanno aderito 47 lavoratori dipendenti su 1407 in totale. È meglio smitizzare questa storia dell’algoritmo che decide tutto. È impensabile che nel 2017 si possano ancora fare i turni di 6.500 persone a mano. Il software organizza i turni di semestre in semestre, tenendo conto di molti parametri fra cui lo storico delle vendite e delle richieste dei clienti, le richieste di ferie, permessi, eccetera. Insomma, tiene conto di una serie molto alta di variabili. Il software elabora quindi una prima ipotesi di turnistica che viene poi discussa tra i collaboratori e i loro responsabili.

Sulla vicenda di Marica ora si occuperà la magistratura del lavoro.

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