Non sono stati mesi facili. Milioni gli italiani costretti a letto a causa dell’influenza. Tantissime le persone che si sono riversate negli ospedali alla ricerca della cura perfetta per uscire il prima possibile da un’influenza che più o meno ha colpito tutti. I numeri di fine stagione, una sorta di bilancio finale stilato dall‘Istituto superiore di sanità (Iss) parlano chiaro: 8,7 milioni gli italiani colpiti con 160 morti. Si è trattato della più intensa stagione influenzale degli ultimi 15 anni: nella precedente, invece, ovvero tra il 2016 e 2017, i casi registrati furono 5,4 milioni (contro gli 8,7 milioni di oggi) e i casi gravi furono 219.

Un’influenza che ha colpito tutti: grandi e piccini e in tutte le regioni d’Italia. Non ha risparmiato nessuno, da Nord a Sud anche se le categorie più a rischio restano ovviamente i bambini e le donne incinte. L’Istituto Superiore di Sanità che parla per bocca dell’epidemiologo Gianni Rezza non ha dubbi: è stato uno degli anni più duri in assoluto. Queste le sue parole:

È stata l’epidemia più importante degli ultimi 15 anni con un picco molto intenso e moltissimi casi, ma pochi casi gravi rispetto al totale complessivo.

Dati alla mano, si tratta di 744 casi gravi di cui 15 donne incinte (una delle categorie più a rischio, ndr) e 160 le persone morte. Tra i decessi si registrano quelli di 2 donne incinte. Nell’ultima settimana, invece, l’attività dei virus influenzali è scesa ai livelli base con 39mila casi segnalati di influenza e con un’incidenza di 0,64 casi per mille assistiti. Numeri che non fanno più paura, che non sono più allarmanti.

Come prevedibile i più colpiti sono stati i bambini tra 0 e 4 anni (1,43 casi) seguiti dalla fascia d’età 5-14 anni, dai giovani e dagli adulti 15-64 anni. Infine gli anziani dai 65 anni in su. Le regioni in cui l’incidenza è stata più alta sono state Basilicata, Calabria, Marche e Abruzzo.

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