Janet Yellen, segretaria del Tesoro non è solo una rivoluzione di genere

La scelta di Joe Biden di proporre Janet Yellen come segretario del Tesoro assume un significato ancora più importante dopo gli anni dell'amministrazione Trump, che hanno visto una penalizzazione del ruolo pubblico della stessa Yellen, economista apprezzata e politico di successo.

Janet Yellen è stata scelta dal presidente eletto Joe Biden come prossimo segretario al Tesoro, secondo quanto riporta il Wall Street Journal. Se la decisione verrà confermata dal Senato, la Yellen, ex presidente della Federal Reserve dal 2014 al 2018, sarà la prima donna a ricoprire quel ruolo.

Non solo, l’economista e politica statunitense è stata anche la prima donna a capo della banca centrale degli Stati Uniti e del Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca, durante l’amministrazione Clinton. Il suo ruolo alla guida del Tesoro la renderebbe quindi la prima donna ad aver ricoperto i tre ruoli economici più importanti del governo.

Classe 1946, la Yellen era stata nominata da Obama come presidente della Federal Reserve, ruolo che ha ricoperto per quattro anni, fino al febbraio 2018, quando Trump ha deciso di sostituirla con Jerome Powell, rompendo con la tradizione che aveva visto la riconferma dei tre precedenti presidenti della Fed, da parte dei presidenti del partito politico opposto.

Secondo il Washington Post, Trump avrebbe espresso preoccupazione con i suoi assistenti per il fatto che la Yellen non fosse abbastanza alta per dirigere la banca centrale degli Stati Uniti. Osservazioni assurde che, se fossero vere, sarebbero da imputare alla personalità del presidente, il quale negli anni del suo mandato ci ha abituato ad atteggiamenti e dichiarazioni poco consone – per usare un eufemismo – alla più alta carica del Paese.

In ogni caso, è indubbio che la Yellen, in qualità di esperta economista e politica di lungo corso, si ritrovi a ricoprire un ruolo in un ambiente ancora largamente dominato dagli uomini e per questo, ne ha pagato le conseguenze.

Lo stesso Obama, infatti, inizialmente aveva individuato nell’economista Lawrence H. Summers la figura ideale per il ruolo di presidente della Fed, ma grazie alle proteste di molti Democratici, tra cui Elizabeth Warren, il presidente degli Stati Uniti aveva poi optato per la Yellen, la quale, oltretutto, aveva lavorato a stretto contatto con il presidente uscente della banca centrale, Ben S. Bernanke, rappresentando così la scelta più ovvia.

E i fatti hanno confermato di gran lunga le aspettative. Economista di matrice keynesiana, durante il suo mandato ha favorito un forte consolidamento della ripresa, mantenendo sotto controllo l’inflazione, politiche che hanno portato la disoccupazione a raggiungere il tasso più basso degli ultimi 50 anni. Nonostante il successo raggiunto e le competenze dimostrate, allo scadere del suo mandato, viene sostituita da Powell, uno dei suoi collaboratori, tra le critiche di molti, tra cui Heidi Hartmann, presidente e amministratore delegato dell’Institute for Women’s Policy Research che così commentò la scelta di Trump.

Hanno nominato l’apprendista al posto del maestro.

Alla Hartmann si unirono altre voci autorevoli, come la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren:

Janet avrebbe dovuto essere rinominata, come tutti i precedenti presidenti della Fed sono stati rinominati per quasi 40 anni. Ma non è la prima volta, e certamente non l’ultima, che una donna altamente qualificata viene scavalcata per un lavoro che chiaramente merita.

La stessa Warren, uno dei più importanti democratici progressisti al Congresso, in questi giorni si è mostrata entusiasta per la scelta di Biden. Questo quello che scrive su Twitter:

Janet Yellen sarebbe una scelta eccezionale per il Segretario del Tesoro. È intelligente, tenace e di principi. È stata uno dei presidenti della Fed di maggior successo di sempre, ha tenuto testa alle banche di Wall Street, compresa la responsabilità della Wells Fargo per aver imbrogliato le famiglie lavoratrici.

E infatti, Biden, con la sua nomina, vorrebbe una figura che sia in grado di soddisfare tutte le ale del Partito Democratico, dalle coalizioni progressiste a quelle moderate. Il tweet di approvazione della Warren ne è una conferma.

In qualità di Segretario del Tesoro, la signora Yellen si troverebbe però ad affrontare una sfida impegnativa, trovandosi a gestire in prima linea le ricadute economiche create da una pandemia che sta ancora infliggendo danni.

Considerata la difficoltà dell’impresa a cui sarebbe chiamato il nuovo segretario del Tesoro, verrebbe da pensare di essere di fronte a una situazione di glass cliff, ossia la scelta di designare una donna per un ruolo di potere in una situazione di particolare rischio o vicina a un possibile fallimento, mascherandola con un gesto di inclusione in nome della parità di genere.

In realtà, il curriculum dell’economista, i successi da lei raggiunti e le sue competenze ci impongono di pensare che la scelta di Biden sia soltanto una logica conseguenza di questi presupposti. Non solo, il gesto del presidente eletto, in quest’ottica, finisce per acquisire un’importanza simbolica di maggiore rilievo, proprio perché fa seguito ad anni che hanno visto una penalizzazione del ruolo della Yellen, dettata da una cultura maschilista che ancora oggi opera ai danni delle donne.

E nella sua lunga carriera la Yellen è stata spesso vittima di commenti e atteggiamenti sessisti. Tra questi ricordiamo, ad esempio, le critiche che le sono state mosse per aver indossato lo stesso vestito sia durante la sua nomina ufficiale alla Casa Bianca sia per l’udienza di conferma, a cui ha fatto seguito un commento discutibile da parte di un giornalista di un giornale di gossip di Washington:

Almeno sappiamo che la sua mente non si preoccuperà dell’alta moda.

Eppure, Janet Yellen non ha mai fatto dell’essere donna un tema centrale della sua carriera, o almeno non in modo evidente, un atteggiamento che risulta forse ancor più femminista. Molti studiosi di politica ritengono che proprio questo atteggiamento low profile l’abbia portata ad essere accettata e amata con maggiore facilità, a differenza di una figura come Hillary Clinton, per la quale la questione di genere è stata una parte significativa della sua campagna per la candidatura del 2016.

La sua idea è però molto chiara e l’ha espressa durante un discorso tenuto alla Brown University nel maggio del 2017, dove ha confermato l’esigenza di un dibattito inclusivo, ribadendo l’importanza delle donne nella forza lavoro per la costruzione di una società migliore.

Le donne sul posto di lavoro sono state ostacolate da barriere alle pari opportunità e da regole e norme sul posto di lavoro che non riescono a sostenere un ragionevole equilibrio tra lavoro e vita privata. Se questi ostacoli persistono, sprecheremo il potenziale di molti dei nostri cittadini e incorreremo in una sostanziale perdita della capacità produttiva della nostra economia.

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