Chi furono le Jiujiufragistas di Edith Garrud che 'conquistarono il voto a calci'

Chi furono le Jiujiufragistas di Edith Garrud, il gruppo di donne suffragette che imparò il jujitsu e le arti marziali per combattere contro gli uomini per le strade e ottenere il diritto al voto

La graphic novel Jujitsufragists. The Amazons of London racconta la storia di un gruppo di femministe inglesi che hanno optato per l’azione diretta e l’autodifesa per rivendicare il proprio diritto al voto.

All’inizio del XX secolo, la WSPU (acronimo di Women’s Social and Political Union – l’ Unione sociale e politica delle donne) decise che era giunto il momento di radicalizzare le proprie proteste per rivendicare il proprio diritto di voto. Sebbene non abbiano mai messo a rischio l’incolumità delle persone, ciò che queste donne determinate e audaci fecero sconvolse l’opinione pubblica.

Una delle prime azioni dei membri della WSPU fu quella di lanciare martelli contro le vetrine dei negozi di Oxford Street, provocando ingenti danni e facendo infuriare molti uomini che, terrorizzati dal cambiamento radicale della società che queste donne chiedevano a gran voce, non esitavano a farsi giustizia da soli per difendere i loro privilegi.

Da quel momento in poi, questi uomini iniziarono ad attaccare le militanti femministe a comizi, manifestazioni e qualsiasi altro atto di protesta a cui partecipassero. Per respingere questi attacchi, alcune femministe decisero di imparare l’autodifesa. Si rivolsero quindi a Edith Garrud che, insieme alla sua compagna, è stata una pioniera nell’insegnamento del jiujitsu in Inghilterra. “Chi vuole liberarsi deve saper combattere”, dicevano.

Oltre alle arti marziali, queste suffragette usarono tutti i mezzi a loro disposizione per far valere le loro pretese. Da un codice simbolico creato dal colore dei loro vestiti in contrapposizione al nero dei poliziotti (viola per la dignità, verde per la purezza, bianco per la speranza), ai nuovi media come la cinematografia. Questo gruppo di donne “Usò infatti le nuove possibilità espressive del cinema per portare avanti la causa, ad esempio filmando lezioni di autodifesa”, hanno spiegato lo sceneggiatore Clément Xavier e l’illustratrice a Lisa Lugrin, autori della graphic novel Jujitsufragists (che sapientemente fonde insieme i termini “jujitsu” e “suffragette”, le donne che a inizio Novecento lottarono in forma pacifica per il diritto al voto).

“Nonostante il fatto che usare la “violenza” per farsi ascoltare sia un tabù nella nostra società, è stato grazie a questa radicalizzazione che i media diffusero le loro rivendicazioni. E infine ottennero il diritto di voto ventisei anni prima dei francesi”.

La graphic novel è stata recentemente pubblicata in Spagna da Garbuix Books, che porta al grande pubblico questo e altri capitoli della lotta femminista spesso ignorati. “Howard Zinn ha detto: ‘Finché i conigli non avranno uno storico, i cacciatori continueranno a raccontare la loro storia.’ Per questo le donne, le minoranze razziali e le classi popolari tendono ad essere cancellate dalla storia a favore, ad esempio, dei re. Allo stesso tempo, questi gruppi sono anche sottorappresentati nei media o nelle istituzioni politiche”, hanno spiegato Xavier e Lisa Lugrin.

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