Karla Robles: "Mi tolgo la vita prima che lo faccia lui" e si suicida a 27 anni

La storia di Karla Robles, una giovane donna di 27 anni che si è tolta la vita a seguito delle violenze dell'ex fidanzato, ora accusato di istigazione al suicidio.

“Mi tolgo la vita prima che lo faccia lui”, ma anche “prima che uccida mio fratello e mia madre”. Sarebbero state queste le ultime parole pronunciate da Karla Robles, 27enne studentessa di logopedia, modella e imprenditrice argentina, che si è suicidata in diretta su TikTok la notte del 24 ottobre 2025. La sua storia è un paradigma di violenza psicologica subita dall’ex fidanzato, un 33enne attualmente in custodia cautelare per 60 giorni con l’accusa di istigazione al suicidio.

I due si erano conosciuti, tramite amici comuni, e iniziato una relazione nel 2020: da lì in poi è stata una sequela di tira e molla a base di violenza emotiva (e non solo), che si è conclusa con il tragico epilogo. Come ha raccontato il fratello di lei, Lucas Robles a Clarin, Karla era

una ragazza felice, allegra, piena di luce. Era così finché non ha incontrato questo mostro, e da quel momento in poi, ha iniziato lentamente a svanire. Giuro, la prima volta che l’ho visto, ho avuto un brutto presentimento su di lui. Non mi piaceva il modo in cui trattava mia sorella e la sua negatività. La relazione andava a intermittenza. Abbiamo scoperto in seguito che lui l’aveva picchiata e che mia sorella aveva perso una gravidanza a causa delle sue percosse, ma lei lo ha nascosto, non ha detto nulla. Lo abbiamo scoperto tramite le sue amiche.

Le ultime ore di Karla Robles, nella sua casa di Tucumán in Argentina, sono state costellate da insulti e orrore. La 27enne era stata in palestra e, incoraggiata dalla madre Mirta Giménez, aveva postato sui social una propria foto. Ma l’ex era corso a commentare, ripetendo poi questi insulti per ore anche su WhatsApp:

Cicciona, sei orribile, sporca putt***, sgualdrina da quattro soldi.

Karla Robles soffriva di depressione. Nel 2023 aveva già tentato il suicidio impiccandosi, ma era stata trovata in tempo e salvata dal fratello Lucas. Alle 3.17 di notte del 24 ottobre, la giovane donna si è unita a una diretta di un’amica, annunciando la propria volontà di togliersi la vita su TikTok. Il filmato è stato visto in streaming da 96 persone, tra cui l’ex e alcuni amici e amiche, che hanno tentato di mettersi in contatto con i famigliari di Karla, senza riuscirci. E mentre Karla era in diretta l’uomo avrebbe scritto:

Ucciditi, ucciditi se hai le palle, perché farò a pezzi tuo fratello, che è la persona che ami di più nella vita. E poi ucciderò tua madre… Hai capito, piccola putt***? Ucciditi, non te lo dirò più!

Così Robles chiusa a chiave nella sua stanza, l’ha fatto, si è tolta la vita, gridando al mondo il suo dolore:

Prenditi cura della tua salute mentale, devi stare con persone buone e sane… Non lasciare che le persone cattive influenzino il tuo benessere. Non ce la faccio più, non ce la faccio più… Mi ucciderò.

Karla Robles, le denunce e l’inerzia della giustizia

L’aspetto più doloroso della vicenda di Karla Robles, e quello che ha suscitato maggiore indignazione pubblica in Argentina, riguarda la presunta inerzia del sistema giudiziario di Tucumán di fronte alle sue ripetute richieste di aiuto.

Sebbene i dettagli delle molestie subite siano ancora oggetto di accertamento, emerge una costante: la giovane viveva una profonda sofferenza a causa delle violenze e delle minacce dell’uomo. Karla aveva denunciato pubblicamente le molestie e, secondo quanto ricostruito, si era rivolta più volte alle autorità competenti. Tuttavia, le sue richieste di protezione erano rimaste inascoltate. L’avvocato Augusto Avellaneda, che rappresenta la famiglia della giovane, ha dichiarato:

«Nel 2022, lei lo ha denunciato per violenza di genere. Il procuratore ha sporto denuncia e ha emesso misure di protezione, che sono state violate. Per questo motivo, abbiamo chiesto il suo arresto per violazione di un ordine del tribunale, ma il tribunale ha stabilito che un rimprovero e un avvertimento fossero sufficienti. Lei non lo ha mai più denunciato. Suo fratello, invece, lo ha fatto nel 2024 perché era stato minacciato. Entrambi i casi sono stati archiviati»

Il “caso Karla Robles” e la richiesta di giustizia e cambiamento

Dopo la morte di Karla, gruppi femministi e associazioni per i diritti umani si sono mobilitati chiedendo un’indagine approfondita non solo sulla persona sospettata, ma anche sulla catena di responsabilità istituzionali che ha ignorato le sue denunce.

Le attiviste sollecitano una riforma dei protocolli di intervento, con particolare attenzione alla prevenzione delle molestie, del cyberbullismo e della violenza di genere tra i giovani, oltre alla creazione di servizi di supporto psicologico accessibili e tempestivi. Il caso di Karla Robles — come hanno scritto diversi media argentini — è diventato simbolo di un sistema che ha fallito nel proteggere una giovane donna che aveva trovato il coraggio di chiedere aiuto.

Le ultime ore di Karla Robles

Ricostruendo le ultime ore di vita della giovane, l’avvocato ha spiegato:

«Un’amica stava facendo una diretta streaming su TikTok. Si è unita e ha detto di non sopportare la vita che stava conducendo. Che si sarebbe suicidata perché era stufa della pressione che sentiva a causa delle molestie e delle minacce ricevute dal suo compagno. “Preferisco suicidarmi piuttosto che farmi uccidere mia madre e mio fratello”, ha detto loro prima di prendere la drastica decisione».

A trovare il corpo è stato di nuovo Lucas, che purtroppo non è riuscito a salvarla. Fuori di casa era arrivata l’amica di Karla, strombazzando con il clacson per avvisare che qualcosa di terribile stava accadendo. Lucas si tormenta: avrebbe voluto rientrare a casa prima. E ora teme anche che l’uomo non paghi per ciò che ha commesso, che la faccia franca. Non sa perché Karla abbia compiuto il gesto estremo, e ciò che racconta è qualcosa che in tutte le vicende di violenza di genere abbiamo sentito tante volte:

Sono andato sul suo telefono e ho visto il video, ed è terribile. E ho visto chi lo stava guardando, e uno di loro era questo figlio di putt***, che la incoraggiava a suicidarsi, facendola impazzire. E lei era molto vulnerabile, troppo manipolata… Non riusciva a lasciarlo, le dispiaceva per lui perché quell’uomo faceva la vittima, diceva sempre cose orribili sulla sua famiglia, e mia sorella ha finito per avere pietà di lui. Mi ha portato via ciò che amavo di più al mondo.

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