È capitato a tutti di avere dei problemi e di recarsi su internet per cercare consiglio in qualche forum o in qualche blog. Ci sono persone che abbracciano le problematiche altrui e, che siano certificate o meno, cercano di essere d’aiuto: i professionisti lo fanno in base ai loro studi, gli altri lo fanno in base alle loro esperienze personali.

Nora McInerny è una scrittrice, senza attestati né certificazioni professionali legati alla terapia, conosciuta per aver sposato un uomo con un tumore al cervello. La donna iniziò a parlare su internet delle sue emozioni; successivamente aprì un blog nel quale raccontò la dura battaglia del marito e, infine, gli dedicò un libro intitolato It’s Okay to Laugh (Crying Is Cool Too).

Dopo aver condiviso la sua storia, Nora riceve quotidianamente migliaia di domande riguardanti situazioni analoghe di persone che si ritrovano a vivere contro questa malattia e che, prese dallo sconforto, sono alla disperata ricerca di un consiglio.

Come contributor di Elle, la donna si ritrova spesso a condividere con i suoi lettori tutto ciò che le passa per la testa, tra cui alcuni dettagli del suo matrimonio. In uno dei suoi articoli, per esempio, ha scelto di condividere una delle sue risposte alle tante domande ricevute: quella di una 22enne in crisi perché, nonostante abbia scoperto che il fidanzato si sia ammalato di tumore, sente ancora il desiderio di sposarlo. C’è una domanda, però, che le frulla continuamente per la testa: “sarà la cosa più giusta da fare?”

Ma com’è la storia nel dettaglio? Dopo una frequentazione durata diversi anni, i due giovani decidono finalmente di sposarsi e di creare una famiglia. Purtroppo, però, a interrompere la loro serenità, come un fulmine a ciel sereno, è una diagnosi molto pesante: il ragazzo ha un tumore al cervello e, sfortunatamente, non può essere del tutto rimosso.

Quando la ragazza informa i genitori dell’accaduto, quest’ultimi (dapprima felici del matrimonio) cambiano idea perché non pensano che, sposandolo, la ragazza possa avere un futuro roseo. Quasi sicuri che anche la figlia avrebbe cambiato idea, rimangono increduli nello scoprire che la 22enne vuole ancora sposarlo. Molto probabilmente è amore e non c’è bisogno di nessun’altra spiegazione.

Nonostante la giovane senta ancora oggi, in cuor suo, il desiderio di sposare il ragazzo, le parole contrastanti dei genitori le rimbombano continuamente in testa. Chi meglio di Nora, secondo la ragazza, può darle un consiglio in una situazione del genere? Ecco la sua domanda: “Hai sposato un uomo con un tumore al cervello, te ne sei pentita? Lo faresti di nuovo? Sono PAZZA nel volerlo ancora sposare? Aiutami!”

Ed ecco la risposta di Nora, tradotta. Ovviamente ci teniamo a precisare che non è una traduzione professionale, vogliamo condividerla con voi con la sola finalità di raccontare la vicenda.

Detto questo, buona lettura!

“Non mi sono mai pentita, neanche per un attimo di aver sposato Aaron. Non avrei scambiato i tre anni che avevamo passato insieme per nessun altro uomo sano e ancora vivo che avessi mai potuto sposare. Non li avrei mai scambiati per nient’altro, eccetto per un futuro impossibile nel quale Aaron non avesse il cancro al cervello e nel quale avremmo vissuto oltre ottant’anni e poi morire insieme nel sonno come due lontre che si tengono per mano.

Ho sposato Aaron subito dopo la sua operazione al cervello per rimuovere un tumore che si era rivelato essere maligno. Ma sposarlo non è stata una scelta.

Quando ho incontrato Aaron sapevo di aver incontrato quel qualcosa scritto nei libri e nelle canzoni. Durante il nostro primo appuntamento abbiamo parlato di tutte quelle cose che in un primo appuntamento dovrebbero essere evitate: matrimonio, figli, errori commessi dai nostri genitori. Prima che arrivasse il dessert, Aaron aveva già sondato il terreno per fare il genitore a tempo pieno dei nostri figli immaginari. Prima di scoprire che avesse il tumore sapevo già che ci saremmo sposati e, nel momento in cui il dottore ci diede la brutta notizia, sapevo già che per nessuna ragione al mondo sarei stata ovunque tranne che al suo fianco, per questo.

“Sei sicura?” Mi chiedevano le persone vicine a noi. “Sarà molto difficile”.

Ero sicura, lo sono stata fin dal nostro primo appuntamento, ero sicura il giorno che abbiamo scoperto il tumore al cervello, il giorno in cui ci siamo sposati e il giorno in cui è morto. La scelta che immaginavano stessi facendo non era poi del tutto una scelta. Sì, è stato difficile vedere l’uomo che avevo sposato ammalarsi e morire. Ma sparire e lasciarlo per conto suo avrebbe risparmiato a entrambi qualche sofferenza?

Non posso dirti chi devi sposare. E anche se hai 22 anni e sei ancora sotto la loro assicurazione sanitaria… NEANCHE I TUOI GENITORI, o i tuoi amici, o il tuo parrucchiere (anche se, di tutte le scelte che ti ho elencato, sarebbe la persona più adatta a darti un consiglio affidabile).

Questa è la tua vita. Sì, è una frase che potresti leggere su uno di quei cartelli finto-dipinto-a-mano trovato da TJ Maxx, ma accidenti, a volte quei cartelli hanno ragione.

Questa è la TUA vita, e se c’è una cosa certa sulla tua vita è che morirai.

Purtroppo, questa è una cosa reale, per tutti noi, anche per quelli senza il tumore al cervello, perché la scienza non è scienza e anche se non avessi mai fumato neanche una sigaretta ti potrebbe venire il cancro ai polmoni. Si può fare yoga tutti i giorni e morire di un attacco di cuore. Puoi essere una persona meravigliosa ed essere investita da un’auto. Morirai sicuramente e non c’è niente che tu possa fare. È spaventoso? A volte. Personalmente, io non voglio essere mangiata da un orso e non vado in campeggio. Ma se c’è una cosa che ti dovrebbe spaventare è vivere una vita che qualcun altro ha scelto per te.

Quindi, i tuoi genitori non credono che dovresti sposare un ragazzo con un tumore al cervello. Beh, non saranno loro a sposarlo. Sei tu. E, fammi essere chiara, sarà come i matrimoni dei tuoi amici: continuerete a guardare Netflix e continuerai a irritarti quando non svuoterà per bene la lavastoviglie. Sarà anche diverso dai matrimoni dei tuoi amici. Durante la notte sentirai le vampate della chemioterapia attraverso il suo corpo, guarderai una malattia incurabile mangiarlo vivo. Vivrai ogni promessa fatta durante il voto di nozze, e in questo caso ci sarà più “in malattia” che “in salute” e la morte sicuramente vi dividerà, probabilmente più prima che dopo.

Questo è ciò che dovrai accettare se ti sposerai con un uomo con il tumore al cervello. È la vita, in ogni caso. È l’amore, in ogni caso. 

Non c’è scelta che ti aiuti a evitare l’ansia, la sofferenza o la perdita, in qualche modo.

Hai anagraficamente 22 anni, ma le situazioni come questa trovano il modo per farci invecchiare e far accumulare dentro di noi in maniera molto rapida una saggezza che avremmo maturato in molti altri decenni. Sei certamente libera di andare via, di trovare qualcuno senza evidenti difetti di salute per costruire una vita. Puoi sperare che non accada nulla a nessuno di voi, ma non puoi certamente garantirlo.

Non puoi tenere il tuo cuore imballato nella plastica con le bolle e proteggerlo dalla vita, perché dovresti? È destinato a essere utilizzato e a volte spezzato. Usalo, fallo uscire, non lasciare nulla che sia inutilizzato o non detto alle persone che ami. Lascia che si faccia male e che si rompa se ce n’è bisogno. È questo il motivo per il quale il tuo cuore è lì.

PS: sono un’officiante di matrimonio e sono disponibile per la maggior parte dei giorni perché non ho una vita sociale.”

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